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«È nata in questura l’idea di un giallo vicino alla società»

Paolo Maggioni, inviato Rai, presenta il suo primo romanzo ad Alba: «Amo questa piccola metropoli piena di iniziative»

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Il suo esordio letterario è un giallo, “La calda estate del commissario Casa­blanca”: Paolo Mag­­­gioni, milanese, giornalista inviato di Rai News 24 e “Forrest” (Rai Radio1) lo presenterà domenica alle 17 presso la cooperativa libraria La Torre in via Vittorio Emanuele II ad Alba. «Non vedo l’ora – dice Maggioni – di tornare ad Alba. Sono innamoratissimo di questa città e del suo territorio. Alba è una piccola grande metropoli anche dal punto di vista culturale, piena di eventi ed iniziative. Un territorio pieno di gente che racconta al mondo cose belle. Un territorio dal quale proviene quello che è un mito per me, Beppe Fe­noglio, uno dei miei autori preferiti, un italiano da esportazione, una figura straordinaria che ha descritto il suo mondo in maniera impareggiabile». Un territorio al quale è legato anche per “questioni di famiglia”: «Mia nonna era originaria del Monferrato, ci ho passato tante estati da bambino e ragazzino. Quan­do l’Unesco ha riconosciuto questo territorio patrimonio dell’Umanità, io e lei abbiamo esultato insieme».

Il giallo è ambientato a Mi­lano, ovvero la sua città di origine.
«E non poteva essere diversamente, Milano è lo scenario perfetto: è una città a fisarmonica dove centro e periferie sono distanti ma al tempo stesso vicine. E dove non esistono zone che si distinguono per ceto sociale, nella stessa via, passando da un numero civico al successivo, possono convivere ricchi e poveri».

La storia del libro prende spunto da un fatto realmente accaduto, di cronaca. Un fatto che lei aveva seguito?
«Si, il giallo è ambientato nel 2016 e prende spunto dalla storia di un ragazzo scappato dal centro raccolta di Como e che tentò la fuga dall’Italia sul tetto di un treno. Un gesto tanto coraggioso quanto di­sperato. Ma non è solo questa la storia, sono tante che si intrecciano tra loro. A cominciare da quella del protagonista Giuliano Casablanca, det­to Ginko, e la sua squadra».

Ci racconta questi personaggi?
«Giuliano Casablanca, detto Ginko, è un giovane commissario di polizia, in servizio alla Questura di Milano, appena trasferito dalla Omicidi all’Ufficio Passaporti. Con la sua squadra – Panettone, poliziotto sovrappeso, Zhong, cino-romano che ha preferito la pubblica amministrazione al bar del padre, e Minimo Sindacale, instancabile sfaticato – sembra destinato a un lavoro tranquillo e abitudinario -, in una lotta quotidiana contro il moloch della burocrazia. Ma Milano è una città piena di sorprese e, dietro la facciata dell’ordine e dell’efficienza, nasconde un lato oscuro».

Che cosa succede?
«Il commissario non ha perso il gusto delle indagini e approfittando delle vacanze del questore ricostruisce la storia di Issa, un maliano fuggito dal Centro di accoglienza di via Sammartini, lungo i binari della Stazione Centrale, e poi morto sul tetto di un treno che aveva come destinazione la Svizzera. Quello che all’apparenza sembra un semplice incidente di un migrante di­retto verso un sogno di riscatto e libertà si rivelerà in seguito una storia di spaccio e di violenza».

Sullo sfondo c’è Milano.
«È la mia città, la conosco come le mie tasche. Il giallo è perfettamente orchestrato sul­lo sfondo di una Milano bella e piena di contraddizioni, tra grattacieli e turisti, trattorie e sartorie d’alta moda, i migranti accampati alla Sta­zione Centrale e nei giardini di Porta Venezia, le case popolari e il Gratosoglio. Una città dal cuore grande, incredibilmente inclusiva. Pensi che qui c’è il più alto numero di persone che si dedicano al volontariato».

Anche a Milano la povertà in questo momento è in crescita.
«Milano attrae capitali, con i grattacieli che sono tra i più belli del mondo. Al tempo stesso però cresce il numero di persone che non riesce a stare al passo e il divario aumenta. Tutto questo emerge anche nel mio romanzo, che è prima di tutto un giallo sociale, dove le contraddizioni della città si intrecciano tutte».

I personaggi prendono spunto dalla realtà?
«Per lavoro io ho frequentato e frequento la questura e quella di Milano, come in tutte le grandi città, è la questura per eccellenza. Ricca di umanità variegata che a me piace osservare e da cui ho preso spunto».

Nel suo romanzo giallo da chi ha tratto ispirazione, quali sono i suoi scrittori preferiti?
«Mi sono ispirato a tutto il giallo italiano, a giallisti che raccontano le città e i nostri tempi. Da Giorgio Scer­banenco, Alessandro Robec­chi, Dario Crapanzano, San­drone Dazieri, Gianni Bion­dillo, Andrea Pinketts, An­tonio Manzini, Carlo Luca­relli».

 

Appuntamento domenica alla libreria La Torre presentazione
e dibattito con Nicola Conti

La data è quella di domenica (12 febbraio) alle ore 17 all’interno della Libreria La Torre (Via Vittorio Emanuele II 19/g, Alba – tel. 0173 33658) dove verrà presentato il libro “La calda estate del Commissario Casablanca” di Paolo Maggioni, Edizioni Sem 2022. L’autore dialogherà con Nicola Conti. Paolo Maggioni (classe 1982) è milanese e calcisticamente di fede interista. Giornalista alla Rai, è inviato di Rai News 24 e “Forrest” (programma di Rai Radio 1). Ha lavorato come conduttore e autore di Caterpillar (Rai Radio 2) e Radio Popolare. Ha un mito, la figura del giornalista sportivo Beppe Viola, ed insegna al Master di Giornalismo dell’Università Cattolica di Milano.
“La calda estate del Commissario Casablanca” è il suo primo romanzo: un formidabile esordio con cui Maggioni si inserisce a pieno diritto nel solco della tradizione di altri grandi autori “milanesi”.