Il bilancio del 2022 si è chiuso con numeri molto positivi per il Gruppo Cassa di Risparmio di Asti. È questa l’evidenza che emerge in base ai dati preliminari approvati dal Consiglio di Amministrazione di Banca di Asti. Il primo dei dati positivi è l’utile consolidato che si attesta a 36,2 mln di euro, superiore a quanto stimato in sede di budget. Nell’Assemblea degli Azionisti di aprile verrà proposto un dividendo di 0,20 euro per azione (+ 33% rispetto allo scorso anno), per un totale di 14,1 milioni di euro.
In crescita anche i crediti verso la clientela che superano i 7,5 miliardi di euro (+5,9% rispetto al 2021): una forte dimostrazione della capacità di ascolto e di intervento concreto a favore delle esigenze di famiglie e aziende. I volumi di raccolta complessiva sono sostanzialmente stabili a 17,2 miliardi, nonostante i forti impatti sul valore dei titoli dovuti all’andamento dei mercati finanziari. Degni di nota sono gli indicatori di liquidità e i coefficienti patrimoniali, tutti ampiamente superiori ai limiti minimi stabiliti da Banca d’Italia, che confermano la robustezza del Gruppo. I dati dimostrano ancora una volta la validità delle linee guida intraprese e la capacità del Gruppo di far fronte in maniera positiva a eventi avversi, a protezione del patrimonio dei propri clienti. Buone notizie anche sul fronte assunzioni: a seguito delle 48 uscite, 82 giovani si uniranno nel corso dell’anno ai 2.100 dipendenti del Gruppo diretto all’amministratore delegato Carlo Demartini (nella foto).
I risultati conseguiti dal Gruppo al 31 dicembre 2022, in uno scenario economico caratterizzato da una forte volatilità ed incertezza anche per effetto del perdurare del conflitto russo-ucraino, confermano l’elevata capacità di resilienza ed il buon livello di redditività con il Roe al 3,54%, malgrado gli oneri straordinari pari a 7,6 milioni in relazione al Fondo di Solidarietà per il personale del settore del credito e a 7,7 milioni di accantonamenti relativi alla Sentenza Lexitor in materia di credito al consumo. Al netto di tali impatti, si registra un Roe del 5,03%, in crescita rispetto al 4,17% dello scorso esercizio, ed un Cost/Income operativo pari al 59,7%, in diminuzione rispetto al 2021 a dimostrazione dell’elevata efficienza operativa.
Altri numeri del successo. Raccolta diretta: 10 miliardi di euro (invariati rispetto a dicembre), di cui da clientela 9 miliardi di euro (-2,40%); raccolta gestita: 4,6 miliardi di euro (-5,26% su dicembre); raccolta globale: 16,8 miliardi di euro (-1,34%). Crediti netti a clientela: 7,1 miliardi di euro (+4,47%), interamente rappresentati da impieghi economici. Utile netto di periodo: 39,7 milioni di euro (+14,48%), pari a 47,6 milioni al netto dell’onere del Fondo di Solidarietà e dei costi correlati alla sentenza Lexitor.
Sostanzialmente rispettato il trend nazionale che ha visto gli istituti bancari svolgere un ruolo importante nel corso dell’anno passato. Da un’analisi compiuta sui conti economici del 2022 delle undici maggiori banche italiane si evince che il sistema bancario, nel corso dell’anno, è riuscito a giocare una partita perfetta: minori costi, maggiori ricavi, più utili. Gli studi hanno evidenziato una crescita complessiva del 54,7% dell’utile contabile, che si attesta a 14,5 miliardi di euro rispetto al 2021.
I buoni risultati di tutto il comparto bancario, nel 2022, sono stati ottenuti anche grazie all’aumento dei tassi d’interesse operati dalla Banca Centrale Europea, che sono cresciuti nel 2022 di 250 bps, permettendo soprattutto nell’ultimo trimestre dell’anno un balzo del margine d’interesse delle banche. Questo fa prevedere un quadro economico in crescita, nonostante il contesto generale. La politica monetaria restrittiva della Banca Centrale Europea, che prosegue con il rialzo dei tassi, il primo dei quali di 50 bps avvenuto lo scorso 2 febbraio, consentirà al settore di migliorare ulteriormente i ricavi da margine d’interesse e utili.