Marco Borgogno, ex sindaco di Borgo San Dalmazzo e imprenditore nel settore della lavorazione del legno, ha appena pubblicato il suo sesto romanzo: “Mr. legno – La passione di una vita” (Edizioni Araba Fenice). Borgogno abbandona il “thriller” per approfondire la sua attività e la sua passione. Non per la sua impegnativa vita pubblica – come si potrebbe pensare – ma in quello che definisce lui stesso il “lato oscuro”, ovvero il legno e la sua lavorazione.
È un esercizio letterario che pone a confronto il secolo che ha repentinamente mutato usanze che perduravano sin dai tempi di Leonardo da Vinci, con i nostri giorni super-tecnologici. I boscaioli, un tempo protagonisti apprezzati per le loro attività, oltre che fautori fondamentali di un’economia montana, sono oggi considerati alla stregua di distruttori della natura.
Eppure, scrive Borgogno, un tempo il bosco e la foresta erano ben curati e l’attenzione per il territorio era predominante, mentre oggi tutto è, per lo più, abbandonato a sé stesso. Quindi, si chiede l’autore, era meglio quando il termine “ecologia” era ignoto ai più, od oggi quando viene abusato, anche per vendere semplicemente un attaccapanni? Il libro lascia al lettore l’espressione di un giudizio.
Sublime l’epilogo dal quale traspare chiaramente l’amore per le sue montagne e per la natura “amica”; ad accompagnarlo Argo, il suo setter, con il quale – asserisce – nella splendida solitudine silenziosa del bosco, è più facile il dialogo con lui, che con gli umani.