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Le foto di lartigue inno alla felicità più autentica

In Fondazione Ferrero ecco la mostra sul grande fotografo francese della Belle Époque: «Emerge il legame con la Granda»

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Nel pomeriggio di giovedì 16, nei locali della Fon­da­zione Ferrero di Alba (strada di Mezzo 44), dopo l’anteprima mattutina riservata alla stampa, è stata inaugurata la mostra “L’in­ven­zione della felicità”, in­centrata sugli scatti del grande fotografo francese Jacques Henri Lartigue (1894-1986), curata da Denis Curti, Marion Perceval e Charles-Antoine Revol e realizzata in collaborazione con la Casa dei Tre Oci di Venezia e la Donation Jacques Henri Lartigue di Pa­rigi. L’atteso e prestigioso evento ha visto la partecipazione di numerose autorità civili e militari: tra i presenti al taglio del nastro Maria Franca Ferrero, presidente della Fondazione Ferrero, Bartolomeo Salomone, segretario generale della stessa Fondazione e presidente di Ferrero Spa ed Elisa Bo­schiazzo, assessore alle Po­litiche Sociali e all’Istru­zio­ne del Comune di Alba.
Dopo il successo veneziano alla Casa dei Tre Oci e la successiva tournée presso alcune delle più importanti sedi espositive italiane, come il Museo Diocesano di Milano e il WeGil di Roma, la più grande retrospettiva mai dedicata in Italia all’opera del geniale fotografo della Belle Époque è approdata così ad Alba, con uno speciale display pensato appositamente per gli spazi della Fondazione Ferrero e arricchito ulteriormente da un nucleo fotografico inedito dedicato alle frequentazioni pie­montesi del fotografo transalpino e di sua moglie Flo­rette Ormea (1921-2000), concesso in esclusiva per questa mostra dalla già citata Donation, associazione istituita dallo Stato francese, che gestisce e conserva l’intera opera fotografica di Lartigue.
Il percorso espositivo presenta 120 immagini, tra album di famiglia e scatti iconici che il celebre autore ha collezionato nel corso della sua esistenza, e abbraccia un arco temporale che va dagli inizi amatoriali fino alla consacrazione artistica avvenuta nel 1963, quando il Moma di New York decise di dedicargli un’importante personale, cu­rata dall’allora direttore della sezione fotografica del Museo John Szarkowski, resa ancor più famosa dalla successiva pubblicazione del relativo portfolio sul vendutissimo numero di “Life” dedicato al­l’assassinio del presidente americano John Fitzgerald Kennedy. La selezione include, inoltre, la riproduzione del film documentario “Bon­jour, Monsieur Lar­tigue!”, realizzato dalla fotografa Elisabetta Catalano in occasione dell’omonima mo­stra al Grand Palais di Parigi del 1982.
Alle origini del concepimento di questo progetto espositivo si trova, in particolare, il preciso intento di raccontare – per la prima volta e in maniera dettagliata – il forte legame tra l’autore francese e il territorio piemontese, offrendo così un punto di vista più intimo e famigliare sulla sua produzione artistica.
Proprio alla famiglia e all’amore per la terza moglie e musa, la già citata Florette Ormea, di origini italiane ma francese d’adozione, si deve la costruzione di questa relazione profonda con le Langhe e la nascita di un insieme di scatti ambientati a Piozzo che vengono presentati finalmente al pubblico in questo contesto. Lartigue e Florette risiedevano tra la Co­sta Azzurra e l’Italia e hanno trascorso diverse estati a Piozzo, paese natale della stessa Florette. Nel corso degli interminabili soggiorni vacanzieri presso la Casa del Suffragio, in via Ro­ma, Lartigue, ormai già pienamente affermato, al punto da essere diventato nel 1974 fotografo ufficiale del Pre­si­dente francese, scriveva e re­spirava la realtà cuneese, dedicandosi con spirito libero alla pittura e all’ampliamento del suo corpus lavorativo con fotogrammi cittadini e amorevoli immagini del figlio Dany.
L’opera di Lartigue si caratterizza proprio per questo ap­proccio “umanista”, incentrato sul racconto della dimensione privata, sulla registrazione di quegli attimi di felicità che costituiscono la vita quotidiana. “L’invenzione della felicità” è proprio questo: la capacità di trattenerla, cristallizzarla e ritornare a guardarla ogni volta che lo si desidera, magari all’interno di uno dei 120 album di famiglia realizzati dall’autore nel corso della sua vita.
L’esposizione inaugurata la scorsa settimana ad Alba vuo­le abbracciare il visitatore sotto un manto accogliente, quasi come a creare una “comfort zone”, interamente dedicata alla felicità che – partendo dall’universalità vernacolare di un album di famiglia – possa estendersi alla collettività. La mostra in Fondazione Ferrero resterà aperta al pubblico fino al prossimo 30 marzo, con i seguenti orari: giovedì e venerdì dalle 15 alle 19; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19. L’ingresso è gratuito, non è necessaria la prenotazione.