Uniti contro le truffe «Non aprite la porta e chiamate il 112»

I consigli del colonnello Giuseppe Carubia, comandante provinciale dei Carabinieri di Cuneo

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La notizia negativa è che le truffe perpetrate a domicilio, spesso a carico di per­sone anziane o fragili, si ve­rificano anche in provincia di Cuneo. Quella buona è che, con alcuni piccoli accorgimenti e soprattutto affidandosi ai Carabinieri, particolarmente attenti anche su questo fronte, si possono sventare piuttosto agevolmente questi tentativi di raggiri. I militari del Comando Pro­vinciale di Cuneo, agli ordini del colonnello Giuseppe Ca­rubia, hanno messo in campo diverse iniziative: ol­tre a essere ideatori del progetto di comunicazione che veicola messaggi di sensibilizzazione attraverso gli autobus della Granda (se ne parla nella pagina a fianco), sono protagonisti di una serie di incontri informativi sul tema che interessano tutto il territorio, a partire dal capoluogo.

Colonnello Carubia, inquadriamo il problema delle truffe ai danni degli anziani. È presente nel Cuneese?
«Il fenomeno delle truffe o dei furti ai danni degli anziani è un problema diffuso in tutto il Piemonte. La provincia di Cuneo, purtroppo, non fa eccezione: nel 2022 abbiamo registrato oltre 150 casi in tutta la Granda. E il dato reale potrebbe essere leggermente maggiore visto che qualche cittadino, provando magari vergogna per il raggiro subito, potrebbe aver deciso di non sporgere denuncia».

Qual è stata la reazione dei Carabinieri?
«Come Arma dei Carabinieri, ci stiamo muovendo, ed è un discorso che vale per tutto il territorio nazionale, con l’o­biettivo di aggredire questo fenomeno: con l’attività investigativa, con l’attività repressiva ma anche e soprattutto attraverso azioni di prevenzione, che vanno dal controllo con le pattuglie a iniziative di sensibilizzazione rivolte all’intera cittadinanza».

In Granda avete anche deciso di lanciare una campagna mediatica di impatto tramite i bus. Ce ne vuole parlare?
«Oltre agli incontri territoriali, promossi spesso in parrocchie e associazioni, alle attività di informazione durante i grandi eventi, i controlli e le indagini – che peraltro, di recente, ci hanno permesso di fermare i colpevoli di 29 casi di furti in abitazione – abbiamo avviato questo progetto, nato dall’idea di un Coman­dante dei Carabinieri di una Stazione cuneese e poi sposato con apprezzamento dai vertici nazionali. Grazie al supporto di Bus Company e Fonda­zione Crc diversi pullman at­traverseranno la provincia di Cuneo e buona parte del Piemonte mostrando delle ve­trofanie, molto d’impatto, che sottolineano l’importanza di contattare prontamente il 112».

Perché è così importante sensibilizzare la popolazione?
«Alcuni semplici consigli possono contrastare efficacemente il fenomeno. In molti casi, dire ai truffatori che si sta per chiamare i Carabinieri o un parente può essere risolutivo. Questo anche perché tali malviventi fanno ben attenzione a non commettere reati più gravi, come la rapina, in modo tale da evitare sanzioni peggiori. E, quindi, trovandosi di fronte una persona pronta a respingerli potrebbero fuggire subito».

Come agiscono i malviventi?
«Sono quasi dei professionisti in questo ambito: si recano al domicilio dei malcapitati, spes­so anziani che vivono soli, individualmente o in piccoli gruppi, presentandosi come degli operatori o dei funzionari delle maggiori aziende di servizi pubblici (lu­ce, acqua, gas, eccetera). Poi dicono che è stato rilevato un guasto o che, comunque, de­vono effettuare dei controlli sull’impianto e spesso invitano a riunire il denaro e gli oggetti di valore in un cassetto o in un altro posto per loro comodo da raggiungere, di­cendo che altrimenti questi beni potrebbero essere compromessi durante il loro intervento. E per rendere il tutto più verosimile in molti casi in­dossano pettorine riportanti il logo delle società in questione o falsi tesserini identificativi. Capita addirittura che si spaccino per esponenti delle For­ze dell’Ordine. Così facendo spe­rano di ingannare gli an­ziani, cogliendoli alla sprovvista».

Qual è la chiave per smascherarli?
«Già il fatto che una persona sconosciuta si presenti al nostro domicilio deve metterci in allerta, anche perché gli operatori delle utility si recano nelle abitazioni degli utenti solo dopo aver avvisato. E soprattutto non chiedono mai di mettere il denaro e gli oggetti di valore in un luogo sicuro. Quindi, tutte le richieste anomale sono degli altri campanelli d’allarme».

In queste situazioni come ci si deve comportare?
«Non bisogna aprire la porta e bisogna riferire con fermezza a chi sta dall’altra parte dell’uscio che non si ha intenzione di aprire e che si sta già telefonando al 112 e a un parente per verificare meglio la strana situazione».

Fuori dalle mura domestiche quali sono i pericoli?
«Alcuni malviventi potrebbero seguire le potenziali vittime quando si recano in Posta per ritirare la pensione oppure al Bancomat per prelevare contanti. Ma in genere preferiscono agire a domicilio proprio per poter mettere le mani su bottini più cospicui».

La possibilità di far riferimento ai Carabinieri rende gli anziani più sicuri…
«Sì e noi vogliamo fare il massimo per essere loro vicini. Anche perché questi reati, al di là del danno economico che possono causare, determinano conseguenze psicologiche, turbando la serenità. Quindi, l’invito è quello di contattarci prontamente».

Anche i bus invitano a rivolgersi alle forze dell’ordine:
«Insieme si va più lontano»

In piazza Galimberti, a Cuneo, è stata presentata la campagna pubblicitaria realizzata dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Cuneo in collaborazione con Bus Company e con il supporto della Fondazione Crc: per un anno gli autobus della nota azienda cuneese viaggeranno per le strade della provincia Granda e della regione Piemonte con all’esterno il messaggio “Fermiamo le truffe agli anziani-Chiama il 112”. Sui bus, infatti, sono state applicate delle grandi e ben visibili vetrofanie, predisposte dall’Arma, con lo scopo di sensibilizzare la popolazione sulla specifica tematica dei reati in danno degli anziani. Alla presentazione ha partecipato il comandante della Legione Carabinieri “Piemonte e Valle d’Aosta”, generale di Brigata Antonio di Stasio, il comandante provinciale dei Carabinieri di Cuneo, colonnello Giuseppe Carubia, l’amministratore delegato della Bus Company, Enrico Galleano, e i vertici della Fondazione Crc, nonché il sindaco del capoluogo, Patrizia Manassero. Il generale Di Stasio ha sottolineato l’impegno del­l’Arma per contrastare questi reati odiosi, commessi in danno di chi si trova in condizione di fragilità e di solitudine, non solo attraverso l’azione investigativa, ma anche con una prossimità ancora più incisiva alla popolazione, con iniziative di informazione e sensibilizzazione. Al riguardo, il Comandante della Legione ha auspicato un sempre maggiore coinvolgimento degli organi di informazione, degli enti locali e del mondo dell’associazionismo ricordando che «da soli si va più veloci, ma insieme si va più lontani».
Il colonnello Giuseppe Carubia ha ringraziato la Bus Company e la Fondazione Crc per il contributo fondamentale alla realizzazione dell’iniziativa di sensibilizzazione. Il presidente della Fondazione Crc, Ezio Raviola, ha dichiarato che «l’attenzione alle persone più deboli è uno dei tratti distintivi di una comunità realmente inclusiva e coesa. La Fondazione Crc supporta convintamente questa campagna promossa dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Cuneo affinché i nostri anziani possano sentirsi più sicuri e protetti».
L’amministratore delegato della Bus Company, Enrico Galleano, si è detto felice di fornire il proprio contributo che esalta la funzione sociale da riconoscere anche alle aziende private e ha precisato che i pullman interessati verranno impiegati per i trasporti in tutto il territorio della Granda e del Piemonte.