L’importanza della sostanza organica per contrastare l’aridità

Cia Cuneo: ne abbiamo parlato con Maurizio Ribotta, responsabile provinciale della consulenza tecnica in campo dell’organizzazione agricola

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La riduzione della sostanza organica presente nei terreni sta diventando un problema di estrema attualità. La causa è da ricercarsi in diversi fattori ambientali e agronomici. Quali sono? Cosa si può fare? Alle domande risponde Maurizio Ribotta: responsabile provinciale della consulenza tecnica in campo di Cia Cuneo. Dice: “Nei territori della provincia, i cambiamenti climatici stanno dando origine a una generale aridità e perdita di fertilità dei terreni. Gli inverni poco rigidi, durante i quali non si assiste più al fenomeno gelo-disgelo dei campi, causano la loro destrutturazione con un maggiore compattazione del suolo. Quest’ultima crea nel terreno un ambiente asfittico con la perdita di vitalità”.

Inoltre? “Una delle cause della perdita di fertilità è la complessiva gestione agronomica che, in qualche modo, può generare criticità come il calpestio dei fondi o lo smaltimento dei reflui. Diventa, perciò, fondamentale la corretta gestione della sostanza organica, dell’humus presente nel suolo”.

Cioè? “La sostanza organica è costituita da materiale di origine vegetale e animale, che può essere soggetto a processi di trasformazione più o meno intensi e influenzati da molteplici fattori: le precipitazioni; le temperature; il rapporto umificazione/mineralizzazione; l’attività biologica. L’humus nasce da due componenti: la decomposizione della sostanza organica e la disgregazione della roccia a formare argilla. Micro e macro-organismi uniscono questi due processi fino a formare l’humus”.

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Per cui? “E’ fondamentale mantenere un buon livello di sostanza organica intorno al 2,5%. Di conseguenza è necessario valutare la qualità del materiale di partenza e, soprattutto, la stato di umificazione: cioè le trasformazioni chimiche in atto nella matrice”.

In concreto? “Il letame ben cumulato con aggiunta di residui vegetali è in grado di coprire un importante ruolo sui diversi aspetti della fertilità del terreno. Raccomandiamo di utilizzare letame compostato con oltre dodici mesi di maturazione: cioè quando è terminata la fermentazione. Per capire quando il letame ha finito la fermentazione è sufficiente controllare che, non solo in superficie, ma anche all’interno del cumulo, la temperatura non cambi più. Inoltre, è importante osservare come la sua struttura lo faccia assomigliare un poco al terriccio, seppure la paglia possa ancora essere in parte visibile”.

La stabilità della matrice organica? “E’ regolata dal rapporto carbonio/azoto il quale, a sua volta, regola l’equilibrio tra i due processi fondamentali dell’umificazione e della mineralizzazione”.

Quindi? “Più il rapporto è basso e maggiore è la mineralizzazione, con la conseguente rapida degradazione dell’humus e la rapida cessione degli elementi nutritivi alla soluzione circolante. Più il rapporto è alto e maggiore è la stabilità nel tempo della sostanza organica”.

Le sostanze organiche di origine vegetale come i sovesci? “Risultano essere più stabili rispetto a quelle provenienti da fonti animali. Di conseguenza è importante nelle pratiche di mantenimento/rigenerazione della stabilità utilizzare apporti diversi”.

In conclusione? “Per pianificare il giusto contributo di sostanza organica e, in generale, effettuare tecniche corrette di fertilizzazione è molto importante conoscere il terreno, la pianta e il prodotto finale. Perciò si consiglia sempre di effettuare le analisi del terreno prima di realizzare un nuovo impianto e ogni cinque anni su quelli già esistenti”.