Ieri sera, si è disputato il recupero tra Caraglio e Tre Valli (sospesa il 26 febbraio scorso, a Caraglio, alla fine del primo tempo sull’1-2 e a causa della neve ndr): 2-5 il punteggio finale, in favore degli ospiti. Telefonicamente, abbiamo raccolto l’analisi di Roberto De Simone, allenatore del Caraglio.
“Non mi era mai capitato di dover preparare una partita di un tempo partendo dal 2 a 1 per gli avversari. Avevo chiesto ai ragazzi di partire fortissimo e così hanno fatto. Nei primi 15 minuti li abbiamo costretti nella loro metà campo, creando due palle gol nitide purtroppo non concretizzate. Come accade spesso nel calcio, al primo errore commesso su una nostra palla in uscita siamo stati puniti dal loro gol, dove è venuta fuori la loro indubbia qualità. A questo punto è diventata veramente difficile, anche se abbiamo continuato a cercare la rete. Verso il 75′, a causa un altro nostro errore difensivo, abbiamo nuovamente preso gol. Siamo finalmente riusciti a segnare al 90′ con una bella azione di Miha e nel recupero con la squadra sbilanciata abbiamo subito il terzo gol, il quinto dell’intera partita. Rimane un pizzico di rammarico per come l’abbiamo bene interpretata fino al loro gol, anche se è indubbia la differenza tra noi e loro. E mi permetto di dire che ci mancherebbe altro, visto che si allenano tutti i giorni come una squadra professionistica. Mi permetto di segnalare il comportamento totalmente negativo dell’arbitro, non tanto per le decisioni sul campo ma quanto per l’atteggiamento arrogante, presuntuoso e maleducato tenuto durante tutta la gara. Perchè se è vero che per gli arbitri non è sicuramente facile arbitrare ai nostri livelli, è altrettanto vero che ci vorrebbe più rispetto nei confronti di giocatori e allenatori che fanno sacrifici, allenandosi di sera con temperature assurde. E delle società e i suoi dirigenti che, mai come in questo momento storico, fanno l’impossibile per fare andare avanti. Il tutto, facendo sacrifici economici notevoli. La mia non è una semplice lamentela o lagnanza o piaggeria che non mi appartengono per indole, ma un richiamo ai vertici arbitrali che insegnino, come cerchiamo di fare noi allenatori, l’educazione, il rispetto e il dialogo anche agli arbitri soprattutto a quelli più giovani“.