«Ue: stop alle auto e pure a TikTok? Ecco la verità»

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Le istituzioni europee sono, talvolta, percepite dai cittadini co­me distanti, complesse e poco comprensibili. Tutto sembra svolgersi in una torre d’avorio nella lontana Bruxel­les e, quando le de­cisioni prese arrivano a toccare la quotidianità di ciascuno, vengono percepite come inaspettate e fuori misura. In realtà, l’Unione Europea la­vora ogni giorno per i suoi cittadini e proposte, direttive e regolamenti, prima o dopo, arrivano sempre a toccare la vita pubblica dei singoli Stati membri. Percepirsi come cittadini europei e cercare di avvicinarsi all’Ue per capire meglio chi siano e cosa facciano le sue istituzioni è un passo fondamentale per comprendere le sue politiche e per non cedere al nazionalismo e ai luoghi comuni di fronte a titoli poco chiari e fake news più o meno allarmanti. Di recente la Com­missione è stata al centro di diverse notizie, riguardanti questioni strettamente legate alla vita di tutti i giorni delle persone. Si è parlato di divieto dell’utilizzo del social network TikTok nei confini dell’Unio­ne, così come di stop totale alla produzione di auto a partire dal 2035. Le cose, però, non stanno esattamente così, e per questo è importante fare chiarezza.
Il 23 febbraio l’organo di ge­stione interno della Com­mis­sione Europea ha annunciato una decisione che sembra ri­calcare la strada percorsa dagli Stati Uniti nel 2022 e, ancora prima, dall’India. Ma se in India, come in Afgha­nistan, il divieto dell’uso del­l’ap­plica­zione TikTok (social cinese nato nel 2014 e che oggi con­ta più di un miliardo di utenti in tutto il mondo) riguarda tutta la popolazione, l’Unione Europea non ha im­posto un divieto universalmente diffuso a tutti i cittadini. Nonostante le fake news circolate negli ultimi giorni, infatti, la Commissione ha de­ciso di sospendere l’uso del­l’ap­pli­cazione unicamente sui suoi dispositivi aziendali e sui dispositivi mobili privati del suo personale. La motivazione è da ricercare nella volontà di proteggere l’istituzione dalle minacce alla cybersicurezza e da attacchi informatici che potrebbero compromettere il funzionamento del­l’apparato istituzionale continentale. Ta­le provvedimento è in linea con le sempre più rigorose raccomandazioni e politiche in­terne della Com­mis­sio­ne Eu­ropea in materia, da anni sensibile all’urgenza di proteggere le istituzioni dai rischi che la rivoluzione social del mondo digitale porta con sé. Su questa scia si inseriscono divieti di installazione dell’app da parte degli uffici governativi di diversi Paesi: tra gli ultimi anche il Canada ha richiesto a tutti i dipendenti e funzionari di disinstallare il social.
La questione dello stop alla produzione di automobili a benzina e diesel a partire dal 2035 si inserisce, invece, nell’obiettivo di neutralità climatica che l’Ue si è imposta di raggiungere entro il 2050. Con l’approvazione da parte del Parlamento Europeo della proposta della Commissione, a partire dal 2035 tutte le nuove auto in arrivo sul mercato non potranno emettere Co2. Questo, però, non impone che tutte le auto in circolazione dal 2035 in poi do­vranno essere a emissioni zero: le auto già esistenti po­tranno continuare a essere utilizzate e la produzione di auto non sarà bloccata del tutto, ma reindirizzata verso produzioni elettriche a minore impatto ambientale. Di conseguenza, qualunque al­larmismo legato alla necessità di liberarsi delle proprie auto a combustibile fossile entro il 2035 è assolutamente infondato. Il radicamento e la diffusione di disinformazione sul­le proposte e le politiche del­l’Ue sono sintomo di una di­stanza tangibile tra cittadini e istituzioni, che spesso si ma­nifesta in una scarsa partecipazione democratica alle questioni e alle elezioni europee. Bruxelles è consapevole di ciò e le iniziative di coinvolgimento dell’opinione pub­­blica sono numerose e diffuse. La Commissione Eu­ropea ha per questo dato vita alla rete Eu­rope Direct, composta da sportelli di comunicazione per i cittadini e presente in tutta Europa (esistono 450 centri nell’Ue, 47 in Italia e tre in Piemonte), il cui obiettivo è quello di parlare delle tematiche europee cercando di colmare un vuoto comunicativo che rischia di crearsi. Lo sportello Europe Direct Cuneo Piemonte Area Sud Ovest ha sede in Via Santa Croce 6 ed è raggiungibile da chiunque fosse interessato ad approfondire la propria conoscenza sull’Ue scrivendo a [email protected] oppure telefonando allo 0171-444352.