Non è solo un incredibile documento della celebre raccolta di libri del grande intellettuale, ma un ritratto completo della figura di Umberto Eco e una riflessione di grande intelligenza sul mondo contemporaneo. Stiamo parlando del docufilm “Umberto Eco: la biblioteca del Mondo” che sarà presentato domani, venerdì 10 marzo, a Bra alla presenza del regista Davide Ferrario, uno degli indiscussi maestri del cinema italiano. L’appuntamento è organizzato dall’Associazione Culturale Piero Fraire nelle sale del Cinema Vittoria di Bra. Davide Ferrario dialogherà con il pubblico in un incontro moderato dall’attore Paolo Giangrasso. Prodotto da Rossofuoco e Rai Cinema con il sostegno di Film Commission Piemonte e Piemonte Doc Film Fund, dopo aver debuttato al Festival di Roma, il film si accinge proprio in questi giorni a cominciare il suo iter cinematografico distribuito nelle sale da Fandango.
Da sempre impegnato sia sul versante del cinema di finzione (“Tutti giù per terra”, “Dopo mezzanotte”, “Figli di Annibale”, tra gli altri) sia su quello del documentario, in questo film Ferrario fonde con la sua originalità i due linguaggi dando vita ad un appassionante racconto sulla figura del più grande intellettuale italiano del ’900, per celebrare la cessione alla Biblioteca Braidense di Milano e all’Università di Bologna, della sua straordinaria raccolta composta da oltre 50mila volumi. Un patrimonio inestimabile che la famiglia del professor Eco ha deciso di cedere a queste due entità. Il film articola il suo racconto attraverso testimonianze intime di parenti, collaboratori e dello stesso Eco, che con la sua sferzante visionarietà parla di cultura e di futuro a partire dal libro come unità di misura del sapere, come feticcio, come ossessione. Un progetto nato per caso: «Nel film, uno dei suoi collaboratori storici dice a un certo punto di “aver avuto nella vita una fortuna: conoscere Umberto Eco” – racconta Ferrario -. Posso dire lo stesso, quando realizzai nel 2015 una videoinstallazione per la Biennale d’Arte di Venezia con lui protagonista. Fu allora che vidi per la prima volta la sua biblioteca e gli chiesi subito di fare una ripresa di lui che camminava in mezzo ai libri, la stessa che apre adesso il film. Furono anche le immagini utilizzate dalle tv di tutto il mondo quando, purtroppo, Eco morì un anno dopo. In qualche modo, coglievano il senso di una vita. Da quelle e dal fatto che, contrariamente al suo collaboratore, l’incontro non si era potuto trasformare in una vera frequentazione, nasce questo film, costruito giorno per giorno insieme alla famiglia. Se, per Eco, la biblioteca era una metafora del mondo, la sua personale non era una semplice collezione di libri, ma la chiave per capire le sue idee e la sua ispirazione. E il luogo in cui, anche dopo la morte, il suo spirito vive intatto». Nel cast, a dare vita alle parole di opere scelte di Eco gli attori Giuseppe Cederna, Walter Leonardi, Zoe Tavarelli, Niccolò Ferrero, Mariella Valentini e lo stesso Paolo Giangrasso. Realizzata col patrocinio dei Comuni di Bra, Cherasco e Verduno e con il contributo dell’Associazione Cherasco Cultura, la proiezione si terrà alle 21.
Davide Ferrario è regista, sceneggiatore, produttore e critico cinematografico, «ma sono soprattutto – dice – un uomo che ama il cinema, la magia delle immagini in movimento, sperimenta generi e stili diversi, con l’intento di raccontare piccole storie di italiani». Nella sua lunga carriera ha realizzato commedie e drammi, e si è affezionato all’animo dell’inchiesta dei documentari. Come nel 2004 quando prende la macchina da presa e la porta a perlustrare i corridoi, gli angoli nascosti e la magia del Museo Nazionale del Cinema di Torino, presentati poi nel film “Dopo mezzanotte” interamente realizzato in digitale che ottiene tre nomine al premio David di Donatello. Oppure l’anno dopo quando ripercorre i seimila chilometri che Primo Levi fece da Auschwitz per raggiungere Torino nel documentario “La strada di Levi” (2005), scritto e diretto assieme a Marco Belpoliti. Oggi il nuovo lavoro su Eco: «Una figura quanto mai attuale – spiega Ferrario – me ne rendo conto quando ne parlo con i giovani che quasi non lo conoscono. Già quindici anni fa lui anticipò quello che sarebbe stato un uso sconsiderato della rete. Spiegava come i libri del Seicento siano ancora consultabili e fruibili da tutti, mentre è spesso impossibile aprire un file vecchio di 15-20 anni. Le memorie digitali si perdono, quelle cartacee rimangono. Ecco allora il valore immenso delle biblioteche». Nel film c’è anche una sorta di viaggio per il mondo attraverso le biblioteche: «Siamo stati in Cina, in Messico, in gran parte dell’Europa: i libri sono la memoria del mondo».
L’incontro a Bra è un ritorno del regista nelle Langhe: «Ci vengo spesso anche perché abito vicino, nella collina di Torino. Amo quei territori, ho anche lavorato in queste zone: collaboro con i Marlene Kunz, che sono di Fossano: ho usato le loro canzoni in “Tutti giù per terra” e hanno realizzato la colonna sonora di “Tutta colpa di Giuda”».