Home Attualità Vogliamo raccontare a Saluzzo la nostra esperienza del viagggio ad Auschwitz

Vogliamo raccontare a Saluzzo la nostra esperienza del viagggio ad Auschwitz

0
1

“Un’esperienza che non dimenticheremo. Avremo bisogno di tempo per interiorizzare tutto quanto è stato visto e vissuto. Abbiamo provato la rabbia e l’incredulità: come è stato possibile? Un viaggio che dovrebbero fare tutti”.
Sono alcune dei sentimenti espressi dai 41 studenti delle Superiori cittadine che lunedì 6 marzo sono tornati dalla Polonia, dove hanno partecipato al progetto “Promemoria Auschwitz”, organizzato dall’associazione di promozione sociale “Deina Torino”, insieme ad altre centinaia di altri giovani piemontesi, dal resto della provincia di Cuneo e da quelle di Torino, Asti e Novara.


Erano partiti mercoledì 1 marzo. Il gruppo era composto da 8 studenti del liceo “Bodoni”, 10 del “Soleri Bertoni”, 20 dell’istituto “Denina Pellico” e 3 dello “Cnos, con l’accompagnatore Leonardo Giletta, educatore del progetto “Approssimazioni” delle Politiche giovanili del Comune di Saluzzo. “Si è trattato – dice Giletta – di un’esperienza davvero forte e coinvolgente che ha guidato e aiutato gli studenti alla visita al lager di Auschwitz e ad altri luoghi simbolo di Cracovia della persecuzione nazista agli ebrei, come la fabbrica di Schindler, il quartiere ebraico e il ghetto. Tutti hanno riferito, durante il ritorno in bus, di aver vissuto un viaggio davvero utile e che non potranno mai scordare.

Siamo già d’accordo per organizzare una restituzione pubblica a favore della comunità saluzzese”. “Il percorso formativo – aggiunge l’educatore –, preparato dall’associazione “Deina” e parallelo ai momenti di visita, è partito dal confronto sulla difficoltà del fare delle scelte, pensando alla popolazione tedesca ai tempi del nazismo e a chi si giustificava dicendo di eseguire solo ordini. Gli organizzatori hanno anche aiutato ragazze e ragazzi alla gestione dei contrasti interiori come la paura della visita al campo di concentramento, il timore per sentimenti troppo forti o troppo indefiniti e la necessità di tempo e di sospensione del giudizio verso se stessi, spiazzati da esperienze così forti”.
Il Comune di Saluzzo ha patrocinato il progetto e coperto parte dei costi a carico delle famiglie.