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La scrittrice Gigliola Alvisi all’Ic di Govone

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“Sono le tradizioni, si dice per giustificare l’orrore.
Sono bambine spogliate di tutto da adulti crudeli, invece.
A loro è dedicato questo romanzo.”
Gigliola Alvisi, nota scrittrice di libri per ragazzi, ha scelto di introdurre così il suo romanzo,
“Troppo piccola per dire sì”, edito da Coccole books, nell’intento di sensibilizzare i giovani
lettori sul fenomeno delle spose bambine attraverso la storia della giovane protagonista,
Maisa.

A pochi giorni dall’8 marzo, in un’epoca in cui in alcune parti del mondo le bambine, le
ragazze rischiano di essere avvelenate solo perché hanno scelto la scuola e l’istruzione, le
alunne e gli alunni delle Secondarie di I° grado di Priocca e Govone hanno avuto modo di
dialogare con l’autrice circa la scottante e, purtroppo, attuale tematica.
Strettamente collegato ai contenuti dell’educazione civica e al piacere della lettura,
l’evento, svoltosi in modalità telematica e introdotto dai saluti della dirigente del
Comprensivo di Govone, prof.ssa Gabriella Benzi, ha consentito alle classi partecipanti di
approfondire i numerosi stimoli presenti nelle pagine del libro attraverso le domande rivolte
alla scrittrice.
Nel corso del collegamento la stessa ha rivelato come, se da un lato non sia stato
semplice affrontare certi argomenti, allo stesso tempo il desiderio di tenere viva
l’attenzione sui diritti negati delle donne abbia costituito stimolo per continuare a scrivere e
denunciare.
Alla domanda del giovane pubblico “Che cosa potremmo fare per arginare il fenomeno?”,
la Alvisi ha sottolineato l’importanza di non trascurare alcuni campanelli di allarme,
incoraggiando le studentesse e gli studenti alla cittadinanza attiva, vera, al lasciare da
parte il “A me non compete, riguarda”, sostenendo le associazioni perché non si spenga la
luce sul fenomeno e si continui a parlare dello stesso.
La curiosità si è rivolta anche alle cause che lo generano; come un male impossibile da
sradicare, sono il più delle volte legate ad una lettura rigida e sbagliata che alcune religioni
fanno della figura femminile.
A peggiorare e ampliare il fenomeno situazioni di estrema povertà, condite dagli eventi
bellici che in taluni casi spingono i padri a vendere le figlie in giovane età anche ai
guerriglieri, nel tentativo di poter assicurare un futuro agli altri componenti della famiglia.
Nonostante tanto grigiore, grazie ad una mamma coraggiosa e a delle amicizie vere, nel
romanzo la storia di Maisa si conclude nel migliore modi.
Nella realtà, purtroppo, non sempre tali vicende hanno un epilogo lieto e in un 2023
tecnologico e iper connesso a molte bambine viene ancora inflitta quella che nel libro è
definita una “ condanna definitiva, in un incubo reale e crudele.”