Un territorio da visitare e vivere sempre più in sella e in compagnia della famiglia.
L’Europa ha finanziato con 770 mila euro una nuova iniziativa per il cicloturismo nelle Terre del Monviso, le vallate alpine del Re di Pietra, sia sul versante italiano che su quello francese.
Il progetto si chiama “VeloPluff”, scadrà a fine 2024, dopo 15 mesi di lavoro, e servirà per far conoscere sempre più il territorio, attraverso la presenza alle fiere turistiche a livello nazionale ed estero, ed eventi specifici come, ad esempio, il “Terres Monviso Outdoor festival” che apre venerdì 17 marzo a Saluzzo la seconda edizione e dura fino a domenica 19, e una diversa kermesse anche sul lato francese.
“Ci aiuterà – spiegano i tecnici del Comune di Saluzzo che hanno seguito la progettazione – a migliorare l’offerta turistica e l’accoglienza dei visitatori, in particolare di famiglie con bambini.
Inoltre, sarà portato avanti uno studio sui diversi tipi di fruizione del territorio per proporre nuove soluzioni” “VeloPluff” ha l’obiettivo di valorizzare e rilanciare dossier già finanziati negli anni scorsi. Si tratta, infatti, dell’unione e della prosecuzione di “VeloViso” e “Pluff”. Il primo a partire dal 2016 ha messo in rete e a sistema oltre 100 percorsi ciclabili per più di 3 mila km nelle sei vallate cuneesi (dall’Infernotto alla Stura di Demonte) e nelle tre Comunità di Comuni francesi confinanti (Queyras-Guillestroise, Serre-Poncon, Ubaye Serre-Poncon), facendo conoscere e apprezzare le Terre del Monviso come meta turistica a livello europeo, da scoprire con la bici.
Il secondo puntava sul turismo famigliare con spettacoli, eventi e l’invenzione di un gioco in scatola per svelare il territorio anche ai più piccoli.
“L’avvio di questa nuova programmazione europea che durerà fino al 2027 – dicono il sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni e la consigliera dell’Unione Valle Varaita Stefania Dalmasso – per noi è stato come un ritorno alle origini, perché rilanciamo con forza il primo progetto di territorio transfrontaliero sul cicloturismo che ha portato le Terre del Monviso ad essere conosciute dagli amanti della bicicletta, mezzo ecologico e slow, lento, per entrare in un territorio e abitarlo per un soggiorno più o meno breve. Iniziamo a raccogliere i primi frutti, ma il lavoro da fare è ancora enorme e non abbiamo intenzione di fermarci”.