Il cammino della Fondazione Nuovo Ospedale Alba-Bra Onlus, che dal 2021 ha tolto la parola Nuovo dalla sua denominazione (in seguito all’apertura dell’ospedale) – inizia il 28 marzo 2008 per volere di singoli cittadini (Emilio Barbero di Canale, Dario Stroppiana di Alba, Ferruccio Stroppiana di Gallo Grinzane, Vincenzo Toppino di Castellinaldo); aziende (Gruppo Miroglio Spa di Alba, Eataly Srl di Alba, Ceretto Srl di Alba, Gruppo Dimar Spa di Roreto, Gruppo Montello Spa di Bra, Gruppo Rolfo Spa di Bra); associazioni del territorio (Ass. Santo Spirito di Cortemilia). In questi 15 anni di attività, la sua presenza costante e partecipe alle vicende sanitarie ha permesso l’ultimazione dell’ospedale grazie alla influenza positiva tra le sue file di imprenditori affermati a livello nazionale e internazionale oltre ai più bei nomi dell’imprenditoria locale e del tessuto produttivo e civile del territorio Alba-Bra-Lange-Roero che hanno esercitato negli anni una giusta e corretta moral suasion. Oggi la compagine societaria della Fondazione Ospedale Alba-Bra comprende ben 63 soci che danno lavoro a migliaia di persone, una realtà che molti territori in Italia ci invidiano e che in diversi cercano con scarso successo di copiare. In tutti questi anni la Fondazione Ospedale ha raccolto e donato all’Asl Cn2 per l’ospedale pubblico, un ospedale di tutti e per tutti, apparecchiature, impianti, strumenti diagnostici, arredi, giardini per un valore commerciale di oltre 25 milioni, raccolti sul territorio con entusiasmo e umiltà tra piccole e grandi donazioni. Si passa dai 3,31 euro di un bambino di Bra alle donazioni milionarie di alcuni benefattori. «Un impegno», sottolinea il presidente Bruno Ceretto che ricopre la carica dal giugno 2018, «che è cresciuto nel tempo e si è concretizzato attraverso tanti progetti con l’obiettivo di rendere l’ospedale Michele e Pietro Ferrero, una eccellenza. È evidente a tutti i sanitari come la presenza della Fondazione ha contribuito a creare il clima giusto per contribuire a fare arrivare a Verduno professionisti di elevata competenza professionale. Sappiamo che la strumentazione tecnologica è importante ma sono le persone che fanno la differenza. Si incominciano a vedere i primi effetti positivi nella quantità e qualità delle prestazioni grazie all’attrazione che esercita il nostro nuovo ospedale in diversi ambiti sia medici che chirurgici». Tra la strumentazione di assoluta eccellenza va annoverato il sistema robotico Da Vinci, come ribadisce il direttore della Fondazione Ospedale Alba-Bra Luciano Scalise «Il robot è uno dei nostri fiori all’occhiello che pochi ospedali in Piemonte possiedono. È un sistema evoluto per la chirurgia mini invasiva. Le sue caratteristiche tecniche fanno sì che il robot trovi diverse applicazioni soprattutto in campo urologico. Abbiamo contribuito a formare in questo campo dei professionisti che frequentano il master diretto dal professor Francesco Porpiglia all’Università di Torino». Non possiamo dimenticare la sala ibrida contenuta nel blocco operatorio dove si possono realizzare interventi di radiologia interventistica, chirurgia vascolare e politraumi. «Confidiamo», continua il direttore Scalise, «in un utilizzo virtuoso e produttivo della stessa».
E poi ci sono altre qualità: dotazione tecnologica, personale, arredi delle stanze, camere di degenza, sale d’attesa…
«Tutti ingredienti che hanno reso la nostra struttura ospedaliera davvero all’avanguardia. I nostri letti sono tutti elettrici, le stanze sono singole o doppie con il bagno interno. La Fondazione ha acquistato per i servizi 14 accessori; dotato le camere con tv 43 pollici, cassaforte, il sistema di sollevamento pazienti e nelle stanze singole è stato predisposto anche un divano letto per l’accompagnatore del paziente. Tutti confort che la Fondazione ha voluto fornire alla comunità e ai pazienti di questo ospedale con il piacere e l’obiettivo di garantire all’ammalato sistemazione alberghiera, grazie al progetto “Adotta una Stanza” per la quale si stanno avviando le intitolazioni delle stesse».
La Fondazione continua a guardarsi in giro nell’ambito del progresso della medicina e chirurgia, settori in continua evoluzione…
«Certamente. La nostra Fondazione si muove stringendo partnership e scambi informativi con tante, prestigiose realtà internazionali come la Harvard Medical School. Le professionalità che lavorano nella sanità devono capire e cogliere che cosa succede nel mondo… Noi siamo un ospedale di periferia, ma abbiamo l’ambizione e la voglia di guardare alla globalità, agendo localmente. Siamo dunque una realtà glocal: un ospedale che vuole essere all’avanguardia nelle cure, ma con un atteggiamento da ospedale di campagna, dove il paziente deve essere al centro, riconosciuto e sempre accompagnato… Queste doti hanno un valore, e testimoniano un atteggiamento di umanità, per far sì che ogni paziente non si senta spaesato e si trovi in un ambiente bello (l’umanizzazione pittorica nei vari reparti), la musica con il pianoforte che suona e fa risuonare l’ospedale di una vibrazione diversa».
Questo dunque lo spirito con cui è nato il servizio supportato da questo coeso gruppo di volontari…
«Sono un autentico valore per il nostro Ospedale e rappresentano anche un valido supporto, specie nel servizio che offrono al Pronto Soccorso. Rappresentano il valore umano, in quanto autentici donatori di tempo. Uomini e donne che con pazienza, disponibilità ed un sorriso aiutano chi si rivolge al nostro ospedale e necessita di cure. Prossimamente entrerà in servizio un nuovo gruppo che oltre al pronto soccorso accompagnerà le persone verso gli altri servizi ospedalieri. Chi vorrà farne parte tra i lettori di IDEA, potrà contattare la Fondazione per avviare questo nuovo servizio».
Massimo perotto: «Con i volontari aiutiamo le persone
in un momento di emergenza»
«L’idea di formare ottanta volontari che si occupano dell’accoglienza nel Pronto Soccorso dell’Ospedale di Verduno, si è concretizzata grazie al sostegno della Fondazione Ospedale Alba-Bra», sottolinea il dottor Massimo Perotto, primario urgentista, responsabile Dea. «I volontari rappresentano una figura, preziosa, che svolge intermediazione tra utenza e personale sanitario. Il loro ruolo è certamente quello di collante tra personale e pazienti e il loro operato è fondamentale per creare un ambiente sereno e positivo facendo in modo di alleviare l’attesa, in particolare di persone anziane e bisognose. I volontari che hanno dimostrato impegno, dedizione e anche grande disponibilità in termine di ore, hanno il compito di indirizzare i pazienti e guidarli nelle fasi di pre-triage e triage. Desidero anche sottolineare il prezioso ruolo del servizio di psicologia, che abbiamo introdotto nel corso di formazione per un supporto nella preparazione dei volontari nella gestione dei rapporti e comunicazioni con utenza».
Gianni Quassolo: «Guidiamo i pazienti nelle fasi
di pre-triage e triage»
«L’idea di dedicarmi al volontariato è maturata in concomitanza del mio pensionamento. Mi sono dedicato inizialmente alla Croce Rossa, dove mi sono specializzato nel pronto intervento, nel 118 e nella guida dell’ambulanza. Poi, con il Covid ho deciso di accettare l’invito della Fondazione Ospedale Alba-Bra nel diventare volontario e poi coordinatore dei volontari. Inizialmente abbiamo fatto servizio attraverso l’ambulatorio mobile, paese per paese del nostro territorio, effettuando vaccinazioni e prelievi di utilità. Poi, grazie alla sensibilità della Fondazione Ospedale e su impulso del dottor Perotto, responsabile del Dea dell’Ospedale di Verduno, abbiamo dato vita ad un servizio di aiuto ai pazienti che arrivano in Pronto Soccorso. Siamo diventati, e uso il plurale perché attualmente siamo una squadra composta da oltre 80 volontari, che supporta praticamente i pazienti all’arrivo in pronto soccorso. Il 95 per cento di noi effettua un turno, anche più volte a settimana. Come coordinatore mi occupo di organizzare il servizio. I turni sono spalmati su 3 fasce giornaliere: 10-14, 14-18, 18-22… Ci piace essere a disposizione della comunità e non ci pesano i turni, compresi i sabati e le domeniche, festività comprese!»