Home Articoli Rivista Idea Nuovi fondi per le aree alluvionate nel 2019: 3,2 milioni al Cuneese

Nuovi fondi per le aree alluvionate nel 2019: 3,2 milioni al Cuneese

0
1

Approvata la proposta della Re­gione Piemonte di un ulteriore piano di interventi connessi al superamento dell’emergenza per gli eventi meteorologici del 2019. Il Dipartimento della Pro­tezione Civile ha così autorizzato l’uso delle risorse necessarie per circa 15 milioni di euro. «Gli importi degli interventi coincidono sostanzialmente con quanto preventivato dagli uffici regionali con la ricognizione dei fabbisogni nei territori colpiti dalle alluvioni – ha osservato l’as­sessore a Protezione Civile e Tutela del Suolo del Piemonte Marco Gabusi -. È un ulteriore tas­sello che siamo riusciti a ot­tenere per ripristinare i danni che molte zone della nostra re­gione hanno subìto».
Nel Cuneese i fondi saranno suddivisi così: circa 2,4 milioni di euro per 41 interventi nei Comuni e 800mila euro per le opere di competenza della Pro­vincia di Cuneo.
Nel dettaglio, i Comuni beneficiari sono Bastia Mondovì, Brossasco, Castelletto Uzzone, Cortemilia, Cravanzana, Doglia­ni, Dronero, Frabosa Soprana, Garessio, Gorzegno, Levice, Monastero di Vasco, Mondovì, Montaldo di Mondovì, Neviglie, Ormea, Paroldo, Perletto, Pez­zo­lo Valle Uzzone, Roascio, Roc­ca­bruna, Saliceto, Santo Stefano Belbo, Trezzo Tinella e Villar San Costanzo.
La Provincia di Cuneo interverrà a Casteldelfino, Pontechianale, Sampeyre, Bellino, Bagnolo Pie­monte, Somano e Dogliani.
«Stanziamento dopo stanziamento – hanno detto con soddisfazione Matteo Gagliasso e Pao­lo Demarchi, consiglieri cuneesi del gruppo regionale Lega Salvini Piemonte – continua l’opera di risanamento e di messa in sicurezza del nostro territorio flagellato dall’alluvione del 2019. Un’opera di rammendo della provincia di Cuneo che, come è nello spirito della Lega, è partita dal basso, attraverso un’attenta azione di confronto e di ascolto dei sindaci e dei tecnici comunali per comprendere quali fossero le reali necessità delle loro comunità e lì intervenire, nel modo più efficiente e puntuale possibile. Un “tagliando” della Granda non più rinviabile, in un’epoca di repentini cambiamenti climatici come quel­la che stiamo vivendo».