«Ci risulta che a Mondovì sia in corso un’operazione per realizzare una seconda moschea, dopo quella già attiva in città in via Cuneo»: così i consiglieri comunali del Centro- destra monregalese.
«Come risulta da una comunicazione al sindaco dei giorni scorsi – proseguono i consiglieri – da parte della Comunità dei Mussulmani di Mondovì, a gennaio hanno preso il via una serie di lavori in un locale in via Trieste 20, a Mondovì, già sede in precedenza di un’attività commerciale, ed inserito in un’area dove ci sono attività artigianali e commerciali. Gli stessi lavori servirebbero per “predisporre il locale per svolgere attività religiose”: a tutti gli effetti una seconda moschea in città! Le operazioni sarebbero poi state fermate con un’ordinanza del Dipartimento tecnico, che ravvisava in pratica un abuso edilizio di cui all’ordinanza n. 63 del 14 marzo 2023».
«Un ulteriore elemento diciamo così, decisamente particolare, della vicenda – proseguono i rappresentanti del Centro-destra monregalese – è che il presidente della Comunità dei Mussulmani di Mondovì che ha agito in modo così anomalo, a quanto ci risulta, era uno dei candidati in una lista civica a sostegno dell’attuale sindaco Robaldo alle ultime elezioni comunali. Ci teniamo ad ottenere una serie di chiarimenti da parte della maggioranza sulla questione, pertanto abbiamo presentato un’interrogazione sul tema».
Mondovì avrà quindi una seconda moschea? Chi la utilizzerà, dato che negli ultimi periodi la presenza di stranieri extracomunitari a Mondovì non sembra avere avuto un incremento tale da giustificare questo genere di operazione? Sarà a beneficio dei paesi limitrofi?
Ulteriori questioni si sollevano infine sull’opportunità di questo nuovo luogo di culto in quel preciso contesto: «Ci chiediamo, aspettando la risposta nel prossimo Consiglio – concludono i consiglieri – se effettivamente la realizzazione della nuova moschea per svolgere attività religiose, come indicato dal presidente della Comunità dei Mussulmani nella sua prima comunicazione, sia compatibile con quell’ambito urbanistico cittadino, dove sorgono attività commerciali ed artigiane; e se il sindaco abbia intenzione di concedere il permesso di concretizzare questa idea».