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Palleggiando con… Matilde Barroero

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Da quanti anni giochi a pallavolo?
«Dalla seconda elementare, ben 27 anni contando che ho saltato una stagione».
Qual è il tuo piatto preferito per la giusta carica di energia?
«Non dovrei dirlo perché sono una biologa nutrizionista, ma… latte e biscotti!».
Hai un rito scaramantico in campo?
«Assolutamente sì: utilizzo sempre lo stesso abbigliamento, faccio il riscaldamento sempre nello stesso modo e quando era in vita davo sempre cinque baci al mio cane prima del saluto, ora lo faccio ancora sul tatuaggio che le ho dedicato».
Come esprimi al meglio la tua energia in campo?
«Cercando di mantenere il gruppo unito».
Cosa ti ha attratto del Territorio albese?
«Sono tornata ad Alba dopo alcuni anni di studio fuori, dopo aver girato tanto posso dire con certezza che qui si sta molto bene, e poi volevo tornare dalla mia famiglia».
Cosa fai prima di ogni partita?
«Cerco di rilassarmi».
Cosa fai dopo ogni partita?
«Corro a casa per cercare di addormentare i miei bimbi: Coraline e Sebastian, due gemelli di un anno e mezzo».
Chi viene a vederti alle partite?
«Mio nonno, i mei genitori, mia sorella, il mio fidanzato e a volte anche i miei bimbi».
La pallavolo ti porta a seguire un’alimentazione particolare?
«Sì, diciamo che cerco di mangiare equilibrato e faccio particolarmente attenzione soprattutto in estate quando non mi alleno».
Hai un hobby preferito oltre alla pallavolo?
«Mi piace andare in montagna, amo la natura, poi leggere e studiare».
Chi è il tuo più grande sostenitore?
«Mio nonno».
Dove ti vedi tra 5 anni?
«Sicuramente non più come giocatrice, spero di riuscire a dare il mio contributo alla società diversamente».
In quante squadre hai giocato?
«Direi 7/8».
Com’è stato l’arrivo a L’Alba Volley?
«Ero contenta perché per me ha significato un ritorno a casa. Inizialmente ho fatto un po’ fatica perché sono passata dalla B1 alla C e ho dovuto ridimensionare alcuni metodi».
Sei soddisfatta della stagione?
«A livello di squadra “ni”. È chiaro che l’obiettivo era un altro, ma con tutti i limiti e le difficoltà che abbiamo incontrato io sono comunque orgogliosa della mia squadra, abbiamo cercato di dare il meglio. A livello personale il mio ritorno in campo dopo un infortunio importante e dopo la gravidanza era un po’ una sfida e posso dire di averla vinta».
È difficile conciliare gli impegni della squadra con quelli della famiglia?
«Sì, ma non mi pesa. Ho un lavoro e i miei due bambini da gestire, ma ormai mi sono adattata. È diventato tutto un incastro al secondo (ride ndr)».
Giocare a pallavolo era il sogno che avevi fin da bambina?
«Sì, sono sempre stata molto competitiva, quando ho provato atletica e danza mi mancava quella parte».

BaNNER
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