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Arriva il primo bando per l’uso efficiente delle risorse idriche nelle aziende agricole

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Nel mese di aprile la Regione apre il primo bando del nuovo Sviluppo Rurale 2023-2027 relativo agli interventi mirati all’uso efficiente e sostenibile delle risorse idriche da parte delle aziende agricole. Obiettivo è il risparmio di acqua. Sono previsti tre possibili percorsi di investimento. Il primo (A): migliorare, rinnovare e ripristinare gli impianti esistenti che non comportino, però, un aumento netto della superficie irrigata. Il secondo (B): creare, ampliare, migliorare, ristrutturare ed effettuare la manutenzione straordinaria dei bacini o di altre strutture di stoccaggio e conservazione solo delle acque stagionali e piovane, incluse le opere di adduzione e distribuzione ma di pertinenza esclusivamente aziendale. Il tutto con l’obiettivo di garantire la disponibilità della risorsa idrica anche nei periodi dell’anno nei quali è carente. Il terzo (C): utilizzare, attraverso la depurazione, le acque reflue come fonti alternative di approvvigionamento idrico. La dotazione finanziaria della misura per l’intero periodo di riferimento dello Sviluppo Rurale è di 12 milioni di euro. Nel 2023 la disponibilità è di 5.500.000 euro. Il sostegno viene erogato sotto forma di finanziamento in conto capitale, con una percentuale della spesa ammessa al contributo dell’80% per il primo percorso progettuale A e del 65% per gli altri due B e C. Gli investimenti sono ammissibili solo se è possibile misurare il consumo dell’acqua: quindi se è già presente il contatore o lo si può installare nell’ambito dello stesso intervento di sostegno.

Cosa significa la misura per le aziende agricole? Lo abbiamo chiesto al responsabile tecnico di Cia Cuneo, Giovanni Cordero. Sottolinea: “Visto l’imprevedibile andamento climatico, con la mancanza di acqua, degli ultimi anni, si tratta di una grande opportunità. La dotazione finanziaria è importante. Dobbiamo ancora capire come verrà strutturato il bando, ma ci auguriamo una riduzione al minimo indispensabile della burocrazia. Così come è auspicabile che le rimanenti risorse rese disponibili vengano utilizzate con altri bandi da aprire a cadenza ravvicinata e annuale, in modo da invogliare le aziende verso la migliore gestione possibile del sistema irriguo”.

I bacini aziendali possono rappresentare un metodo valido per l’irrigazione sostenibile? “I grandi invasi hanno bisogno di anni per la programmazione, la progettazione e la realizzazione. Dare la possibilità alle aziende di costruire o migliorare le loro strutture di stoccaggio è un percorso che aiuta a tamponare la difficile situazione. Certo, l’intervento non è fattibile per tutti i comparti: il cerealicolo, ad esempio, ha bisogno di quantitativi di acqua ben superiori rispetto a un bacino di piccole dimensioni e comunque gli imprenditori del settore dovrebbero sostenere dei costi di gestione troppo elevati. Ma per le aziende frutticole o quelle orticole poter realizzare un contenitore dell’acqua adatto alle loro esigenze e, di conseguenza, programmare l’irrigazione delle colture, si tratta di un’ottima occasione da sfruttare”.