DALLE ALLERGIE AL CANCRO, I RISCHI DEI CIBI ARTIFICIALI

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Foto di repertorio

Dalle allergie ai tumori sono 53 i pericoli potenziali per la salute dei cibi prodotti in laboratorio, individuati nel primo Rapporto FAO–OMS sul “Cibo a base cellulare”, definizione considerata più chiara rispetto al termine “coltivato” preferito invece dalle industrie produttrici ma ritenuto essere fuorviante dalle due Autorità mondiali. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sul Rapporto pubblicato dalla FAO e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che ritiene anche discutibile usare per questi prodotti i termini carne, pollo o pesce.

Il documento arriva dopo la presentazione in Italia del disegno di legge che vieta la produzione, la commercializzazione e l’uso di cibo artificiale che dovrà ora essere discusso e poi approvato dal Parlamento, con la raccolta da parte della Coldiretti di mezzo milione di firme di cittadini, di cui oltre 12.000 della Provincia di Cuneo dove il 60% dei Comuni ha aderito alla petizione Coldiretti.

“Una mobilitazione – dichiara il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada – che ha il merito di aver acceso i riflettori su un business in mano a pochi ricchi e influenti nel mondo e fino ad ora tenuto nascosto ma che può cambiare la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda, con la positiva apertura di una discussione nel Paese e in Parlamento, che da oggi può avvalersi di un’analisi autorevole come quella della FAO e dell’OMS: il loro Rapporto, un documento di ben 134 pagine, evidenzia la necessità di garantire la sicurezza alimentare con l’identificazione dei pericoli potenziali nella catena di produzione per valutare ulteriormente i rischi associati, prima della diffusione commerciale su larga scala”.

I pericoli potenziali interessano le quattro fasi della produzione di cibo a base cellulare: la selezione delle cellule, la produzione, la raccolta e la trasformazione. In particolare – precisa la Coldiretti – i rischi secondo gli esperti consultati da FAO e OMS riguardano la trasmissione di malattie, le infezioni animali e la contaminazione microbica oltre alla necessità di una particolare attenzione sull’uso di componenti come fattori della crescita e ormoni usati nei bioreattori e su come queste molecole attive possono interferire con il metabolismo o essere associate allo sviluppo di alcuni tipi di cancro. Inoltre secondo il Rapporto FAO–OMS gli ingredienti aggiunti per migliorare le caratteristiche del prodotto possono essere causa di reazioni allergiche.

Il paper della FAO e dell’OMS fa chiarezza sull’uso improprio del termine “carne coltivata” con il rischio oggettivo che i cittadini cadano in inganno poiché in realtà quella ottenuta in laboratorio – sostiene Coldiretti Cuneo – non è carne e non è coltivata. Secondo l’enciclopedia Treccani, per carne si intende “la parte muscolare del corpo dell’animale” e di conseguenza senza animale non c’è carne, mentre il significato di coltivare è “curare un terreno, una pianta con il lavoro, la concimazione e gli altri mezzi opportuni a renderli capaci di dar frutto”. Ma va anche evidenziato – continua Coldiretti Cuneo – il richiamo implicito al principio di precauzione per una nuova tecnica con enormi rischi potenziali di fronte ad una ricerca monopolizzata da pochi gruppi e grandi finanziatori. Secondo la FAO e l’OMS, infatti, “attualmente esiste una quantità limitata di informazioni e di dati sugli aspetti della sicurezza alimentare degli alimenti a base di cellule per aiutare i regolatori a prendere decisioni informate”.

“Il documento evidenzia altri aspetti da approfondire come le questioni etiche, le considerazioni ambientali, la preferenza e accettazione dei consumatori, gli aspetti nutrizionali, i costi di produzione, i prezzi dei prodotti finali e i requisiti normativi come i meccanismi di approvazione e le regole di etichettatura. Si tratta infatti di processi produttivi molto più simili a quelli dei farmaci e in questo ambito devono essere valutati” afferma il Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu.