È stata presentata a Torino agli imprenditori piemontesi la declinazione territoriale dell’accordo tra Confindustria e Intesa Sanpaolo, nell’ambito di un incontro che ha messo in luce le prospettive economiche del territorio e le leve per la crescita. Siglato nell’ottobre 2021, in una congiuntura economica ancora condizionata dalla pandemia, il protocollo nazionale allora sottoscritto dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi e dal ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, individuava alcuni strumenti utili per affrontare la crisi. Oggi l’Associazione di rappresentanza delle imprese manifatturiere e di servizi e il Gruppo bancario rafforzano la collaborazione in un contesto diverso, ponendo l’accento sul tema della transizione sostenibile e dell’indipendenza energetica delle Pmi.
Ad aprire i lavori, i saluti di Giorgio Marsiaj, presidente Unione Industriali Torino il quale ha rimarcato: «L’obiettivo di questo accordo tra Intesa Sanpaolo e Confindustria è esattamente ciò che serve a noi imprenditori non solo per ripartire, ma per far crescere le nostre imprese. Le nuove regole richiedono alle banche di includere la valutazione dei rischi Esg delle imprese nei loro processi di concessione e monitoraggio del credito. Ciò determina soprattutto una forte pressione sulla disclosure delle informazioni da parte delle imprese, tenute a fornire informazioni al mercato e agli stakeholder sul livello di sostenibilità della loro catena di fornitura. Riteniamo che avere standard di rendicontazione allineati a livello internazionale e semplificati per le Pmi sia utile per il Sistema e concorra a creare lavoro in Piemonte come in tutto il nostro Paese. È un aspetto fondamentale per rendere sostenibile l’intero sistema economico e sociale».
Anna Roscio, executive director Sales & marketing imprese di Intesa Sanpaolo, ha illustrato il percorso congiunto banca-associazione, sottolineando: «La nuova sfida per le imprese si gioca intorno alla sostenibilità nel suo senso più ampio ossia ambientale, sociale e di governance. Con oltre 1,2 milioni di imprese clienti dalle micro realtà fino a quelle con 350 milioni di fatturato, di cui quasi 100.000 in Piemonte, sosteniamo investimenti in digitalizzazione, innovazione, trasferimento tecnologico, transizione ambientale ed energetica, anche grazie alle garanzie pubbliche di Sace e alle provviste Bei. Le risorse del Pnrr sono una grande chance e attraverso la nostra piattaforma Incent Now, aziende grandi e piccole possono individuare i bandi più adatti e accedervi con la nostra consulenza».
Marco Gay, presidente Confindustria Piemonte, e Stefano Cappellari, direttore Regionale Piemonte Nord, Valle D’Aosta e Sardegna di Intesa Sanpaolo sono entrati nel merito dell’attuazione territoriale del protocollo, sostenuto da un plafond di 12,5 miliardi di euro nell’ambito dei 150 miliardi stanziati a livello nazionale.
Il presidente Gay ha ribadito: «A tre anni dal lockdown e ad uno dall’inizio del conflitto russo-ucraino, il Pil del nostro Piemonte è tornato ai livelli pre-pandemia. Ciò è avvenuto anche grazie a strumenti come quello presentato, che hanno aiutato a sostenere le esigenze delle imprese di ogni dimensione. Il ruolo delle Pmi nella nostra economia è sempre più centrale, anche nella capacità di innovazione, attrazione e sviluppo dell’export. Poter accompagnare la transizione tecnologica e ambientale, sostenendo gli investimenti e il ruolo delle filiere, è una leva per lo sviluppo e la crescita nel medio e lungo termine».
«La lunga collaborazione con Confindustria ci ha portati a sviluppare un confronto con il tessuto produttivo che è stato determinante per rispondere alle reali esigenze delle imprese e del territorio», ha sottolineato Stefano Cappellari, aggiungendo: «Intesa Sanpaolo vuole essere vicina alle imprese non solo con il credito, ma anche individuando le migliori soluzioni per la crescita, in un’ottica di filiera che coinvolga anche le piccole. Il Piemonte ha molti punti di forza. Lo testimonia il forte aumento delle esportazioni che sono passate da 38 miliardi di euro nel 2008 a quasi 60 miliardi di euro nel 2022. Nella Regione c’è una consolidata rete di filiere, impegnate tra l’altro in un positivo sforzo per accorciare le distanze nella catena di fornitura. Alcuni settori, quali la meccanica, il food, l’aerospazio sono in crescita ed hanno superato i valori pre-Covid. L’automotive, che sta attraversando una storica transizione tecnologica, con le migliaia di posti di lavoro che rappresenta, è un settore strategico: vogliamo restare al fianco delle imprese che ne scriveranno il nuovo capitolo in una sfida da affrontare assieme».
Emanuele Orsini, vice presidente per il Credito, la Finanza e il Fisco di Confindustria e Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, si sono confrontati su competitività, innovazione e sostenibilità.
«Le imprese italiane», ha evidenziato Emanuele Orsini, «stanno affrontando uno scenario particolarmente complesso, in cui la principale preoccupazione è legata al forte e repentino rialzo dei tassi, determinato dalla politica monetaria della Bce, che ne peggiora la situazione finanziaria già appesantita dall’ampio ricorso al debito necessario per rispondere alla pandemia e alla crisi su energia e materie prime. In questo scenario sono scoraggiati i nuovi investimenti. Proprio ora che svolgono un ruolo centrale per affrontare la transizione digitale e soprattutto quella sostenibile. Transizioni che rappresentano per le imprese un’imperdibile opportunità di aggiornamento dei modelli di business, e quindi di crescita e aumento di competitività. Il Pnrr resta una leva strategica da sfruttare appieno. Inoltre, nel contesto della delega fiscale, sarà essenziale puntare su una riforma che favorisca gli investimenti qualificati e la patrimonializzazione delle imprese. Il lavoro fatto in questi ultimi anni – ribadito con l’accordo siglato nell’ottobre 2021 da Bonomi e Messina – è strategico e ha anticipato le tendenze in atto, mettendo a disposizione delle imprese un set integrato di misure per sostenerne la liquidità e per consentire loro di guardare al futuro, stimolando gli investimenti che consentiranno di affrontare le transizioni da protagonisti».
«L’azione congiunta con Confindustria», ha rimarcato Stefano Barrese, «si coniuga al nostro impegno complessivo ad attivare erogazioni a medio-lungo termine per oltre 410 miliardi di euro, di cui 120 destinati alle PMI nell’arco del PNRR. Il percorso che le nostre imprese devono intraprendere verso la transizione ecologica, energetica ed ambientale è reso più complesso dal contesto di volatilità sul mercato delle materie prime e dalle diverse crisi che abbiamo visto susseguirsi in questi anni difficili. Tuttavia, l’obiettivo prioritario è assicurare alle PMI tutto il supporto necessario per affrontare questo percorso con strumenti adeguati messi in campo grazie al patto fra banca, associazioni di categoria e non ultimo il settore pubblico. Riconfermiamo oggi la disponibilità nell’ambito dell’accordo con Confindustria di 12,5 miliardi di euro per le imprese piemontesi e rinnoviamo altresì l’impegno ad incentivare programmi di transizione verso un’economia più sostenibile e di autonomia energetica, offrendo alle imprese consulenza per l’autovalutazione green, nonché strumenti finanziari per arginare il rischio di ulteriori aumenti del costo delle forniture con le necessarie coperture».
Sono i tre driver indicati dal protocollo per promuovere l’evoluzione del sistema produttivo in coerenza con le linee guida del Pnrr, ponendo al centro della collaborazione azioni a supporto delle aziende in ambito di digitalizzazione e innovazione, rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale, potenziamento delle filiere e sostenibilità.