Direttore di Amos dal 2016, laureato in Economia Aziendale alla Bocconi, con master in Management Sanitario, abilitato al ruolo di direttore generale di aziende sanitarie, oltre che city manager nel Comune di Sesto San Giovanni. È il profilo del nuovo commissario dell’Aso Santa Croce e Carle di Cuneo, Livio Tranchida, in carica dal 1° maggio. Lo abbiamo intervistato.
Tranchida, quali principi guideranno la sua azione all’Aso?
«Innanzitutto, porrò al centro l’obiettivo di valorizzare un asset strategico per tutta la provincia di Cuneo, compito cui sono stato chiamato dall’assessore Icardi, che ringrazio per la fiducia. Lo farò ispirando la mia azione al principio di trasparenza, quale strumento a tutela dei diritti dei cittadini, e di promozione alla partecipazione degli stessi nei procedimenti amministrativi. L’efficienza nell’utilizzo delle risorse pubbliche, l’efficacia dell’azione, l’impegno e lo spirito di sacrificio rappresenteranno capisaldi del mio mandato. Senza dimenticare la collaborazione, ponendo particolare attenzione al dialogo con gli stakeholder a vari livelli, istituzionali, aziendali, corpi intermedi, organizzazioni sindacali. Sarà infine necessario un carico di sano entusiasmo».
Cosa porterà con sé delle sue esperienze pregresse?
«Ho avuto la possibilità di maturare importanti esperienze manageriali, di direzione generale in ambito sanitario e socio-sanitario, come city manager, in enti e aziende di diversa natura, in una pluralità di contesti sociali e territoriali, che hanno arricchito il mio bagaglio di conoscenze e competenze e che mi hanno permesso di maturare la consapevolezza di come per gestire le organizzazioni complesse sia necessario saper essere e fare squadra, offrendo una visione di prospettiva quanto più ambiziosa».
Quali sono i principali obiettivi da perseguire per l’Aso Santa Croce e Carle di Cuneo?
«L’obiettivo da perseguire è quello di portare l’Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo al posto che merita nel panorama nazionale. Valorizzare le eccellenze, potenziare i servizi, la qualità delle risposte ai bisogni di salute dei degenti e della comunità, integrando la propria azione con quella delle aziende sanitarie territoriali di quadrante. Imprescindibile sarà inoltre aumentare l’appetibilità e l’attrattiva dell’azienda per i professionisti e i lavoratori».
Qual è la sua posizione in merito alle scelte che sono state già assunte per la costruzione del nuovo ospedale?
«La costruzione del nuovo ospedale rappresenta una priorità per il territorio. La realizzazione del futuro nosocomio dovrà vedere tutte le istituzioni a vari livelli e la società coinvolti e partecipi attivamente, garantendo una stretta sinergia con la Regione Piemonte. Tutto ciò richiederà impegno, capacità, conoscenze e lavoro in team affinché fin da subito tutti i soggetti coinvolti sentano e respirino la responsabilità di una sfida che questo territorio è in grado di vincere in tempi ragionevoli e a costi sostenibili».
Quale futuro immagina per la sanità pubblica cuneese?
«Il sistema sanitario si trova di fronte importanti sfide prospettiche: il potenziamento della rete territoriale, l’ammodernamento delle dotazioni tecnologiche, la digitalizzazione del Sistema Sanitario Regionale, l’avvio di una concreta integrazione ospedale-territorio, la piena applicazione del Pnrr e del Dm 77 sono solamente alcune di queste. Il futuro della sanità cuneese passerà dalla capacità di saper affrontare queste e altre sfide; il suo successo da una sempre più stretta integrazione ospedale-territorio, da una visione strategica condivisa di quadrante, dal mettere a fattor comune le buone pratiche. E in tutto ciò l’Azienda Ospedaliera Hub dovrà svolgere un ruolo cruciale».