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L’opinione di Guido Forni

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La notizia, uscita nei giorni scorsi, riguarda la possibilità concreta che entro il 2030 il vaccino mRna sarà efficace contro il cancro. E molto probabilmente permetterà anche di curare alcune malattie autoimmuni e cardiovascolari.
Come sarà possibile? Grazie a una biopsia da eseguire su un paziente malato di cancro. Un laboratorio esaminerà il campione e il materiale genetico verrà sequenziato per identificare le mutazioni non presenti nelle cellule sane. Un computer verificherà quali sono quelle responsabili della crescita del cancro. E verrà quindi creata una molecola di Rna messaggero con le informazioni per creare gli antigeni capaci di scatenare la risposta immunitaria.
In un’intervista al quotidiano La Stampa, l’immunologo e docente dell’Università di Torino, professor Guido Forni, ha spiegato comunque che non si tratta della scoperta del secolo, quanto piuttosto dell’evoluzione di un risultato che era già stato acquisito: «La ricerca legata al Coronavirus ha permesso di sviluppare una nuova tecnologia che consente di mettere a punto vaccini personalizzati molto rapidamente».
Ovviamente nel primo periodo questi vaccini resteranno sperimentali e in laboratorio. La copertura garantita per i tumori sarà, secondo Forni «piuttosto diffusa, ma relativamente ad alcuni tipi di tumore. Per fare un esempio, il 15% dei tumori alla mammella esprimono lo stesso antigene e in questo caso è possibile prevenire o curare con un vaccino. In altri casi, sarà più limitata». Anche perché bisogna tenere in conto un dettaglio: «Il cancro spesso riesce a sopprimere la reattività immunitaria. Ci sono degli anticorpi che bloccano questi freni del tumore e permettono una grossa risposta del sistema immunitario. Per esempio, in molti casi di melanoma. In altri casi questo non basta e bisogna associare i freni con nuovi vaccini. Questa che è stata annunciata, quindi, è l’evoluzione logica di qualcosa che esisteva già e stiamo per fare molto meglio».
Le terapie a mRna potrebbero essere disponibili anche per le malattie rare per le quali attualmente non esistono farmaci: anche in questo caso sarebbero cure capaci di agire insegnando alle cellule come produrre una proteina capace di innescare la risposta immunitaria del corpo contro le malattie. Gli scienziati che hanno lavorato a questo progetto sostengono che tra dieci anni avremo una prospettiva che porterà a identificare la causa genetica di una malattia e, con relativa semplicità, a modificare e riparare utilizzando la tecnologia su mRna.
In Italia ci sono già laboratori che lavorano alla creazione di vaccini che possano prevenire l’insorgere del cancro nei soggetti sani: «Si tratta del laboratorio di Federica Cavallo e quello di Franco Novelli a Torino, sono famosi per questo», conclude Forni.

BaNNER
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