I luoghi della tappa: viaggio nella magia dei territori Unesco

Il percorso si snoda in uno scenario fantastico, Patrimonio Unesco, con le strade costeggiate da vigneti che hanno fatto la storia del vino mondiale

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Un percorso nella meraviglia tra arte, gastronomia e bellezze naturali. Pianure, colline, montagne, vigneti, ma anche arte, enogastronomia e bellezza. La tappa Bra-Rivoli del Giro d’Italia del 18 maggio è pronta a regalare uno scenario magico, oltre a grandi numeri: 179 chilometri, con un dislivello di 2300 metri e paesaggi variegati che culminano con la scalata sul finale al Colle Braida, ideale trampolino di lancio per poi giungere all’arrivo di Rivoli. Un percorso che nella prima parte, quella nella provincia di Cuneo, si snoda in uno scenario da favola, le Langhe e il Roero, Patrimonio Unes­co, con strade costeggiate da im­mensi vigneti, angoli che hanno fatto la storia del vino mondiale, già, a partire dalla partenza.

Tra cultura gastronomica e storia dell’arte
Bra è terra di eccellenze enogastronomiche, famosa in Italia e nel mondo per essere la patria del movimento Slow Food, per il formaggio Bra Dop e la salsiccia, per i suoi eventi di apertura internazionale, tra cui “Cheese” e per essere una delle culle del barocco piemontese. La chiesa di Santa Chia­ra, capolavoro dell’architetto regio Bernardo Antonio Vittone, e la chiesa della Trinità, anche conosciuta come i “Battuti Bianchi”, sono imperdibili. La centrale via Cavour è un luogo di ritrovo, di caffè e di locali storici, dove era solito passare le sue giornate anche lo scrittore Giovanni Arpino. L’edificio simbolo della città è la Zizzola che ospita un museo multimediale e un parco dal panorama mozzafiato. Tra le chicche c’è il museo del Giocattolo, non solo una raccolta di giocattoli d’epoca, ma anche di documenti, libri, cartoline, legati al mondo dell’infanzia. E poi, c’è Pollenzo, la sua frazione più nota, sulla cui piazza si affaccia un complesso architettonico di edifici che richiamano gli antichi fasti di una delle residenze sabaude, dal 1997 Patrimonio dell’Umanità Unesco. All’interno di questi antichi locali, da alcuni anni l’Università di Scienze gastronomiche coinvolge nei suoi corsi studenti da tutto il mondo.

Dalle lumache al museo dei Cavatappi
Da Bra si arriverà a Cherasco e si farà un simbolico viaggio nel tempo, visto che la città ha una storia centenaria che culmina con Napoleone, che a Palazzo Salmatoris firmò l’armistizio con il regno sabaudo. La piccola città-museo è famosa in tutto il mondo per la produzione delle chiocciole, destinate al mondo culinario ma anche alla cosmesi. Le lumache sono allevate in maniera del tutto naturale, grazie all’Accademia Chi­occiola Metodo Cherasco. Tappe obbligate sono il museo della Magia e la Sinagoga. A Cherasco non può mancare un momento di dolcezza con i celebri baci di Cherasco, realizzati con cioccolato fondente e nocciole tonde tostate nel forno a legna. I ciclisti toccheranno poi La Morra. In questa località, oltre al meraviglioso centro storico, alle cantine a conduzione familiare o internazionali, al patrimonio architettonico e paesaggistico, gli amanti dell’escursionismo potranno mettersi alla prova lungo la rete di sentieri realizzata per promuovere il territorio. Le stradine non solo arrivano alle grandi vigne, ma permettono di scoprire piccole frazioni, piloni votivi, boschi e punti panoramici. Tra i vigneti si trova la celebre “Cappella del Barolo” (o “Cappella delle Bru­nate”), una chiesetta risalente all’inizio del ‘900 e reinterpretata vent’anni fa in chiave moderna e originale dagli artisti Sol LeWitt e David Tremlett.
Il Giro d’Italia attraverserà Barolo, celebre per il maestoso castello, costruito intorno all’anno 1000 e oggi sede dell’Enoteca Regionale del Barolo. Obbligata una visita al museo del Vino, all’interno del castello dei Marchesi Falletti. Tra i raffinati scorci, palazzi e cantine, una delle chicche di Barolo è il museo dei Cavatappi, in cui si potranno ammirare 600 tipi diversi di cavatappi, che provengono da tutto il mondo e sono stati realizzati a partire dalla seconda metà del ‘600.

Le panchine giganti e il museo della Vite
Il tour delle Langhe proseguirà a Mon­forte, uno dei borghi più belli d’Italia. Stradine ripide che salgono fino alla sua piazza e al famoso anfiteatro a cielo aperto, con una vista che spazia sui vigneti circostanti. L’Auditorium Horszowski ha un’acustica così perfetta che è stato sede di rappresentazioni teatrali, proiezioni di film, grandi concerti. Il piccolo borgo riesce a unire arte, cultura con il divertimento: qui, infatti, si trovano due panchine giganti che regalano un panorama meraviglioso e un momento di relax per adulti e bambini.
La “carovana rosa” proseguirà poi a Roddino, famoso per il Dolcetto e il Nebbiolo, il tartufo nero celebrato in estate con la storica Fiera e il festival di musica Matarìa d’Langa. La vista dei vigneti, l’altezza delle colline regaleranno un colpo d’occhio formidabile. Raffinata è la chiesa parrocchiale del 1400 dedicata a Santa Mar­gherita, in cui è conservato un prezioso battistero.
Eleganza e natura si respireranno anche a Montelupo (paese del ciclista Matteo Sobrero), altra località in cui transiterà la tappa. La sua posizione privilegiata, sulla sommità di un’alta collina fra due strette valli, lo rende una terrazza panoramica unica. Deve il suo nome ad un’antica leggenda secondo la quale un tempo i suoi territori erano abitati dai lupi.
Un meraviglioso balcone naturale sarà anche Diano d’Alba, la cui storia è probabilmente legata all’antica venerazione della dea Diana. Nel borgo incontriamo diverse tracce del suo passato, a partire da Palazzo Ruffino. Sempre nel centro storico troviamo due antichi palazzi: la porta Rossa e il Palazzo del Conte Ran­gone. Di notevole importanza è anche la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, in stile barocco piemontese. Per scoprire e approfondire la vita agricola delle Basse Langhe, a Diano d’Alba è possibile visitare il museo della Vite e della civiltà contadina, un viaggio tra foto, attrezzi del passato e antiche tradizioni che hanno forgiato la tradizione enologica.

La capitale delle Langhe, il fascino del Roero
La Bra-Rivoli toccherà anche Alba, la “capitale” delle Langhe, un gioiello ricco di storia e di eccellenze enogastronomiche. In base ai ritrovamenti archeologici, questo territorio era abitato già in epoca neolitica, da una tribù stanziale dedita alla caccia e all’agricoltura. Le origini del centro abitato parrebbero risalire all’età pre-romana e sono molto probabilmente liguro-celtiche: il toponimo “Alba”, infatti, è tipico della civiltà ligure e significa “città bianca”: per gli amanti della storia, nel museo civico di Scienze Naturali e Storia “Federico Eusebio” si trova un’ampia collezione di oggetti appartenenti all’epoca romana. Nel 2017 la città è stata anche insignita dall’Unesco del titolo di “Città creativa per la gastronomia”, un riconoscimento per le sue risorse e attività enogastronomiche – prima fra tutte, la rinomata Fiera Inter­na­zionale del Tartufo bianco d’Alba, richiamo irresistibile per i gourmet e i turisti di tutto il mondo. Il suo centro storico è un autentico museo a cielo aperto tra chiese (il Duomo di San Lorenzo), pa­lazzi e torri e la celebre via Maestra: e non mancano le curiosità, come il rinomato liceo classico Giuseppe Go­vone, fondato nel 1882 e frequentato da personalità di spicco, ad esempio lo scrittore Beppe Fenoglio. Nel 2020 la cittadina ospitò la ventesima tappa del Giro d’Italia Alba-Sestriere.
Il 18 maggio verranno toccate altre località cuneesi: Piobesi d’Alba, Il paese più piccolo del Roero, sia per territorio che per numero di abitanti. Caratterizzato da una spiccata vocazione vinicola, nel borgo si trovano numerose aziende che producono ottimi Docg, rinomati distillati e prodotti a base di tartufo.
Poi sarà la volta di Baldissero d’Alba che ospita il castello del Colonna e l’osservatorio ornitologico del Roc­colo.
A Ceresole d’Alba, ultima località della Granda toccata, la specialità gastronomica sono le tinche allevate nelle cosiddette tampe. Sotto il profilo architettonico, svettano il castello, più volte rimaneggiato, e la chiesa dei disciplinati di S. Bernardino.

Riserve, storia millenaria e la Sacra di San Michele
La tappa si sposterà successivamente in provincia di Torino, toccando Carmagnola, Carignano, Candiolo, Orbassano, Rivalta, Rivoli (un primo arrivo), Rosta, Buttigliera Alta, Avi­gliana. Da qui inizierà la parte più impegnativa con la salita verso la Sacra di San Michele, monumento millenario dedicato all’Arcangelo Mi­chele. Si arriverà al colle Braida e poi inizierà la discesa verso Giaveno, Trana e Villarbasse prima di giungere di nuovo a Rivoli, città ricca di storia e di cultura, a partire dal celebre castello, sede del museo di Arte contemporanea dal 1994. Sarà un percorso tutto da scoprire tra centri storici medievali, castelli, antichi palazzi e bellezze naturali. Giovedì 18 maggio lo sport si fonderà con uno scenario indimenticabile, che ha la potenza di un libro e la carica di un sogno: un ricordo destinato a rimanere negli anni.

Articolo a cura di Daniele Vaira