Alla Bra-Rivoli, «la tappa di casa», sognava di essere protagonista, ma gli incastri di una stagione densa di appuntamenti – molti dei quali internazionali – non gli permetteranno di essere al via. Matteo Sobrero, il ciclista più atteso della frazione nostrana del Giro d’Italia, sta seguendo la Corsa Rosa da spettatore. E lo stesso sarà per la frazione in terra cuneese. È dispiaciuto, perché ci teneva tanto a fare bene davanti al pubblico che lo applaude da sempre, ma non rinuncerà comunque a vivere l’appuntamento nell’inconsueta veste di tifoso.
Sobrero, partiamo proprio dalla decisione sul Giro: sembrava certa la sua presenza, e invece…
«La scelta presa assieme alla squadra non è stata per nulla facile. La Bra-Rivoli passerà addirittura a Montelupo Albese, a pochi metri da casa mia. Non so se mi ricapiterà in carriera un’occasione del genere, ma…».
Ma?
«Nel ciclismo moderno, ci sono gare in ogni momento dell’anno e – specie se si corre in una squadra di livello internazionale come la mia, la Jayco-Alula – si gareggia in ogni continente. È una fortuna, ma diventa difficile recuperare e prepararsi al meglio per ciascun appuntamento».
Lei in effetti è sui pedali dall’inizio dell’anno…
«La mia stagione è iniziata a gennaio, in Spagna, e da allora non mi sono più fermato: Vuelta Andalucia, Parigi-Nizza, Milano-Sanremo, Giro dei Paesi Baschi, Amstel Gold Race, Freccia Vallone, Liegi-Bastogne-Liegi e Giro di Romandia, solo per citare le principali».
5.300 chilometri in 32 giorni di gara.
«Esatto. Mi sarei presentato al Giro non in perfette condizioni, con il rischio peraltro di compromettere la seconda parte di stagione. Così, si è deciso di rinunciare al Giro e, quindi, pure alla Bra-Rivoli, purtroppo…».
È grande il rammarico?
«Conoscevo benissimo il percorso: quelle sono le strade su cui mi alleno. E poi avevo effettuato alcune ricognizioni, portando pure Michael Matthews, una delle punte della nostra squadra».
Che tappa sarà?
«Una tappa molto bella. Regalerà spettacolo. Sia dal punto di vista paesaggistico – e, a questo proposito, auspico una giornata di bel tempo, per rendere ancora più splendenti le nostre colline agli occhi del mondo – che sotto il profilo sportivo».
Un pronostico?
«È un percorso che si presta bene ai cacciatori di tappe. Quindi, è lecito attendersi una fuga e tanti attacchi. I primi potrebbero arrivare già al Chilometro Zero in vista della salita verso Cherasco. E se non capiterà lì, la gara si infiammerà a La Morra, Monforte oppure lungo l’ascesa che porta a Pedaggera».
C’è tanto entusiasmo nelle sue parole. Ama proprio questi luoghi…
«Non c’è posto migliore al mondo delle nostre colline per andare in bicicletta».
Riesce a godersi il panorama quando si allena?
«Sì, è una cosa che cerco di fare spesso. Mi fa riflettere, mi rilassa. Amo il nostro territorio e, quando ci torno dopo le trasferte, è sempre meraviglioso».
Senza parlare della cucina.
«Assieme ai vini – che amo per deformazione professionale (la famiglia ha una lunga tradizione nel mondo vitivinicolo, nda) – la cucina di Langhe e Roero è la mia grande passione. Mia sorella Francesca mi consiglia sempre i posti migliori. Vorrei provarli tutti ma sarà impossibile: sono tantissimi».
Sua sorella Francesca, con il resto della famiglia e i suoi compaesani, è pure un’appassionata tifosa. E adesso guida il neonato fans club.
«È da tempo che volevano costituire il club, ma io temporeggiavo…».
Perché?
«Sono un tipo molto “alla buona” e certe situazioni mi fanno sempre specie. Ma le persone che mi sostengono sono tante e hanno parecchio entusiasmo. Così mi sono convinto. Non potevo più dire di no…».
Cosa prova sapendo che tanti tifosi la stimano?
«Sapere che molte persone tengono a me è una bellissima sensazione!».
Tra i suoi tifosi Doc c’è anche la sua fidanzata, Carlotta.
«Parlare con lei mi aiuta molto. Ci confrontiamo prima e dopo la gara, anche su situazioni del dietro le quinte. È un punto di riferimento prezioso».
Ci sono altri che l’aiutano?
«La famiglia, i compagni e il mio procuratore Giovanni Lombardi, che mi toglie tanti pensieri. E poi mi affido alla musica e alla respirazione. È così che affronto stress e pressioni, in modo da poter restare concentrato sugli obiettivi».
E quest’anno – in cui è stato schierato diverse volte capitano – le responsabilità sono pure aumentate, vero?
«Sì, a inizio stagione, l’idea era di vivere l’esordio nelle Ardenne come un’esperienza di crescita. Poi, alla luce dell’infortunio di Matthews e del mio buon stato di forma, mi è stata data l’opportunità di fare il capitano: gestire questo tipo di pressione non è facile, ma superato l’impatto iniziale l’ho vissuta bene. Credo di aver fatto dei progressi».
E, in generale, come giudica l’avanzamento della sua carriera?
«Sto lavorando parecchio per migliorare nelle prove in linea. E poi mi sto preparando con sempre maggiore determinazione per fare risultato nelle brevi corse a tappe, come possono essere il Giro dei Paesi Baschi, la Tirreno-Adriatico o la Parigi-Nizza, con un occhio alle classiche».
Che effetto le hanno fatto quelle delle Ardenne?
«Una bella impressione. Hanno una storia incredibile, un seguito enorme e si vive un’atmosfera particolare. Peccato per l’Amstel, dove ho dovuto fare i conti con la sfortuna, alla Liegi sono mancate un po’ di gambe e l’esperienza».
Campione italiano a cronometro nel 2021, una tappa al Giro nel 2022. Nel 2023 il suo acuto arriverà al Tour?
«Farò una percorso di avvicinamento mirato per il Tour, ma al momento non è ancora certa la mia partecipazione. Prima, a giugno, proverò a raccogliere qualcosa di buono al Giro di Svizzera e, soprattutto, nel Campionato Italiano a cronometro. Indossare di nuovo la maglia tricolore sarebbe speciale».
Già campione italiano a cronometro, ha vinto anche
una tappa della Corsa Rosa
Nato ad Alba nel 1997, Matteo Sobrero è passato professionista nel 2020 con il team Ntt, che nelle due stagioni precedenti, quando si chiamava Dimension Data, lo aveva schierato nella formazione Continental. Nel suo primo anno tra i “prof” ha esordito al Giro d’Italia, piazzandosi settimo nella cronometro iniziale. Nel 2021, è stato ingaggiato dal team kazako Astana-Premier Tech, ottenendo il quarto posto nella “crono” finale di Milano e vincendo quella valida per il titolo italiano di specialità (il bis dopo il tricolore vinto due anni prima nella categoria Under 23). Nel 2022, il passaggio al team BikeExchange-Jayco, con cui, al Giro, si è tolto due gran belle soddisfazioni: indossare la maglia bianca di miglior giovane e, soprattutto, vincere la cronometro conclusiva di quell’edizione della Corsa Rosa, a Verona. Quest’anno, sempre con la Jayco, ha sfiorato la vittoria nella seconda tappa del Giro dei Paesi Baschi, classificandosi secondo, e ha esordito nelle classiche delle Ardenne, piazzandosi 21° sia alla Freccia che alla Liegi. Nel giro della Nazionale, ha partecipato agli ultimi Campionati del Mondo in Australia, vincendo la medaglia d’argento nella cronostaffetta mista.