Per fronteggiare l’emergenza siccità dovuta alla penuria di precipitazioni registrata dal 2022 ad oggi, si apre il “fronte” degli studi scientifici.
Nelle scorse settimane l’Ato4 Cuneese, l’ente pubblico che coordina il ciclo idrico integrato su tutto il territorio della provincia Granda, ha stretto accordi con le più importanti realtà accademiche a livello regionale per due nuove ricerche: una con l’Università degli studi di Torino e una con il Politecnico del capoluogo.
«Con l’ateneo sabaudo – spiegano da Ato4 Cuneese – abbiamo firmato una convenzione per approfondire le indagini sulle acque sotterranee, cioè per tentare di intuire come potrebbero evolvere le falde acquifere proprio in ragione dei cambiamenti climatici in atto e della diminuzione di piogge e neve. L’attenzione sarà concentrata su tutto il territorio, con focus particolare sull’arco alpino».
Con il “Poli”, invece, lo studio riguarda un altro aspetto del sistema idrico. «Con questa istituzione accademica torinese – aggiungono – l’attività di ricerca sarà rivolta maggiormente alle acque più superficiali e alle sorgenti, anche in questo caso per comprendere meglio la situazione attuale e gli sviluppi futuri che si concretizzeranno visto la decrescita dei livelli di precipitazioni».
Studiosi e ricercatori saranno in costante dialogo con i tecnici Ato e con il personale delle aziende che gestiscono la rete di acquedotti in tutto il Cuneese.
«Nei prossimi mesi – precisano dall’autorità d’ambito – ci verrà consegnato un ulteriore lavoro di indagine sui piccoli invasi già presenti sul nostro territorio e una valutazione su possibili nuove infrastrutture e su possibili interconnessioni fra acquedotti e sorgenti, magari non ancora utilizzate per la rete degli acquedotti. L’obiettivo, anche in questa fattispecie, è aumentare la sicurezza di erogazione della risorsa acqua».