Domenica 21 maggio, alle 16, si terrà ad Alba la cerimonia di intitolazione a Giovanni Goria dell’area verde in corso Europa, tra via Padre Girotti e via San Pio V.
Nel 1987, allora Presidente del Consiglio dei Ministri, tagliò il nastro della cinquantasettesima Fiera Nazionale del Tartufo di Alba e inaugurò i rinnovati locali della Biblioteca Civica con ingresso nel cortile della Maddalena.
Il Sindaco e l’Assessore agli Eventi, alla presenza delle autorità cittadine e con il contributo dei ricordi delle persone che gli furono vicine, scoprirà una targa per ricordare Giovanni Goria, testimone e attore importante nella storia politica ed economica dell’Italia e dell’Europa. La data della cerimonia è stata scelta nella ricorrenza del giorno della morte del politico, il 21 maggio 1994 ad Asti.
Giovanni Goria nasce ad Asti il 30 luglio 1943.
Figlio di un impiegato comunale e di una commerciante, rivela molto presto la sua vocazione politica iscrivendosi alla Democrazia Cristiana nel 1960, a soli diciassette anni. Consegue il diploma di ragioniere e la laurea in Economia e Commercio. Nominato responsabile dell’Ufficio Studi e programmazione dell’amministrazione provinciale di Asti, svolge un’intensa attività nell’ufficio studi della Camera di Commercio di Asti. In questa veste collabora con l’IRES di Torino.
Dal 1974 al 1976 è membro del collegio dei sindaci della Cassa di Risparmio di Asti. Nel 1975, dopo essere stato a capo del movimento giovanile della DC, diventa segretario regionale.
La svolta nella carriera politica avviene nel 1976 quando Giovanni Goria, pur non avendo mai fatto parte delle amministrazioni locali, viene candidato alle elezioni politiche del 20 giugno 1976 ed eletto alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Cuneo-Alessandria-Asti.
Rieletto deputato il 3 giugno 1979 è Sottosegretario al Bilancio e alla Programmazione nel primo Governo Spadolini (1981-1982), incarico dal quale si dimette nel giugno 1982 per assumere quello di responsabile del dipartimento economico della Democrazia Cristiana. Nel dicembre 1982 è per la prima volta Ministro del Tesoro nel quinto Governo Fanfani. È il più giovane a ricoprire tale incarico nell’Italia Repubblicana.
Negli anni seguenti Giovanni Goria mantiene ininterrottamente l’incarico di Ministro del Tesoro: durante i due Governi Craxi (1983-1986, 1986-1987) e il sesto Governo Fanfani (1987), in cui detiene, ad interim, l’incarico di Ministro del Bilancio e della Programmazione Economica.
Dalle consultazioni elettorali del 14 giugno 1987 sia la DC che il PSI risultano rafforzati, il che contribuisce a mantenere uno stato di tensione, rendendo improponibile la candidatura del segretario della DC De Mita alla guida del Governo. Si ricorre dunque a un governo di transizione e Giovanni Goria riceve dal Presidente della Repubblica Cossiga l’incarico di formare il Governo. Dal luglio 1987 Giovanni Goria presiede il primo Governo della decima legislatura, assumendo ad interim anche il Ministero per gli Interventi Straordinari nel Mezzogiorno. Travagliato da una serie di successive crisi il Governo si scioglie nel marzo 1988.
Durante il corso della sua vita politica Giovanni Goria elabora continuamente nuove idee, che entrano nel dibattito politico attraverso i suoi interventi in occasioni istituzionali e apposite pubblicazioni, per mezzo delle quali cerca di richiamare l’attenzione del mondo politico italiano degli anni Ottanta e Novanta sulle emergenze istituzionali ed economiche che si profilano all’orizzonte.
A giugno del 1989 partecipa alle elezioni europee, risultando il più votato della circoscrizione nordovest con 640.403 preferenze.
L’attività di Giovanni Goria si sposta, dunque, dal 1989 al 1991, nel Parlamento europeo, dove ricopre la carica di presidente della Commissione Affari Esteri.
Nell’aprile 1991 si dimette per assumere l’incarico di Ministro dell’Agricoltura e delle Foreste del nuovo Governo Andreotti.
Rieletto per la quinta volta nel 1991, entra a far parte del governo Amato come Ministro delle Finanze, in una compagine governativa che deve prima di tutto affrontare la difficile situazione
economica, soprattutto in seguito all’entrata in vigore del trattato di Maastricht (7 febbraio 1992).
Il 19 febbraio 1993 Giovanni Goria si dimette in seguito al suo coinvolgimento come imputato in una vicenda giudiziaria legata alla Cassa di Risparmio di Asti, che si conclude negli anni successivi con il suo proscioglimento. Gli ultimi mesi di vita sono segnati dall’amarezza per tale vicenda e dall’avanzare della malattia.
Muore ad Asti il 21 maggio 1994.