Il valore del lavoro tra imprese, territorio e società

Ne hanno parlato Giulio Sapelli in Villa Tornaforte-Aragno e il presidente di Confartigianato Cuneo Luca Crosetto

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Giulio Sapelli economista e studioso di taglia internazionale (Lon-don School of Eco-nomics and Political Science e Direttore presso L’École des hautes études en sciences sociales di Parigi), alcuni anni fa in predicato di diventare leader del primo Governo “giallo verde”, è stato ospite, lo scorso 11 maggio, a Villa Tornaforte-Aragno, colloquiando con Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Cuneo, su lavoro, futuro del Paese e valore del modello economico del Nord-Ovest italiano.
«Il territorio piemontese e cuneese in particolare», ha commentato Sapelli, attualmente presidente della Fon-dazione Germozzi, emanazione di Confartigianato Imprese nazionale, «rappresenta un unicum a livello italiano. Ma non sempre viene raccontato. Ne-cessaria una nuova narrazione che evidenzi il ruolo di un comparto, rappresentato per la maggior parte da PMI e aziende artigiane, da sempre non solo “motore” per lo sviluppo territoriale ma “collante” per comunità e società. Qui la “responsabilità sociale di impresa” è reale e concorre al sostegno di economia e occupazione».
Posizione avvalorata anche dai dati. La provincia di Cuneo è la sesta in Italia per rapporto tra occupati e popolazione dai 15 ai 64 anni, con un valore, in crescita negli ultimi periodi, attestatosi nello scorso anno a 70,3%, superiore di 10 punti percentuali rispetto alla media. Migliore ai dati italiani (4 punti in più) anche il “gap” tra occupazione maschile e femminile, che resta comunque uno scoglio da superare.
«Pur in questa positività», ha aggiunto Sapelli, «il comparto artigiano deve rinnovare la sua appetibilità, specie per le nuove generazioni. Non si trovano artigiani, e nel settore si fa fatica a trovare dipendenti. Spesso anche il passaggio generazionale è un problema».
Secondo un recente studio di Confartigianato, mancano all’ap­pello soprattutto tecnici informatici, progettisti di software, ma anche autisti di camion, operai edili, elettricisti, meccanici, idraulici. A livello statistico, per la più alta percentuale di difficoltà di reperimento nel 2022 sono in testa le professionalità dell’ambito digitale: evidenza di quanto i trend di automazione, robotica, intelligenza artificiale stiano impattando in modo concreto sul mercato del lavoro.
Durante il partecipato incontro non sono mancati i riferimenti alla situazione italiana ed europea, tra inflazione, rapporti con Stati Uniti e Cina, e conseguenze del conflitto russo-ucraino. «Se gli effetti economici globali iniziati dalle sanzioni alla Russia si sommeranno a rialzi continui dei tassi», ha spiegato l’accademico, «l’Europa rischia la catastrofe economica. Una stretta monetaria eccessiva diventa un problema».
Nelle conclusioni, l’intrinseco valore del lavoro. «Risulta es-senziale riportare al centro l’economia reale, asset per la crescita di un Paese, ma anche fattore che concorre alla formazione completa della persona. Un messaggio antico ma straordinariamente moderno, da trasmettere soprattutto ai giovani».