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Agricoltura sociale per un futuro sostenibile

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Tra i soggetti coinvolti nel progetto, oltre a Confagricoltura Piemonte e Cuneo, troviamo Apdam (A proposito di altri mondi), la Rete delle Fattorie Sociali, Consorzio Monviso Solidale, Onlus Senior, Dual Green, Aulina e il Cis Sai.

Unire le forze in campo per sensibilizzare le imprese agricole e gli enti del terzo settore sui vantaggi dell’agricoltura sociale, creare nuovi progetti di cooperazione condivisa: ecco il senso della tavola rotonda di venerdì 26 maggio, svoltasi presso la Fattoria di Bubi e Mimi a Bene Vagienna, sul tema “Interventi di aiuto nel verde”.
Il seminario ha visto la partecipazione di Confagricoltura Piemonte e Cuneo, dell’impresa sociale Apdam (A proposito di altri mondi), oltre alla Rete delle Fattorie Sociali, Consorzio Monviso Solidale, Onlus Senior, Dual Green, Aulina e il Cis Sai.
L’agricoltura sociale è un settore volto all’uso terapeutico delle attività presenti in un’azienda agricola, condotte secondo criteri di responsabilità etica e sostenibilità ambientale dagli imprenditori agricoli: da questo concetto è nato “Fili d’Erba”, progetto si propone d’incentivare l’innovazione nei modelli di welfare di comunità, sperimentando forme di produzione di prodotti e servizi ad alto valore aggiunto sociale attraverso la costruzione e sviluppo di reti e partenariati tra i diversi attori territoriali, tra cui operatori di agricoltura sociale e servizi socio-educativi e socio-assistenziali.
«Le aziende che investono in progetti di agricoltura sociale sono doppiamente meritevoli in quanto portano benefici all’intera comunità sia dal lato produttivo che da un punto di vista solidale e culturale – afferma Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo – Confagricoltura promuove diverse iniziative che valorizzano, attraverso l’agricoltura, attività di welfare verde per offrire supporto, riabilitazione e reinserimento sociale alle persone più fragili che, impegnandosi concretamente all’interno delle imprese agricole, riescono a trarre personale beneficio dal contatto con la natura e dai suoi ritmi stagionali. Rinnoviamo i complimenti a “La fattoria di Bubi e Mimi” che con il progetto “Fili d’erba” ha ricevuto il prestigioso riconoscimento nazionale alla VII edizione di “Coltiviamo agricoltura sociale”, progetto ideato da Confagricoltura, Senior L’età della saggezza onlus e Reale Foundation in collaborazione con la rete Fattorie sociali e l’Università di Roma Tor Vergata».
Tra le tante azioni concrete sul territorio, il progetto ha portato alla piantumazione di circa 4000 piante dall’alto valore in termini di biodiversità locale, atte all’utilizzo alimentare e per la biocosmesi naturale.
Coerentemente con la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che riporta che “la salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia o di infermità”, la fondatrice dell’Orto di Aiuto e vicepresidente nazionale della Rete Fattorie Sociali, Assunta Di Matteo, afferma che «è per questo che ormai da oltre dieci anni sto attuando progetti pilota dove l’orto diventa quindi un laboratorio delle relazioni, del benessere, del mettersi in gioco, del prendersi cura dell’altro da sé».
L’Orto di Aiuto è quindi il vettore per migliorare la qualità della vita delle persone che vivono in condizioni di svantaggio o con disabilità, ove l’intervento di aiuto, attraverso l’utilizzo delle piante, diventa un segno di speranza, conforto e supporto a persone fragili. Molto influenti sulla salute mentale sono infatti i fattori socio-economici, su cui è necessario intervenire con strategie di prevenzione, sostegno e promozione.
«Sono convinto che la forma sociale che si costruisce intorno alla fattoria possa rappresentare una concreta forma di aiuto per i bambini in difficoltà – afferma Christian Foti, titolare della Fattoria di Bubi e Mimi -, a livello di recupero psicologico e avviamento al mondo del lavoro, importante anche e soprattutto in quanto sostenibile dal punto di vista dell’azienda agricola».
Anche Erica Romano, presidente Apdam, sottolinea come «gli interventi di Aiuto nel Verde supportano le terapie della medicina convenzionale: sono due momenti che si possono integrare, e l’uno non prende il posto dell’altro. Ancora non siamo arrivati al punto in cui vengano prescritti ai bambini con difficoltà interventi di aiuto nel verde con piante ed animali, ma è un punto cruciale: sono convinta che l’ambiente che ci circonda sia fondamentale nel momento in cui c’è un disagio».
Concetti importanti e innovativi, condivisi anche da Enrico Giraudo, direttore del consorzio Monviso Solidale e da Angelo Sartori della Onlus Senior, L’Età della Saggezza che sottolineano come «sia sempre più necessario e stringente trovare nuove strade terapeutiche che ci portino a ritrovare il contatto con la natura e la nostra vera dimensione umana: questa progetto può rappresentare un vero valore aggiunto in questo senso».
Il seminario si è poi chiuso con una dichiarazione d’intenti comune e la degustazione di prodotti del territorio provenienti da imprese che praticano l’agricoltura sociale.