Questa sera, nella Sala Rossa del Comune di Fossano, con il nostro Sindaco e Don Pino Pellegrino, ci siamo ritrovati per vivere un evento di straordinaria importanza. Presenti, a sorpresa per Don Pino, uniti nell’affetto per questo piccolo ma immenso sacerdote, Don Sebastiano Carlo Vallati, Vicario Generale della Diocesi Fossano-Cuneo, che ha portato con se l’affetto del nostro Vescovo Piero Delbosco, Don Flavio Luciano, Vicario episcopale per la Pastorale, i Sacerdoti diocesani Don Mario Dompè e Don Andrea Beretta, gli Assessori Donatella Rattalino ed IvanaTolardo, il dott. Arben Jera ed in ultimo io, Vanna Sereno con Antonello Scognamillo, devotamente legati a Don Pino.
Sono certa che se fosse ancora stato fra noi, ci avrebbe onorati della sua presenza anche Mons. Biagio Mondino, amico e compagno di corso di studi di Don Pellegrino, che è stato parroco per 40 anni della Cattedrale di Fossano, Rettore del Santuario di Cussanio, Vicario Generale e Rettore della Compagnia di San Giovenale.
Un grazie speciale lo rivolgiamo al Sindaco di Fossano, Dario Tallone, dal quale è partita questa nobile iniziativa e che, con grande sensibilità e affetto, ha voluto evidenziare l’importanza di questo avvenimento, ospitandoci nella Sala Rossa del nostro Comune:
“Al centro della nostra attenzione e soprattutto del nostro cuore c’è, da tanti anni, un sacerdote piccolo di statura ma grande, anzi un gigante per intelligenza, passione e umanità per ognuno di noi e per la nostra città: Don Pino Pellegrino. L’occasione per dirgli grazie per tutto ciò che è, è stato, ha scritto,“combinato” e realizzato, di bello e di buono, ci viene offerta dalle Nozze di Platino che ha celebrato in questi giorni. Settant’anni fa, il 28 giugno del 1953, Mons. Dionisio Borra, gli impose le mani sul capo, ordinandolo sacerdote per la Chiesa di Cristo. Quel gesto lo conferma, oggi, come il DECANO dei Sacerdoti della Diocesi di Fossano e di Cuneo, appena riunite in un’unica realtà da Papa Francesco”. Queste ed altre parole, ricche di gratitudine e d’affetto, rivolte dal nostro Sindaco, hanno profondamente emozionato Don Pino. Un’ora volata sull’onda delle emozioni dei ricordi di Don Pino e di quelli dei presenti. Parole che rimarranno sempre nel cuore, un meritato riconoscimento conclusosi con omaggi simbolici a nome della città di Fossano.
Merita, dunque, che ora vi racconti qualcosa su questo “sempre giovane” e dinamico sacerdote… PROFESSORE ED EDUCATORE Come molti dei nostri concittadini sapranno, Don Pino, è il nipote del Cardinal Pellegrino (fratello di suo padre), per anni stimatissimo Arcivescovo di Torino, uomo di immensa cultura e di spiccata umanità. Riavvolgendo il nastro della vita del professore, dello scrittore, del pedagogista e del catecheta Don Pino, conosciuto e stimato, ancora oggi, in tutta Italia e all’estero, risaliamo al punto di partenza da cui tutto è stato generato: la sua laurea in Teologia Teoretica all’Università Cattolica di Milano, discussa con il professor Emanuele Severino, studioso di fama internazionale. Conclusi gli studi universitari, la prestigiosa rivista di Filosofia Neoscolastica, pubblicò la sua tesi sulla “Nuova Retorica”. Il curriculum degli studi e la sua tesi furono talmente apprezzati dallo stesso Padre Agostino Gemelli, fondatore dell’Università Cattolica di Milano, che invitò Don Pino ad entrare a far parte del corpo docente dell’Università Cattolica, una scelta che avrebbe sicuramente favorito la crescita culturale e umana degli studenti di quella prestigiosa facoltà. Ma prima di Padre Gemelli, aveva posto gli occhi sul neo laureato, l’allora Vicario Generale di Fossano, Mons. Giorgio Canale che, temendo di perdere un collaboratore così qualificato, gli chiese di rientrare subito a Fossano. Don Pino obbedì immediatamente. Gli fu affidato l’incarico di sostituire un sacerdote, insegnante di Filosofia, morto a causa di un incidente.
Iniziò, così, la sua carriera di professore. Per 20 anni è stato titolare della cattedra di Storia e Filosofia nel Seminario Vescovile di Fossano, formando centinaia di futuri preti che hanno conosciuto in lui un professore preparato, aperto ai cambi culturali del nostro tempo e soprattutto un maestro di vita pastorale. Le sue doti culturali e umane furono apprezzate anche dai tantissimi studenti di Psicologia e Pedagogia delle Magistrali di Mondovì, Saluzzo e Cuneo, dove ha insegnato per 20 anni.
AUTORE DA BESTSELLER
Ben presto, don Pino, ha rivelato le sue straordinarie qualità di scrittore e pubblicista, collaborando con la famosa Editrice “Esperienze” e successivamente con Astegiano, ELLEDICI ed altre case editrici…. Con la sua mente aperta e in anticipo sui tempi, ha dato vita ad oltre 300 pubblicazioni, molte delle quali tradotte all’estero, in cui ha coniugato magistralmente la profondità del pensiero con un linguaggio godibilissimo e accattivante, ironico e pungente, sempre attuale e originale, come del resto è e rimane lui. Arrivato alla pensione senza accorgersene, alla verde età di 94 anni, avrebbe finalmente potuto rallentare il ritmo delle pubblicazioni, potendosi così dedicare alla lettura dei giornali e degli autori con i quali nutre, da anni, la sua mente effervescente – una dieta, questa, evidentemente buona per altri stomaci ma certamente indigesta per un uomo come lui che, con il “vizio” ancora vivo della scrittura, alla tenera età di 94 anni, continua a scrivere come un fiume in piena. Chiunque, al suo posto, avrebbe appeso penna e tastiera al chiodo ma non ancora pago, cosa fa Don Pino? Tanto è il desiderio di continuare a diffondere Cultura e Vangelo che mette in pista una nuova, brillante ed in breve tempo, già affermata Casa Editrice. “Converte” al suo progetto due poveri “cirenei”, appassionati come lui di cultura e di educazione attraverso la stampa, che scelgono, per la nuova editrice, un nome particolarmente carino su tanti altri ipotizzati: “Sanpino”, facile da ricordare e veloce da pronunciare, un marchio che, nel difficile mondo editoriale, si rivela subito vincente.
Più volte i suoi due collaboratori, ai quali ho chiesto di svelare l’origine del nome della casa editrice, si sono limitati a ricordare la tradizione orientale che considera il pino come pianta di buon auspicio e a sorridere quando si è maliziosamente alluso alla santità dell’ideatore dell’editrice. L’avventura della Sanpino è partita nel 2020, in piena emergenza Covid, una scelta coraggiosa che si è subito affermata nel mercato editoriale ed un potente energetico per don Pino che sembra ringiovanire, giorno dopo giorno, come se avesse scoperto la formula dell’elisir di lunga vita. E così, il nostro don Pino, mentre continua a frequentare la panchina del viale Mellano, trasformandola in uno studio di psicologia o in un “confessionale” a cielo aperto, ogni giorno, prima che spunti l’alba, è davanti al suo computer dal quale sforna, in media, un libro a settimana, per la “disperazione” dei suoi collaboratori e per l’alto gradimento del suo pubblico, al quale si rivolge abilmente anche con le trasmissioni su Facebook (all’inizio di giugno 2023 è già alla sessantaquattresima diretta).
SEMPLICEMENTE “GRAZIE”
A questo punto, verrebbe da pensare alla vita di don Pino come ad un’enorme biblioteca, popolata soltanto di parole e di immagini. In realtà, lo è stata e continua ad esserlo, se si pensa alle centinaia di seminaristi, di preti, di laureandi, di catechisti ed alle migliaia di genitori e di bambini raggiunti dal suo pensiero e dalle sue innovative formule educative ma questo è soltanto il polmone principale che, in settant’anni, ha mantenuto giovane il cervello di don Pino. Esiste anche un secondo polmone che ha alimentato il suo cuore, un cuore sempre pronto ad accogliere chi gli telefona per un problema, chi lo avvicina per strada o mentre gusta un gelato, che gli «fa bene per il diabete» (parole sue) o a chi gli chiede una mano per andare avanti. Puntuale e generosa arriva la sua risposta che mette al centro “la messa del povero” celebrata, per decenni, nella piccola e meravigliosa chiesetta di San Giorgio. Se don Pino avesse l’abitudine di usare un’agenda, la riempirebbe di nomi e numeri come un elenco ferroviario, nomi e numeri che portano sempre a persone da servire generosamente, in pieno stile evangelico, secondo cui «la destra non sappia ciò che fa la sinistra», regola che don Pino riassume così: «La generosità è e resta tale quando l’animo che la sospinge è silenzioso e puro come il volo di una farfalla».
Concludendo, i settant’anni di Messa finora dedicati da don Pino al Signore e alla gente, soprattutto povera, meriterebbero una “lectio magistralis” e non un semplice “excursus” come il mio. Permettetemi però di riassumerli in una frase che rubo sempre al maestro don Pino, anche famoso per i suoi aforismi, indovinelli e barzellette. La frase è: “una vita tutta all’attacco”! Una vita, la sua, che ha fatto “goal” a ripetizione nel cuore di quanti l’hanno letto, ascoltato e soprattutto, incontrato di persona.
Sono 94 anni che riassumo in una sola parola, la stessa che don Pino ripete decine di volte al giorno: “Grazie”.
Grazie “evergreen” don Pino, a nome di tutti coloro che ti vogliono bene. Grazie di cuore per la ricchezza di spirito che ci doni continuamente. Grazie per i libretti che, da 4 anni, ci regali in occasione del tuo nuovo compleanno come un testamento e un addio di te che, come hai scritto nel sottotitolo del tuo “Emergenza Cervelli”, “stai viaggiando verso l’eternità”. Ti assicuriamo che prenderemo seriamente ciò che hai richiesto in un tuo altro libretto-testamento: non piangeremo al tuo funerale. Non piangeremo per non rischiare, come tu hai promesso, di essere presi a calci nel caso ci scendesse qualche lacrimuccia sul viso. Un po’ per evitare, allora, le tue pedate e soprattutto per il bene che ti vogliamo, ti auguriamo di continuare a scrivere le tue lettere d’addio, almeno fino al 2036, data stampata sulla tua nuova carta d’identità che hai rinnovato nelle scorse settimane. Non sarà facile “sopportarti fino ad allora” ma lo faremo con gioia perché sapremo di puntare ancora sulla tua brillante voglia di vivere e su quelle scintille di sapienza che illumineranno il nostro cammino e riscalderanno sempre la nostra anima.