«Così tante penne nere in città, tutte insieme, non le vedevo da quando a Bra c’erano le caserme, negli anni Settanta: un’emozione che mi ha riportato con il cuore e con il ricordo a un periodo della mia vita bellissimo!». Sono le parole che una donna braidese ha pronunciato, con emozione, mentre assisteva alla sfilata degli Alpini, tenutasi nei giorni scorsi nella città della Zizzola.
Si trattava, peraltro, di un appuntamento speciale: i festeggiamenti solenni per il primo secolo di vita del gruppo braidese dell’Associazione Nazionale Alpini.
E se sono tanti quelli che hanno svolto la “naja” a Bra, sono ancora di più gli Alpini giunti in città nei giorni scorsi, partendo anche da luoghi lontani, con l’obiettivo di celebrare l’importante traguardo e, in molti casi, ricordare anche i tempi trascorsi con i commilitoni proprio nelle caserme cittadine, rimaste aperte in città per quasi un secolo. Molti di loro infatti hanno rivisto vecchi amici d’armi proprio grazie a questo evento.
La concomitanza dell’anniversario del sodalizio braidese con il 22° Raduno degli Alpini del Roero ha allargato ancora di più i festeggiamenti. Ecco quindi che dalle 8,30 di domenica scorsa la Caserma Trevisan ha ripreso vita: il cortile si è gremito di penne nere pronte a sfilare per le vie cittadine. La numerosa presenza di gonfaloni dei comuni roerini, di un folto gruppo di autorità e di tanti striscioni e gagliardetti dei vari gruppi ha creato un’atmosfera di forte unione e senso di appartenenza. Molto toccante la sosta al monumento dei caduti presso l’ex ospedale di Bra, scandita dall’esecuzione, da parte delle due bande musicali presenti, del “silenzio” in modo tale da ricordare chi è “andato avanti”, come si suol dire tra gli Alpini.
La sfilata, con arrivo in piazza Roma, è stata accolta da tanti braidesi, e non solo, che hanno salutato il passaggio degli Alpini con calorosi applausi e saluti emozionati.
La Santa Messa al campo, proprio nel verde antistante la stazione, è stata segnata, al termine, da un altro momento carico di significato: la benedizione del nuovo gagliardetto del gruppo Ana di Bra; gagliardetto che, con la sua presenza ad adunate, raduni e manifestazioni in giro per l’Italia nei prossimi anni, sarà testimone del passaggio degli Alpini braidesi.
Il rancio alpino ha successivamente visto tre lunghissime tavolate gremite di commensali, che hanno animato i portici di corso Garibaldi. Il momento conviviale è stato decisamente aggregativo, ospitando gli Alpini, ma anche le loro famiglie, oltre a tanti amici e simpatizzanti. Alcuni canti della Corale Alpina braidese hanno allietato il pranzo, così come vari canti alpini e popolari hanno animato la sera del sabato. Infatti, nel giorno precedente, sempre nel contesto della due giorni di celebrazioni, Bra ha accolto i Congedati del Coro Alpino della Brigata Taurinense, che hanno fatto registrare il tutto esaurito al Teatro Politeama. Prima ancora, nel pomeriggio, si era svolta la tradizionale staffetta alpina: alcune volenterose penne nere, con lo zaino alpino che simboleggia i reduci e i dispersi nei vari conflitti, si sono messe in marcia dalla Croce Luminosa di Montà. Da questo luogo sacro agli Alpini la staffetta ha raggiunto il cimitero di Bra, in ricordo dei caduti, ed è stata accolta presso i Salesiani.
Particolarmente significativa è stata la continua presenza dei bambini delle scuole primarie di Bra nelle varie fasi dei festeggiamenti: dalle assemblee scolastiche con gli Alpini in armi e con l’Ana per spiegare le attività svolte sul territorio alle giovani leve, al concorso che li ha visti protagonisti con la creazione di testi e disegni a tema “alpino” durante l’anno scolastico, fino alla presenza di cento di loro alla partecipatissima sfilata; uno studente per ogni anno di vita del gruppo Ana di Bra, attualmente guidato dal capogruppo Tino Genta.