«Così noi non vedenti guidiamo da soli una barca a vela»

Da Imperia la bella storia di Handarpermare: «Con lo sport si trovano autonomia e libertà»

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A Imperia, nei giorni scorsi, si è svolta la speciale regata di “Match Ra­ce” che ha visto sfidarsi, nel mare di fronte alla nota città ligure, equipaggi formati esclusivamente da velisti non vedenti o ipovedenti. Si tratta di un ap­­puntamento che si ripete or­mai dal 2005 e che è organizzato dall’associazione Han­­­dar­­permare Aps e dallo Yacht Club Imperia; questa è inoltre la prima di tre tappe di un circuito nazionale dedicato alla memoria di Claudio Valle, scomparso tre anni fa mentre era in barca con non vedenti. I partecipanti all’e­ven­to provengono da di­verse parti d’Italia. Spiega Al­berto Prudenzano, ve­lista non vedente, vicepresidente tecnico di Handar­permare: «Siamo un gruppo di velisti non vedenti che si è formato con una scuola specifica sul Lago di Garda. Uti­liz­ziamo un sistema che si chiama “Ho­merus”, inventato da un campione di vela bresciano che ha ideato il modo per renderci autonomi nella navigazione a vela. Gareggiamo con barche speciali, sono dei Meteor da sei metri, a chiglia fissa. Sia­mo in due in barca, en­trambi non vedenti». Ma co­me si svolge una regata con concorrenti non vedenti? Ri­sponde Prudenzano: «Usia­mo lo stesso sistema di regole adottato dai velisti che gareggiano in Match Race, però il campo di regata è formato da boe acustiche differenti, in modo che possiamo sapere dove siamo rispetto al campo. Le barche, sulla prua, hanno un avvisatore acustico, un suo­no di via, che permette di capire dove si trovi l’altra barca. Questo suo­no cambia a seconda che il vento arrivi da destra o sinistra. È importante da sapere per tutti quanti, perché ci sono delle precedenze: chi ha il vento che arriva da dritta ha la precedenza. Sap­piamo do­ve si trova la barca e che mure (il lato delle barche a vela che riceve il vento) ha. Le regole poi sono identiche a quelle delle regate per normodotati. È andata sempre bene, in barca siamo soltanto in due, senza aiuti dall’esterno. Il circuito si chiama “Trofeo Clau­dio Valle”, in onore di un no­stro volontario che purtroppo ha perso la vita, e consta di tre tappe: la prima è stata quella di Imperia, le due successive si terranno a La Spezia e sul Lago di Garda».
Un’esperienza unica che permette a tante persone con di­sabilità di provare le emozioni della navigazione. Lo confermano le parole di Pruden­zano: «Questa competizione ci permette di provare libertà e autonomia. Siamo solo noi a condurre la barca, è una situazione particolare. Noi, purtroppo e per ovvi motivi, sia­mo sempre abituati ad es­sere accompagnati; in questo caso, invece, avendo tanto spazio intorno e un sistema di strumenti che ci rendono autonomi la sensazione è di totale libertà. Siamo noi che decidiamo e questo dà un senso di autonomia e di indipendenza non indifferente. Possiamo provare tutte le sensazioni che dà il mare, “sentire” la barca e riuscire a guidare, cercando di essere migliori degli altri equipaggi: l’obiettivo, in questo senso, è anche una sfida sportiva».
Biagio Parlatore, presidente dello Yacht Club Imperia, ha ag­giunto: «Abbiamo iniziato con un allenamento, poi sono arrivate le gare. Tre giorni di re­gate, con dodici prove su im­­barcazioni denominate Me­­­teor. Sono state predisposte delle boe sonore che indicano la direzione ai non vedenti. Una organizzazione molto capillare e importante. Devo ringraziare sia Handar­per­mare sia l’Amministra­zio­ne Comunale che gli imprenditori della Marina di Porto Maurizio, in modo particolare il Greenwich, che si è occupato anche della parte di accoglienza. Sono stati tre giorni di regate vere. I partecipanti sono in gamba, capaci e pure molto “agguerriti”, ovviamente in senso sportivo, tra loro».
Ha rimarcato il valore sociale e sportivo di questa iniziativa anche Pietro Pozzoli, presidente dell’associazione Han­dar­permare, il quale, a margine della manifestazione, ha dichiarato: «L’attività è iniziata nel 2004 e, con altre due imbarcazioni più grandi, la nostra associazione si occupa di uscite in barca a vela per persone disabili a scopo terapeutico e di svago. Far divertire persone meno fortunate di noi, che ben difficilmente po­trebbero vivere l’esperienza della navigazione a vela, è lo scopo principale di Handar­permare; vederli sbarcare sorridenti e felici ci riempie di soddisfazione e di orgoglio perché siamo certi di aver raggiunto il nostro obiettivo. Con l’ausilio di velisti volontari, muniti di regolare patente nau­tica, si effettuano uscite giornaliere, weekend o addirittura crociere di una settimana. E posso affermare che l’attività sta andando… a gonfie vele!».