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La musica dei Queen finisce in vendita per un miliardo

Trattativa avviata ma difficile, non si concluderà prima dell’estate. E intanto Sotheby’s ha messo all’asta 1.500 oggetti provenienti dalla casa londinese di Freddy Mercury

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Se prima era una questione di emozioni in musica, og­g­i è soprattutto una questione di soldi. Sono partite le trattative per la vendita dei diritti d’autore e ma­ster dell’intero corpus del materiale prodotto dai Que­en e si è già parlato di un possibile nuovo record. Il catalogo del gruppo musicale inglese potrebbe essere venduto per una cifra superiore a un miliardo. Esattamente 1,1 miliardi di dollari. Nel caso, si tratterebbe della cifra più alta mai pagata per la cessione di un catalogo musicale.
Del resto parliamo di un affare garantito: le canzoni dei Queen hanno fatto la storia della musica e continuano a circolare sotto varie forme: canzoni alla radio ma anche via spot pubblicitario. Di ven­dite record si era già parlato a proposito di nomi dell’olimpo del rock come Pink Floyd, Bruce Spring­steen, Bob Dylan, Phil Col­lins o David Bowie, tanto per citare alcuni esempi in cam­po internazionale. E a casa nostra, si ricorda tutta la vi­cenda relativa ai diritti della musica di Lucio Battisti.
Tra i potenziali acquirenti in­teressati a rilevare tutti i brani dei Queen ci sarebbe -secondo quanto riportato da alcune riviste specializzate -il colosso Universal Music che peraltro è la stessa società che aveva sottoscritto un contratto con la band. Ma si parla anche di alcuni immancabili fondi d’investimento. Non si tratta certamente di una trattativa semplice e si pre­vede che andrà avanti per tutta l’estate.
Chi sono oggi i Queen? Brian May, Roger Taylor, John De­a­con e la Freddie Mercury Estate: sono tutti proprietari di quote paritetiche della so­cietà Queen Production che ha il controllo dei master (le registrazioni originali) fuori da Stati Uniti e Canada, mentre i diritti appartengono alla società partecipata Queen Music.
Del resto la musica dei Que­en è sempre stata una fonte di guadagno, come illustrano i bilanci annuali della stessa Queen Productions: in effetti nel 2021 questa società ha re­gistrato ricavi per quasi 40 milioni di sterline di cui circa 38 milioni provenienti da royalties. Parliamo pur sempre dei 48esi­mi artisti più popolari a livello globale su Spotify con 47,7 milioni di ascoltatori mensili, 40 al­bum pubblicati, 300 milioni di copie vendute, 707 concerti live, 1442 settimane to­tali nella classifica degli al­bum più venduti in Inghil­terra. I Queen sono nati nei primi mesi del 1970 dall’incontro di Bryan May e Roger Taylor con il giovane cantante Farrokh Bulsara, che presto si sarebbe fatto conoscere dal mondo con lo pseudonimo di Freddie Mercury. Fu proprio lui a scegliere il nome del gruppo e a disegnare il logo storico con la Q coronata, la fenice, e i segni zodiacali dei musicisti. L’anno dopo l’ingresso di John Deacon al basso completava la formazione della band inglese, che resterà invariata fino alla morte di Mercury nel 1991. Nel 1972 i Queen firmano il loro primo contratto discografico con la EMI e l’anno seguente lanciano l’album d’esordio “Queen”.
Recentemente la casa d’aste Sotheby’s aveva annunciato in vista dell’estate la vendita di circa 1500 oggetti provenienti dalla casa londinese di Mercury, rimasta intonsa in questi ultimi decenni dopo la morte del cantante. Tra gli oggetti del lotto il più stimato è “Type of Beauty”, quadro del pittore francese Ja­mes Tissot, di cui ci si aspetta una vendita tra i 500 e i 700 mila dollari. Altre opere presenti sono dipinti e schizzi su carta di Picasso e Matisse. Per i fan dei Queen però gli oggetti più preziosi saranno sicuramente le bozze – scritte a mano – dei testi di “We Are the Champions” e “Killer Queen”. Sotheby’s si aspetta che la cifra di vendita si aggiri tra 250 e 375 mila dollari. Siete interessati?

Sono passati 10 anni dall’addio a Little Tony la figlia: «Voleva cantare al mio matrimonio»

Sono già trascorsi dieci anni dalla morte di Little Tony: la data è quella del 27 maggio 2013, quando il cantante romano aveva 72 anni. Il suo vero nome era Antonio Ciacci ed è ricordato per canzoni di grande successo come “Cuore matto”, “Riderà” oppure “24mila baci” interpretata in coppia con Adriano Celentano e seconda al Festival di Sanremo del 1961. Non tutti forse sanno che la sua nazionalità era sammarinese pur essendo nato a Tivoli. La famiglia infatti era da generazioni legata alla repubblica del Titano. Nel 1975 ha inciso l’album “Tony canta Elvis”, rendendo così omaggio al suo maestro e interpretandone vari classici. Nei giorni scorsi la figlia, Cristiana Ciacci, ospite di Mara Venier ha rivelato: «Mi ha sempre detto che mi avrebbe cantato l’Ave Maria di Schubert al mio matrimonio. Ma non ci sarà», le parole con la voce rotta dal pianto. E poi ha anche aggiunto: «Non mi volle con lui sul palco perché ero anoressica».