Home Attualità Monasterolo, Cia Fossano: “Stagione 2023 ancora difficile, bisogna adeguarsi ai cambiamenti”

Monasterolo, Cia Fossano: “Stagione 2023 ancora difficile, bisogna adeguarsi ai cambiamenti”

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Silvio Monasterolo è presidente Cia della zona di Fossano. Coltiva le fragole e numerosi tipi di ortaggi insieme alla moglie, Bianca Rosa Garelli, nella frazione Tagliata, al confine con il Comune di Cervere. Con lui abbiamo tracciato un bilancio della stagione produttiva 2022, riservando particolare attenzione al settore orticolo. Dice: “Il caldo soffocante, gli intensi raggi del sole e la siccità hanno “bruciato” molti ortaggi nelle fasi di nascita e di crescita. La produzione di frutta e verdura ha subito un calo complessivo del 30% rispetto agli anni precedenti. Inoltre, hanno inciso negativamente sul bilancio delle aziende l’aumento delle spese per le materie prime e l’energia. I prezzi del gasolio agricolo, della manutenzione dei macchinari operativi, dei fertilizzanti e di qualsiasi materiale impiegato nel nostro settore per lavorare, hanno subìto rincari esponenziali”.

Le conseguenze? “I costi sono saliti alle stelle, ma gli agricoltori, tranne poche colture, hanno venduto i prodotti alle stesse condizioni del 2021. Anzi, chi smercia all’ingrosso ha visto diminuire i prezzi. In particolare il settore della frutta, che è stato ulteriormente penalizzato dalla guerra russo-ucraina. Molti imprenditori del comparto hanno dovuto ridurre la raccolta. E le attività che vendono direttamente ai consumatori hanno applicato dei modestissimi ritocchi dei prezzi, perché le buste paga e le pensioni delle persone sono sempre state le stesse. Quindi si è incassato di meno, però con le spese di produzione decisamente lievitate verso l’alto”.

Su queste basi quali sono le prospettive per i prossimi mesi? “Ha piovuto e, per il momento, la questione siccità è stata tamponata. Le falde sono tornate quasi ai livelli del pre-emergenza. Tuttavia, le Istituzioni non devono dimenticare il problema perché se torna a mancare l’acqua le difficoltà per il settore agricolo si ripresentano. Bisogna costruire gli invasi, aiutare il comparto con dei contributi mirati alla realizzazione di impianti capaci di garantire il risparmio idrico e rivolti a recuperare i vecchi pozzi di accumulo dell’acqua che, nella nostra zona, sono stati abbandonati per i costi di manutenzione insostenibili”.

Le piogge delle settimane passate hanno anche causato qualche danno? “Le fragole in pieno campo e le ciliegie si sono spaccate e non è più stato possibile raccoglierle. Così come è diventato un problema seminare o trapiantare le colture. Ma l’acqua serviva”.

I costi dell’energia e delle materie prime? “Si sono attestati a prezzi più alti del periodo prima della crisi e, purtroppo, ho la sensazione che non diminuiranno. Ma non possono essere assorbiti solo dalle aziende agricole, a cui i prodotti vengono pagati poco, e dal consumatore finale, che acquista frutta e verdura a prezzi decisamente più cari. Occorre distribuire il guadagno e i costi fra tutti gli attori della filiera”.

Altre questioni in ballo? “Il problema della mancanza di manodopera che, già presente da alcuni anni, continua a farsi sentire. Non si trovano persone, ad esempio, per raccogliere la frutta”.

Come sarà l’annata 2023? “Una stagione ancora difficile. Bisogna imparare ad adeguarsi ai cambiamenti climatici e al nuovo corso delle stagioni. Per tutte le colture con le quali è possibile, dobbiamo indirizzare sempre di più il nostro lavoro verso lo smercio diretto al consumatore, evitando i passaggi intermedi. Su questo aspetto, chi produce qualità e riesce a portare avanti quel tipo di vendita avrà una stagione migliore rispetto al 2022. Se, poi, il Made in Italy trova la necessaria e adeguata valorizzazione sui mercati potrebbe andare meglio anche per altre colture prodotte in grandi quantità”.

Un giudizio sul nuovo Sviluppo Rurale promosso dalla Regione? “C’è da lavorare sui bandi affinché vengano aiutati tutti i comparti agricoli”.