La Presidente della «Compagnia del Birùn» non nasconde la soddisfazione, per come è andata la tradizionale, culturale, partecipatissima, impegnativa, «tre giorni» di giugno, momenti di inizio dell’estate (quest’anno non solo astronomico, anche effettivo), vissuti, dopo tanta pioggia, con bel sole e temperature alte. Gli appuntamenti erano nell’ambito della annuale rassegna «Assaggi 2023 – Domina donna» («un omaggio al talento delle donne, un invito a seguire l’esempio delle donne che non hanno temuto e non temono di essere straordinarie»).
L’entusiasmo del successo porta la «Compagnia» già a pensare alla prossima stagione, agli «Assaggi» del 2024, dopo i tanti che proseguiranno, in autunno (si pensi solo alla nuova escursione sulla «Francigena»), questa annata…
Venerdì sera 16, gremito era il cortile del centro culturale «Ambrosino» a Peveragno per lo spettacolo teatrale «Il cuore che batte, che martella», a cura della Compagnia teatrale «Gli Episodi», regia di Elide Giordanengo. Ispirato alla storia delle pioniere e delle grandi sportive che hanno dato inizio e lustro allo sport femminile in tutto il mondo, «viaggio nella storia e nel costume alla scoperta di quante donne, fin dai tempi remoti, abbiano portato a termine imprese sportive importanti, nonostante il pensiero comune che le volesse incapaci di gareggiare». Vi sono stati estratti dal racconto «Amore e ginnastica» di Edmondo de Amicis (opera molto più simpatica ed ironica, bella, di quella più celebrata dell’autore, «Cuore»). Era presente, dalla sua Valle Stura, Stefania Belmondo, mai dimenticata campionessa cuneese dello sci, sorridente, timida e gentile. Il solito «Anonimo Besimaudese», on line, nei giorni successivi, non ha fatto mancare il, solito commento tagliente. «È normale che in paese / sia comparsa la Belmondo / dal momento che è palese / che qui si è toccato il fondo». Omaggio si è reso al gruppo di giovani majorette di Peveragno «The Scarlet Stars», progetto che si sta portando avanti di «Arte, Musica, Sport e Spettacolo».
Sorpreso davvero ha il tanto pubblico anche la sera di sabato 17 giugno, sempre nel «Cortile Ambrosino» per lo spettacolo «Figlia di tre madri» con Elena Ruzza e Bianca De Paolis al contrabbasso, regista Gabriella Bordin, progetto di «Almateatro» e «Terraterra», impegnato ed impegnativo, arrivato sin a rappresentazione al Parlamento Europeo di Bruxelles. Nasce da lavoro di ricerca promosso dal coordinamento donne «SPI CGIL», «Non mi arrendo, non mi arrendo!», sulla Resistenza al femminile, sui diritti politici e sociali conquistati, primo fra tutti il diritto di voto. Dalle vite di tre «donne» della «Assemblea Costituente», nate a Torino, si arriva a parlare della loro «creatura», la «Figlia di tre madri», appunto, la «Costituzione», la base del nostro attuale sistema democratico.
Domenica 18 giugno è tornata la vera «festa campestre», dal tardo pomeriggio, con «convivio», «merenda sinoira», «al sacco», sulla collina di San Giorgio a Peveragno, prato della cappella. Si è terminato con il concerto «Ogni San Giorgio ha il suo drago», a cura delle musiciste di «Duea» (Chiara Cesano, violino e organetto diatonico, e Sara Cesano, violino) e «Calidè» di «Prismadanza», al solito etnico ed «infuocato», esortazione a proteggere il territorio («Come San Giorgio a fatto con la ragazza minacciata dal drago»)…