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Quanti misteri e quanta speranza cercando la verità

Biagio Fabrizio Carillo ci guida alla riscoperta di personaggi e delitti ancora controversi

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Su Ideawebtv.it la serie dedicata ai gialli italiani

Ogni settimana su IDEAWEBTV.IT va in onda la serie dedicata ai grandi casi di cronaca nera con Lu­ca Borioni che presenta gli approfondimenti e Biagio Fabrizio Carillo che analizza volta per volta i diversi gialli rimasti ancora adesso irrisolti oppure quelli che nonostante il verdetto hanno lasciato un’ombra di mistero e di dubbio. Siamo arrivati alla puntata numero 6, il nuovo approfondimento. Disponibile da oggi, giorno di uscita del settimanale IDEA. Intanto abbiamo già affrontato alcuni tra i casi più intriganti della cronaca nera italiana degli ultimi anni. Dal terribile intrigo di Avetrana, alla morte dell’universitaria Marta Russo e abbiamo ripercorso i delitti firmati dal killer Renato Bilancia. E andiamo avanti. Tutte le puntate sono visionabili sul nostro sito o dai nostri canali social.cLICCA QUI E

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IDEA Noir – Parola al criminologo

Dov’è emanuela?

Il fatto
Una commissione bicamerale per fare definitivamente luce sul caso di Emanuela Orlandi (e su quello di Mirella Gregori). Ecco l’ultima novità sulla scomparsa della ragazza del Vaticano che il 22 giugno 1983 (aveva 15 anni), dopo le lezioni di musica, non fece più ritorno a casa. Riusciremo finalmente a conoscere la verità?

I protagonisti
La giovane Emanuela era figlia di un commesso della Prefettura della casa pontificia, abitava in Vaticano con i genitori e quattro fratelli. Proprio il fratello Pietro, in questi anni, si è battuto per squarciare il velo dell’omertà tra mille depistaggi, ipotesi di coinvolgimento dei servizi segreti, della banda della Magliana e giri di pedofilia.

La conclusione
Mille misteri e troppi rinvii, ma dopo che nel maggio scorso la Procura di Roma av­via la terza inchiesta sul caso, sembra aprirsi uno spiraglio, con la commissione bicamerale ora finalmente operativa. Se­gnali di svolta. La soluzione – anche se clamorosa – potrebbe essere vicina e rendere un po’ di giustizia a Emanuela.

Il commendo del criminologo
Il cellulare, oggi, sarebbe stato decisivo

Nella vicenda drammatica di questa scomparsa sicuramente ai giorni nostri avrebbe potuto essere decisiva la localizzazione e il tracciamento immediato del telefono cellulare della ragazza. Come sappiamo allora non esisteva questa tecnica, perché non c’erano ancora i telefoni portatili. Una sollecita attivazione delle ricerche attraverso tutte le possibilità di natura tecnologica oggi, avrebbero potuto certamente essere di grande aiuto.

Elisa nel sottotetto

Il fatto
Era nata a Potenza nel 1977 ma fu uccisa quando aveva 16 anni. Di lei però si persero le tracce nel 1993 e non si seppe più nulla fino al 2010, quando i resti del suo cadavere furono ritrovati nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza. Si seppe allora che a ucciderla era stato Danilo Restivo.

I protagonisti
Elisa era una studentessa del Liceo Classico di Potenza. Il giorno della scomparsa sarebbe dovuta rientrare a casa per pranzo, ma dopo aver incontrato un amico sparì nel nulla. Si scoprì poi che quel ragazzo era Restivo e in quello stesso giorno si era presentato al Pronto Soccorso con i vestiti insanguinati.

La conclusione
Durante lavori di ristrutturazione alla chiesa, il macabro ritrovamento. Restivo, che si era trasferito in Inghilterra, fu accusato anche dell’uccisione di Heather Barnett per cui sconta 40 anni di reclusione. La corte italiana ha poi aggiunto 30 anni di condanna per l’omicidio, con prescrizione di violenza sessuale e occultamento.

Il commendo del criminologo
La ricostruzione criminodinamica

Questo caso conferma come la ricostruzione criminodinamica di ogni delitto efferato non possa non avere inizio dai contatti che ogni vittima ha avuto prima di scomparire. è importante identificare immediatamente l’ultima persona incontrata. In questo caso, Restivo. Un delitto reso complicato da uno scenario confuso e reticente. La psicologia investigativa avrebbe potuto essere d’aiuto nella selezione veloce dei moventi dei sospettati e agire per esclusione.

La piccola Kata

Il fatto
Dallo scorso 10 giugno si sono perse le tracce della piccola Kataleya, detta Kata, bimba di 5 anni di origine peruviana scomparsa dal cortile dell’ex hotel Astor di Firenze. Le immagini delle telecamere di sorveglianza mostrano per l’ultima volta la bambina giocare nel cortile intorno alle ore 15. Poi il nulla.

I protagonisti
Miguel Angel Alvarez Chiclio Romero, il papà di Kata, e la mamma Katherine Alva­rez, hanno lanciato un disperato appello in tv nei giorni scorsi: «Chiediamo a tutti – hanno detto -, soprattutto a chi è con nostra figlia: lasciatela andare, dove volete, al parco o in chiesa, ma fatelo perché siamo troppo preoccupati e disperati».

La conclusione
Come detto, della piccola si sono perse le tracce ormai da tre settimane. Alle 20.30 di quella giornata la mamma di Kata, nella denuncia presentata ai carabinieri di Fi­renze, ha affermato che la figlia era rimasta in casa fino alle 14.30, poi era scesa in cortile a giocare con gli altri bambini. Le indagini continuano.

Il commendo del criminologo
Una vendetta? Caccia al movente

Una scomparsa che turba e che sembra essere
maturata nelle dinamiche interne all’hotel occupato abusivamente dai cittadini di origine peruviana. Una vendetta o un’intimidazione parrebbero a monte del caso. Visione di telecamere nelle zone limitrofe e accurata selezione delle persone da sentire potrebbero essere un cardine per acquisire informazioni utili. Una scomparsa sulla quale i moventi custodiscono una possibile chiave di lettura.