Questa settimana, in esclusiva per IDEA, abbiamo chiacchierato con Enrico Tenivella, il presidente dell’Associassion Festa dël Piemont al Còl ëd l’Assietta. In primissimo piano c’è dunque la prima edizione della Festa del Piemonte, che il Consiglio regionale piemontese ha organizzato proprio in collaborazione con la sopra citata “Associassion”.
È stata istituita nel 2023 con legge regionale, allo scopo di favorire la conoscenza della storia del Piemonte, la conservazione, la salvaguardia e la valorizzazione dell’originale patrimonio culturale regionale e di diffondere la conoscenza dello Statuto e dei simboli stessi della Regione. Tanti gli avvenimenti in programma che avvicineranno i piemontesi ai festeggiamenti per la ricorrenza del 19 luglio. In particolare, il 16 luglio si svolgerà al Colle dell’Assietta, la rievocazione storica della Battaglia dell’Assietta, che inizierà con la cerimonia di alzabandiera, la Santa Messa in piemontese e la rievocazione storica dei combattimenti del 19 luglio 1747 avvenuti sulla cresta tra la Val Chisone e la Val di Susa. Per raggiungere il Colle dell’Assietta, sarà organizzato un servizio gratuito di navette per gli over 65 nei punti di ritrovo: Meana di Susa, Fraisse; Sauze d’Oulx e Sestriere.
Presidente, le chiediamo le sue sensazioni e cosa significa questa attesa per la Festa del Piemonte che si sta avvicinando.
«Siamo sotto pressione, stiamo ultimando gli ultimi dettagli. Però le cose belle sono tante, sarà una celebrazione a tutto tondo essendo diventata Festa ufficiale del Piemonte. Inizia il sabato (nel weekend del 15-16 luglio al Colle dell’Assietta) con la visita al campo delle rievocazioni storiche. Alla sera vi sarà la fiaccolata fino all’obelisco, per la commemorazione dei caduti. Poi il falò e le danze occitane. Alla domenica mattina, dalle 9, la Messa in piemontese e nuovamente il trasferimento all’obelisco con la deposizione della corona e successivamente la rievocazione della battaglia. Con molti più rievocatori, sarà un momento davvero emozionante e interessante. Seguiranno il pranzo e vari intrattenimenti musicali».
Parliamo del riconoscimento ufficiale della manifestazione. Che cosa ha rappresentato per voi?
«Per noi è stato di fondamentale importanza. Avendo ottenuto il supporto del Consiglio Regionale del Piemonte, c’è stata molta risonanza comunicativa e una maggiore diffusione. Ci aspettiamo una grande affluenza di pubblico, in relazione a un carnet di eventi che nel frattempo è stato davvero arricchito».
Due cenni di storia sulla Festa del Piemonte.
«Questo è il primo anno della Festa del Piemonte in versioee “ufficiale”, ma alle spalle ve ne sono ben 55 di edizioni. Fatte con le nostre forze e la nostra passione. Negli anni di punta, avevamo toccato addirittura 2.000 persone come pubblico presente. Quest’anno pensiamo in grande, possiamo raggiungere numeri molto significativi».
Lei presiede l’Associassion Festa dël Piemont al Còl ëd l’Assietta, come è nato questo impegno?
«Agli esordi, la kermesse ogni anno era itinerante. Nel 1968 fu fatta all’Assietta e piacque tantissimo. Gli Alpini di Susa hanno deciso di ripeterla tutti gli anni, con una cinquantina di persone che salivano al Colle per assistere alla Messa e fare il pic-nic. Negli anni l’entusiasmo è dilagato. Il 22 gennaio 1993 è stata fondata l’Associassion Festa dël Piemont al Còl ëd l’Assietta e da lì in poi è stata organizzata la rievocazione storica. Fino ad arrivare ad oggi, con una grande crescita a cui ha fatto seguito un grande orgoglio. La soddisfazione è enorme, soprattutto per il lavoro fin qui svolto».
Riuscite e coinvolgere anche le giovani leve?
«Domanda delicata. Le giovani generazioni sono piuttosto fredde rispetto a quando abbiamo raccontato fin qui. Però, noi cerchiamo di diffondere i nostri messaggi e tramandare la storia, quello che è successo nel passato. Le radici del Piemonte partono dall’Assietta, se l’esercito piemontese (con gli austriaci e gli svizzeri) non avesse fermato i francesi, questi sarebbero riusciti a scendere fino a Torino e probabilmente oggi non esisterebbe la nostra Regione. Un’impresa di un esercito di 5.000 uomini, che ne ha fermato uno da 20.000. Qualcosa che non bisogna dimenticare».