Due imprenditori vitivinicoli, le cui aziende sono associate a Cia Cuneo, sono stati nominati alla guida di due importanti realtà piemontesi e della “Granda”. Francesco Monchiero, classe 1975, di Canale, enologo e produttore, già responsabile del Consorzio Tutela Roero, è diventato presidente di Piemonte Land of Wine: l’Ente che associa i 14 Consorzi vinicoli del territorio regionale riconosciuti dal Ministero dell’Agricoltura, oltre alla Vignaioli Piemontesi. Il compito? Confrontarsi e individuare delle strategie comuni per la promozione del vino piemontese in Italia e nel mondo. Attraverso i Consorzi sono rappresentati i 44.000 ettari di vigneto che dalle province di Alessandria, Asti e Cuneo si estendono fino ai piedi delle Alpi. Un grande patrimonio enologico costituito, per l’80%, dalle 19 Docg e dalle 41 Doc regionali. Monchiero è arrivato al timone di Piemonte Land dopo un periodo di vuoto, in seguito alle dimissioni presentate nel 2021 dall’allora presidente in carica Matteo Ascheri alla guida del Consorzio di Barolo e Barbaresco.
Dice Monchiero:“Sono onorato di essere stato eletto presidente con il voto di tutti i Consorzi. Si tratta di un segnale di unità e di un prezioso strumento per il futuro del vino piemontese. Ringrazio la passata dirigenza che, anche attraverso la cessione di ruoli e competenze, ha saputo guidare Piemonte Land verso una necessaria e corretta nuova auto-rifondazione con la rappresentanza garantita a tutti i Consorzi vinicoli del Piemonte”.
Come intende svolgere il suo ruolo?
“Sarò il presidente del Piemonte del vino e di tutte le sue espressioni di eccellenza. Intendo improntare il mio impegno non solo a un’assoluta trasparenza, ma anche a un apertura a tutte le componenti di Piemonte Land in Italia e nel mondo. Facendo in modo che i nostri vini e i nostri paesaggi continuino a essere un valore aggiunto non solo commerciale, ma anche culturale, di rispetto dell’ambiente e del lavoro, di turismo, di memoria della nostra storia e di voglia di futuro nel segno della ricerca e della sostenibilità”.
Cosa deve diventare Piemonte Land?
“Una sorta di Stati Generali perenni del vino del Piemonte, così da garantire dialogo, ragionamenti e scelte condivise. In quest’ottica sono certo che da tutte le filiere arriverà la più stretta collaborazione per raggiungere scopi unitari e alti, al di là dei campanili e delle diversità. Gli ostacoli devono, invece, diventare i nostri strumenti di forza e affermazione in campo nazionale e internazionale nel solco del Piemonte vinicolo che da sempre vuol dire avanguardia, innovazione e leadership”.
A sostituire Monchiero alla guida del Consorzio Tutela Roero è stato scelto Massimo Damonte, nato nel 1965 e imprenditore vitivinicolo nell’azienda di famiglia Malvirà di Canalein cui si occupa della parte viticola e del mercato italiano. Ha contribuito a renderla una delle più importanti del territorio. E’ entrato nel Consiglio di amministrazione del Consorzio dalla sua fondazione, ricoprendone la carica di vicepresidente dal 2020. Il Consorzio conta oltre 250 aziende vitivinicole associate, con una superficie occupata da vigneti di 1.250 ettari e la produzione annua di 8 milioni di bottiglie. La Docg Roero è costituita da due vini, il rosso Roero e il bianco Roero Arneis, entrambi a base di uve nebbiolo.
Dice Damonte:“Ringrazio per la fiducia accordatami e assumo il ruolo di presidente con l’entusiasmo e la passione verso una denominazione che, negli anni, è cresciuta e si è consolidata con successo. Inoltre, sono davvero contento che il Roero oggi esprima, con Monchiero, il nuovo presidente di Piemonte Land of Wine con l’obiettivo di coordinare l’attività dei 14 Consorzi vitivinicoli regionali”.
Come intende svolgere il suo compito?
“Proseguire con una comunicazione mirata e strategie indirizzate a valorizzare tutta la filiera e a sottolineare l’importanza e il legame con un territorio unico al mondo, riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. L’attenzione verso i consumatori italiani ed esteri sarà ancora più alta, con l’obiettivo di far crescere la denominazione a livello di volumi e di valore e nella percezione dell’identità del territorio del Roero Docg”.