Tome e patate, trote affumicate e salami di cinghiale: sono alcuni dei prodotti che d’ora in poi potranno essere commercializzati utilizzando il marchio “Qualità Parco APAM”.
APAM è l’acronimo che identifica le Aree Protette delle Alpi Marittime, ente che gestisce i parchi delle Alpi Marittime e del Marguareis, insieme a otto riserve sparse nelle valli e nella pianura cuneese, tra cui Crava-Morozzo, Ciciu del Villar, Grotta di Bossea, Sorgenti del Belbo.
Il processo per arrivare alla definizione di regolamenti e disciplinari è stato lungo e complesso ma, infine, la commissione costituita per valutare le domande di ammissione e per sorvegliare sulla corretta applicazione delle norme, nei giorni scorsi ha ufficialmente dato il via libera. A breve il logo ufficiale del marchio, il profilo di una testa di camoscio con al centro la lettera Q, inizierà a circolare, segnalando al consumatore che il prodotto a cui è legato fa parte del paniere di “cose buone” che le Aree Protette delle Marittime intendono valorizzare.
«Voglio fare i miei complimenti, – dichiara il presidente di APAM, Piermario Giordano – per aver raggiunto un obiettivo così importante per il nostro Ente, ai consiglieri Valeria Marrone e Franco Parola, oltre che a Stefania Barbiero, componente della commissione di gestione, e al personale dell’Ente impegnato nel progetto. Tra le missioni del nostro Parco, quella della valorizzazione del territorio e in particolare dei suoi prodotti è tra le più importanti, e sono convinto che il marchio possa rappresentare uno strumento molto utile a supporto dei nostri coltivatori e artigiani. Mi auguro che tutti sappiano cogliere questa occasione».
Da parte loro, i consiglieri Marrone e Parola ci tengono a sottolineare che, per avere successo, l’iniziativa deve rispondere a criteri di serietà e trasparenza. «Richiediamo che vengano soddisfatti pochi ma precisi standard di qualità e tipicità, che siano sviluppate filiere rispettose dell’ambiente, del paesaggio, del benessere degli animali. La finalità principale è quella di contribuire allo sviluppo di un tessuto imprenditoriale sempre più orientato verso obiettivi di sostenibilità, stimolando i consumatori a premiare chi, condividendo questi valori, ha scelto di produrre nel rispetto della tradizione e dell’ambiente.»
Al momento sono una decina le aziende e i coltivatori coinvolti, con i loro prodotti, nel progetto, distribuiti su un territorio molto ampio, che da Entracque arriva fino a Ormea: dai formaggi del caseificio Valle Gesso (Entracque) e dell’azienda agricola Coc Ner (Chiusa Pesio) ai mieli de L’Ape Damiele (Villanova Mondovì), Ape e vita (Montezemolo) e Alchimiele (Montezemolo), dalle trote di Agritrutta (Mondovì) agli insaccati della Macelleria Gola (Chiusa Pesio), dalle mele e castagne della cooperativa La volpe e il mirtillo (Ormea) alle patate dell’Azienda Gerbino (Entracque) alla Torta Reina di Marcella Formento, gestrice di Casa Regina a Sant’Anna di Valdieri.
Sono in fase di valutazione le candidature di altre aziende. Per aderire al marchio, è necessario operare in uno dei comuni dei due parchi oppure all’interno o nelle immediate vicinanze delle riserve. Sono però ammessi, nel caso di prodotti lavorati, anche artigiani con attività insediate al di fuori di tale territorio, a patto che siano utilizzate materie prime “di provenienza APAM”.
L’obiettivo delle Aree Protette delle Alpi Marittime è quello di far emergere le produzioni locali di qualità. Questo nell’immediato. Ma in prospettiva il progetto è più ambizioso, perché punta a dare un nuovo impulso ad agricoltura e allevamento, attività che per la montagna sono fondamentali non solo dal punto di vista economico, ma anche per quanto riguarda la conservazione della biodiversità, del paesaggio e la difesa e manutenzione del territorio.