«Con i quartieri ci sarà un rapporto sempre più stretto»

Da una ventina di giorni il nuovo comandante della Polizia Municipale di Bra è Davide Detoma

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Il commissario capo Da­vide Detoma, dal 1° lu­glio scorso è il nuovo co­mandante della Poli­zia Municipale di Bra (che ha sede in via Moffa di Lisio). Nato ad Al­ba nel 1973, per Rivista IDEA lo abbiamo raggiunto telefonicamente e gli abbiamo rivolto qualche domanda a proposito del suo nuovo e recente incarico, tra aspettative e certezze. Detoma sostituisce Mauro Ta­ba, andato in pensione a giugno. Nel ruolo di vicecomandante – che era di Detoma -, opera adesso Sergio Mussetto. Il 4 luglio scorso Davide Detoma e Ser­gio Mussetto sono stati ricevuti in Municipio per un saluto ufficiale della Giunta braidese del sindaco Gianni Fogliato.

Partiamo dal fondo, dalla soddisfazione di essere stato nominato comandante della Polizia Municipale di Bra.
«Grande emozione. Si tratta di un bel traguardo raggiunto, se penso che ho iniziato nel lontano 1998 come semplice agente. Pian piano, un passo alla volta, dopo 25 anni ho coronato la mia carriera fatta di sacrifici e fatica».

Ci racconti gli esordi.
«Be’, 25 anni fa era una Polizia locale totalmente diversa da quella di oggi. I mezzi erano pochi, così come gli uomini. Non c’erano le radio, mancavano tanti collegamenti, le divise erano di un altro tipo. Anda­vamo in giro con il gettone in tasca per chiamare, all’occorrenza, il carro attrezzi o l’ambulanza. Strada facendo, ci siamo attrezzati e dotati tecnologicamente, arrivando alla strumentazione in nostro possesso oggi».

Come si è avvicinato a questo lavoro?
«Sono figlio d’arte, mio papà era vigile urbano ad Alba. Era stato assunto nel 1974. Re­spiro quest’aria da quando ero in culla! Ho vissuto un naturale avvicinamento verso il suo lavoro, sono cresciuto così. Non è stata improvvisata come situazione, ecco. Sono poi stato un carabiniere ausiliario e ho sempre avuto un amore per la divisa. E questo amore mi ha portato a fare diversi concorsi tra i quali, nel 1997, quello di Bra».

Ha preso il testimone da Mauro Taba.
«Ha fatto un grandissimo lavoro. Eravamo arrivati insieme, lui con il concorso da comandante e io da semplice agente. Abbiamo costruito una struttura riconosciuta a livello piemontese e un team coeso. Taba era un docente regionale ed ha formato tanti agenti qualificati. Una persona a modo, preparata, attenta. Con l’aiuto delle Amministrazioni comunali, abbiamo avviato un rinnovamento ed un percorso di crescita. Nuove macchine, le radio, 5 agenti nel 2001, un aumento del personale. Gli uffici di polizia giudiziaria che trattano casi delicati, di competenza del collega Sergio Mussetto. Ricevo un testimone importante da Mauro Taba, ma il grande lavoro ad alti livelli è condiviso e partecipato da tutti».

Oggi che Comando è quello braidese?
«Ben strutturato, pronto a ri­spondere a tutte le esigenze. Lo definirei “multitasking”. Ci occupiamo anche di educazione stradale nelle scuole e la riprenderemo con vigore dal 2024. Seguiamo tutti i mercati, le manifestazioni a partire da “Cheese”. Contiamo dai 17mila ai 20mila verbali all’anno, di tutti i generi. Controlli giornalieri con il Targa System. A largo spettro, siamo attrezzati e pronti a fare tutto. Con uomini, mezzi e tecnologie. A volte sbagliamo ma, come dico sempre, chi non mangia non fa briciole».

Qual è la sua mission?
«Vogliamo tutti insieme riallacciare, fortemente, i rapporti diretti con i quartieri della città. Intensificare anche i rapporti con le comunità straniere locali. Dopo “Cheese”, ci muoveremo in tal direzione».

Se dovesse descrivere Bra cosa potrebbe dirci?
«Una città con una determinata importanza. Dà molto lavoro, parliamo di una realtà di quasi 30mila abitanti. Bra è, però, tranquilla e gestibile. La popolazione riconosce, in noi, il lavoro che facciamo. Le Amministrazioni e le dirigenze ci hanno sempre agevolato. Una città dalle tante abitudini, con tanti risvolti, con tanto turismo. Ecco, negli ultimi 25 anni questo settore in particolare si è sviluppato tantissimo. Slow Food ha giocato e gioca ovviamente un ruolo centrale. Bra negli anni è cambiata, cresciuta, è diventata più bella. Oggi mi sento più braidese che albese. Del resto, mi sono diplomato a Bra, il carabiniere ausiliario l’ho fatto sempre a Bra. In una definizione: si tratta di una città a portata d’uomo».