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L’opinine di Bernard Mensah

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IL FATTO
tra energia, politiche monetarie, e fiscali, il quadro economico internazionale resta complesso. Per l’italia, in particolare, quali sono le prospettive di crescita?

 

«Il contesto attuale risulta molto complesso e ricco di insidie, come i prezzi dell’energia e le politiche monetarie e fiscali che, seppure lentamente, presto dovranno cambiare rotta. A ogni modo, ci sono anche sviluppi positivi che andranno a beneficio dell’economia italiana». Lo ha detto Bernard Mensah sulle pagine del Corriere della Sera in un’intervista che è stata pubblicata nei giorni scorsi. Si tratta di uno dei banchieri più esperti in campo internazionale, con un’attenzione particolare per le vicende italiane. Questo forse perché proprio la Bank of America – di cui è responsabile delle attività internazionali – ha origini legate all’Italia: fu infatti un emigrante, Amadeo Pietro Giannini a fondarla a San Francisco nel 1904 addirittura con il nome di Bank of Italy, modificato solo nel 1928.
Mensah dice che l’Italia in questo momento può guardare avanti con moderato ottimismo: «Il Paese è riuscito a superare l’inverno passato dimostrando una resilienza nettamente superiore a quanto molti si aspettassero. L’Italia, come il resto dell’Europa, ha saputo adattarsi rapidamente ai nuovi shock». E non solo, ci sono altre indicazioni positive: «C’è stata ambizione nella strategia sul Next Generation Eu, perché l’Italia è stata la prima a richiedere con successo sia i contributi a fondo perduto sia i prestiti per sostenere le proprie riforme. Credo che la piena attuazione di questa strategia possa far progredire significativamente l’Italia e aiutarla ad avere i migliori risultati nel lungo termine. In terzo luogo, il naturale orientamento all’export delle imprese italiane, in particolare verso gli Stati Uniti, e il forte slancio del turismo stanno rappresentando un importante supporto per l’economia del Paese».
E poi c’è un dettaglio da non considerare come secondario. Mensah infatti aggiunge che, in base ai suoi contatti con le aziende italiane, si può avere ottimismo perché queste «stanno chiaramente beneficiando dei cambiamenti a livello internazionale, tra cui la re-localizzazione delle catene del valore (reshoring). Ho avuto modo di apprezzare di persona un livello di talento e resilienza estremamente rari».
Tutto questo però in un contesto che rimane complicato. Come afferma l’economista americano: «Stiamo ancora affrontando gli effetti di due grandi choc. I prezzi e la disponibilità di energia pesano in modo rilevante sui risultati finanziari in Europa. Se a questi sommiamo la politica monetaria e ciò che ci aspettiamo di vedere nei prossimi mesi, allora siamo di fronte a un’economia in grado di crescere a un tasso solo leggermente sopra lo zero, anche con l’impatto positivo degli 800 miliardi di euro del Ngeu. Inoltre, con tassi più alti, un bilancio della Bce in rapida contrazione e un fabbisogno di capitali molto elevato in Europa, c’è il rischio di stress dei mercati finanziari nel medio termine».