Home Articoli Rivista Idea Inclusione in barattolo

Inclusione in barattolo

All’alberghiero di Mondovì è nata fondazione cucine colte per sostenere allievi e diplomati. E poi un progetto goloso con le prelibate confetture di “bundamangè”

0
0

Una sera di mezz’estate dello scorso anno, davanti a un gelato (ottimo) di Mattia Germone a Mon­dovì Piaz­za, Rudy Mamino, che di sicuro è il più noto professore degli istituti alberghieri della provincia, mi ha raccontato una bella storia. Bella perché parla di artigianalità, per cui, si sa, non me la lascerei scappare per niente al mondo. Bella perché parla di inclusione e quindi è buona due volte; bella perché regala una luce nuova agli istituti alberghieri, che dopo la pandemia vivono una situazione di crisi piuttosto profonda.
Finita l’allure provocata dalle trasmissioni televisive legate alla moda del cibo e dell’alta ristorazione che hanno ispirato tanti giovani, quegli stessi ragazzi si sono poco dopo trovati davanti alla dura realtà: le cucine e le sale dei ristoranti non hanno niente a che vedere con il set, ma significano prima di tutto passione, lavoro duro e tantissima professionalità. A ciò bisogna sommare il dato affatto trascurabile che gli orari della ristorazione per lo più coincidono con quelli dei divertimenti, dei fine settimana e delle uscite con gli amici. Ergo, dopo la pandemia si è registrato un crollo verticale delle iscrizioni. Tuttavia, a insegnare rigore e professionalità ci sono insegnanti come Rudy Mamino che della scuola hanno fatto la loro missione e che, insieme al dirigente scolastico Donatella Garello, proprio prima della pandemia ha dato vita alla Fondazione Cucine Colte che ha l’obiettivo di sostenere gli allievi e diplomati dell’Istituto Alberghiero Giolitti Bellisario Paire durante la frequenza scolastica e dopo il diploma. La fondazione ha soprattutto uno scopo inclusivo ed è rivolta ai ragazzi con disabilità e con problematiche dal punto di vista famigliare o sociale.
Da Cucine Colte di cui Garello è presidente e Mamino vice è nato “BunDaMangè”, un progetto che si muove su due fronti: un servizio di catering che dopo la pandemia ha già eseguito le prime “uscite” con piccoli servizi a buffet e poi una linea di confetture totalmente artigianali che, provare per credere, possono vantare un altissimo profilo organolettico. Detto in parole povere: sono buonissime. La prima nata è la confettura di fragole al profumo di limone e arancio a cui si sono aggiunte quella di Mirtilli, di Al­bicocche e Spezie, di Pera Madernassa e Cannella e, infine, di piemontesissimi Ra­massin. Un vero e proprio racconto delle specialità di un territorio come il nostro, ricco di varietà autoctone poco conosciute, ma decisamente interessanti. Con l’aggiunta di un pizzico di fantasia e innovazione il gioco è fatto e sarà per questo che sono stati in tanti a scegliere le confetture di “BunDaMangè” come bomboniere.
Chi fosse interessato può prenotare i servizi di catering o acquistare le confetture contattando i profili social di Cucine Colte oppure scrivendo all’indirizzo mail fondazionecucinecolte@gmail.com, oppure se volete togliervi lo sfizio ci sono alcuni ri­venditori a Mondovì, a Cuneo, a Vil­lanova, ad Alba e a Torino presso i quali potete trovarle.

Articolo a cura di Paola Gula