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Premio Roero 2023 una festa riuscita a Baldissero d’Alba

Alla giornalista inglese Liz Boulter il riconoscimento internazionale: «Un affresco di rara completezza»

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«È un viaggio nella “grande bellezza”, il no­stro splendido Roero: un viaggio che fa tappa qui, a Bal­dissero d’Alba. E non è certo per caso: qui s’è abbattuta una grandinata a inizio luglio, ma qui è passato il Giro d’Italia e passerà il prossimo anno il Tour de France. E qui, soprattutto, è il centro della biodiversità». Così ha esordito Gian Mario Ricciardi, per introdurre l’edizione numero 35 del Premio Giornalistico del Roero: parte integrante della storia della Sinistra Ta­naro, con il paese dei Colonna che ha ospitato quest’anno la cerimonia di premiazione.
Tanti i presenti: a partire da chi ha sostenuto negli anni questa iniziativa e il suo “pa­tron” Giovanni Negro. C’era­no il Consorzio Tutela Roero con il nuovo leader Mas­simo Damonte e il predecessore Francesco Monchie­ro, ora a capo di Pie­mon­te­Land; i Ca­valieri del Roero con in testa il gran maestro Carlo Ri­sta, i sindaci di queste colline (c’era anche il presidente di quelli del Roero, Silvio Artusio Comba e alcuni primi cittadini anche da fuori provincia), le delegazioni di realtà come l’Associazione per i paesaggi vitivinicoli Unesco con Ro­berto Cerrato, il gruppo Va­lorizzazione Roero condotto dal primo cittadino sanvittorino Giacomo Badellino, le rappresentanze di Regione (l’assessore Marco Protopapa e il consigliere Matteo Ga­gliasso), Provincia (Bruna Si­bille) e Par­lamento Euro­peo (con Gianna Gancia), i vigneron del territorio e soprattutto la gente. Ogni volto, una storia: «Per­ché – come ha precisato ancora Ricciardi – noi vo­gliamo che le storie si in­contrino, e lo facciamo dopo una pandemia che ha permesso anche di ridisegnare strategie, co­struire il nuovo futuro, con una nuova economia “green”». Parole d’orgoglio anche da parte del “padrone di casa”, il sindaco baldisserese Michele Lusso, che ha sostenuto sin da subito questa edizione. E nel suo accorato intervento, Ne­gro ha commentato: «Ricordo i primi ti­midi passi di questo premio. Ora c’è chi dedica speciali di pagine e pagine al nostro Roero a livello internazionale: cose che parevano impensabili. Alcuni di quei “pionieri” sono stati come Davide contro Golia e hanno vinto, noi tutti abbiamo vinto insieme a loro». La premiazione, curata da Beppe Rovera e Paolo De­stefanis, ha registrato il riconoscimento speciale al fotografo Tino Gerbaldo, al promotore di cultura Claudio Calorio di Telecupole e al nostro collega Enrico Fonte di Rivista IDEA «per la sensibilità che regala nelle sue interviste così attente alle diversità che fanno la differenza». Per la categoria nazionale, premiati Martino Villosio di Rai Piemonte, Giancarlo Montal­do direttore di Barolo&Co ed Eugenio Ecclesiastico per Oa­sis, con spiccato riferimento all’Oasis Photocontest Roero, oltre che Maria Teresa Lam­berti di RadioUno Rai. Nuo­vo premio per Liz Boulter di The Guardian, già insignita nel 2020, con il suo invito a fare le «vacanze in Italia» ed un affresco di rara completezza di tutto ciò che nel Roero e nella Langa si può trovare: terra, verde, cibo, vino, miele. Qualità assicurata e due terre rinate dopo il Covid.
Nel complesso, una festa riuscita assieme al Crudo di Cuneo (in sala la presidente Chiara Astesana), le tinche di Ceresole, la salsiccia di Bra con la Confraternita guidata dal gran maestro Giacomo Berrino e i grandi sponsor di sempre: il Con­sorzio del Roero, Syngenta, Gai, Brezzo, Fondazioni Crt e Crc, Banca d’Alba e Cavalieri del Roero. Ma c’erano anche altri ospiti di prestigio come Roberto Russo, direttore di Confapi Cuneo. Significativo poi l’intervento di Mariano Rabino, presidente dell’Atl Langhe Monferrato Roero, per un turismo sempre più presente ma, ancora una volta, sostenibile.