In occasione del lancio della “Progettazione partecipata”, avviata dall’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero e presentata nelle scorse settimane al Castello di Grinzane Cavour, abbiamo intervistato Alessandra Priante, direttore Europa dell’Unwto, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di turismo a livello globale, e membro del Comitato Scientifico costituito per l’occasione. Con lei abbiamo parlato appunto dell’iniziativa nata in provincia di Cuneo, ma anche di sostenibilità, delle prospettive future del settore turistico e, in generale, del suo impegno.
Priante, la “Progettazione partecipata” sul turismo sostenibile della destinazione Langhe Monferrato Roero è entrata nel vivo. Quali sono le sue considerazioni sul nuovo progetto?
«Abbiamo ricevuto la richiesta da Langhe Monferrato Roero; ho voluto onorarla perché questa destinazione, lo scorso anno, ha ospitato la Sesta Conferenza Mondiale del Turismo del Vino dell’Unwto. Tutto ciò per noi delle Nazioni Unite è molto importante: lasciamo un’eredità ai territori in modo tale che sia in qualche modo operativa e produttiva. È una grande soddisfazione vedere che le realtà interessate reagiscono con tali modalità».
Lei fa parte del Comitato Scientifico. Che tipo di contributo le è stato richiesto?
«Ho avuto il piacere e l’onore di essere in qualche modo mentore nelle giornate di presentazione della “Progettazione partecipata”, sia per quanto riguarda la parte inaugurale sia quella di interazione diretta. Le ho trovate molto stimolanti e ben fatte. Ho visto gli operatori contenti, anche perché i gestori dell’Ente Turismo – dal Presidente al Direttore – sono veramente persone eccezionali».
Su quali aspetti ha focalizzato i suoi interventi?
«Sono portatrice di un’analisi globale non solo dei trend numerici ma anche del nostro pilastro incentrato sul turismo per lo sviluppo rurale e, quindi, di tutta la parte relativa alla sostenibilità e all’implementazione della stessa, tanto nelle progettazioni quanto, soprattutto, nelle azioni concrete».
In che modo si può valorizzare il turismo rurale?
«Innanzitutto bisogna fare degli interventi di mobilità sostenibile, assolutamente necessari. Adesso una delle difficoltà maggiori è legata all’accessibilità, alle modalità per raggiungere le destinazioni. Bisogna ragionare su questo tema in maniera sostenibile. Il secondo elemento imprescindibile è il coinvolgimento della comunità: la sostenibilità sociale è tanto importante quanto quella economica e ambientale. È assolutamente cruciale che le comunità siano parte integrante della progettazione e, quindi, dicano la loro. In generale, serve poi un’azione compatta a livello trasversale, visto che il cambio climatico è ormai realtà».
Guardando all’intera provincia di Cuneo, quali sono gli aspetti di quest’area che la colpiscono maggiormente?
«C’è una splendida combinazione tra elementi paesaggistici e naturali, gastronomia e beni di rilevanza culturale; il tutto nell’ambito di una regione che è incredibilmente dinamica e ricca di contenuti. Ho notato, però, che alcuni paesi si stanno spopolando, questo non aiuta».
Parlando di turismo tout court, com’è la situazione a livello globale?
«Siamo tornati ai livelli pre-pandemia, ossia al momento in cui tutti urlavano: “Aiuto, aiuto, c’è troppo turismo”. Vuol dire che non abbiamo imparato niente».
Qual è la soluzione?
«L’unica soluzione è iniziare a pensare che non esista l’“overtourism”, ma ci sia invece un turismo da gestire in maniera più efficace. Se decidiamo di gestirlo bene, allora le cose andranno meglio. In caso contrario, invece, non ne usciremo vivi».
Quali sono le prospettive future a livello internazionale?
«Alla luce del contesto di pesante crisi che si sta configurando, il turismo di prossimità continuerà a essere l’elemento fondamentale e, secondo noi, quello vincente per riuscire a costruire dei prodotti che abbiano un grande senso e una longevità. Però, per farlo, abbiamo appunto bisogno delle “Progettazioni partecipate”».
In un’intervista ha definito il comparto turistico quello più “umano”, evidenziando la necessità di renderlo un settore più attraente per il lavoro. Come lo si può fare?
«Bisogna riportare un po’ di attenzione sulle professioni del turismo. Come? Garantendo maggiore formazione ma soprattutto restaurando un po’ di dignità. Non può essere una professione che la si fa perché non si sa cosa fare. Dopo la pandemia, con i vari sussidi, c’è peraltro chi preferisce rimanere a casa o fare solo dei piccoli lavori».
Bisogna insomma riscoprire una certa vocazione.
«Certo, ma dobbiamo garantire maggiore dignità a questi lavori: non possono essere sottopagati. E comunque non è solo una questione di paga. I ragazzi ci hanno dato un chiaro messaggio: vogliono un maggiore equilibrio di “work life balance”, tra i tempi da dedicare alla vita privata e quelli da dedicare al lavoro. Dobbiamo metterli nelle condizioni migliori affinché possano continuare a contribuire al settore turistico».
Per il turismo sono in programma dunque tante nuove sfide. Come le affronterà? Si farà accompagnare anche dalla musica, visto che è una grande appassionata di elettronica?
«Vivo di emozioni. Nel mio lavoro, in famiglia o nella musica. Sono sempre alla ricerca di emozioni; per me non esiste il lavoro noioso, per questo scelgo delle occupazioni in cui la mia passione può portare degli ottimi risultati a tanti livelli. Pur essendo una bocconiana, non sono mai stata interessata alla “parte profitto”. A me piace l’idea di aiutare e contribuire affinché le economie degli altri Paesi che hanno più bisogno possano crescere. È la soddisfazione principale; in più, sono molto felice e onorata di lavorare con le Nazioni Unite».
Si riforma il settore degli accompagnatori e arriva il bando per i piccoli comuni “vocati”
Importanti novità per il turismo italiano. Come si legge sul sito del Ministero guidato da Daniela Santanchè, lo scorso 17 luglio è stato approvato in Consiglio dei Ministri un pacchetto di misure destinato a rivoluzionare il settore. Le suddette misure riguardano in particolare il disegno di legge “Disciplina della professione di guida turistica” – finalizzato a creare un ordinamento professionale univoco delle guide turistiche – e il “Piano strategico del turismo 2023-2027”, che va a delineare una politica basata su un rapporto sinergico tra Ministero, Regioni e portatori d’interesse. È stato poi inoltre aperto il bando sul “Fondo per i piccoli comuni a vocazione turistica”. La dotazione di 34 milioni di euro ha come obiettivo quello di aiutare e valorizzare i piccoli comuni con popolazione inferiore a 5mila abitanti, incentivando interventi innovativi nell’ambito dell’accessibilità, della mobilità, della rigenerazione urbana e della sostenibilità ambientale.
Articolo a cura di Domenico Abbondandolo