È stato approvato in consiglio provinciale, nella seduta di lunedì scorso e col voto positivo dei Consiglieri di “Granda in Azione”, un protocollo con cui la Provincia di Cuneo, d’intesa con la Fondazione CRC e la Camera di commercio, intende coordinare lo studio utile ad intervenire sulle tratte ferroviarie della provincia di Cuneo grazie ai fondi PNRR.
Il caso del servizio ferroviario della Regione Piemonte, e quello cuneese in particolare, è in questo senso emblematico: gli investimenti insufficienti per il potenziamento e il miglioramento del trasporto su ferro hanno implicato un progressivo e drammatico peggioramento del servizio offerto con la conseguente sospensione di numerose tratte ferroviarie.
Dal 2010 dodici linee ferroviarie sono state sospese: tra queste, le linee Ceva-Ormea, Cuneo-Mondovì, Cuneo-Saluzzo-Savigliano, e Cavallermaggiore-Bra. La decisione di sospendere il servizio su queste e altre tratte non solo ha comportato l’isolamento (come nel caso di Saluzzo) e innumerevoli disagi per i pendolari, ma ha anche contribuito a creare un ambiente poco favorevole agli investimenti privati. È, infatti, noto che gli investimenti pubblici sono necessari affinché gli agenti privati possano produrre i propri beni e servizi in maniera più efficiente e possano godere delle economie di scala. Pertanto, linee ferroviarie ben funzionanti, ben mantenute e soprattutto capillari sul territorio regionale potrebbero favorire la ripresa economica della nostra provincia di Cuneo e della nostra regione.
In aggiunta, si consideri che lo sviluppo e l’espansione della rete ferroviaria possono rappresentare un ottimo driver per la transizione ecologica: se da un lato lo studio sul servizio ferroviario della linea Cuneo-Mondovì prodotto dall’Agenzia Mobilità Piemontese ha messo in rilievo i costi inferiori del trasporto su gomma rispetto a quelli su rotaia (570.000 euro contro circa 1.900.000 euro), dall’altro lato il potenziamento della rete ferroviaria consentirebbe di dare luogo a tutta una serie di esternalità positive che sfuggono alla troppo semplicistica analisi dei costi e benefici.
Il ripristino delle linee sospese invoca la responsabilità della collettività di fronte alla crescita economica e allo sviluppo politico e sociale del Paese. Una rete ferroviaria più efficiente, infatti, consentirebbe di collegare meglio i grandi centri della Provincia Granda e della Regione Piemonte e di favorire gli investimenti privati che, a loro volta, si tradurrebbero in un maggior numero di imprese e in un incremento del tasso di occupazione: in altri termini, lo sforzo dello stato nei trasporti pubblici può rappresentare il volano per la ripresa economica, politica e sociale della nostra regione e, in prospettiva, di tutto il Paese.