«Grazie al presidente Cirio per aver voluto questo gruppo di monitoraggio. Uno strumento indispensabile per limitare le lentezze della burocrazia: con il nuovo rinvio dell’apertura del tunnel del Tenda a dopo l’inverno perderemo ancora una stagione sciistica con gravi danni per il nostro sistema economico. La soluzione migliore: aprire al più presto a doppio senso il nuovo tunnel. Il problema più grave è però che Cuneo non è presente né ascoltata al tavolo transfrontaliero con Imperia e Nizza. E intanto fra i sindaci delle due città si sta creando un asse che esclude la Provincia Granda dallo sviluppo turistico- commerciale strategico per privilegiare l’entroterra nizzardo».
È un Paolo Bongioanni a tutto campo, quello intervenuto ieri alla seduta di insediamento del nuovo Gruppo di Monitoraggio sul Tunnel di Tenda, voluto dal presidente della Regione Alberto Cirio e riunitosi in Provincia a Cuneo. Ne fanno parte Regione, Provincia, i Comuni di Cuneo, Borgo, Roccavione, Robilante, Vernante, Limone e la Camera di commercio di Cuneo.
Il capogruppo di FdI in Consiglio regionale ha toccato i principali temi aperti legati al tunnel, alla viabilità transfrontaliera e alla loro importanza per lo sviluppo turistico ed economico dell’area. Ecco l’analisi e le proposte di Bongioanni:
Tavolo di monitoraggio, uno strumento importante contro la burocrazia
«I miei complimenti al presidente Alberto Cirio che ha voluto dare vita a questo gruppo di monitoraggio che coinvolge istituzioni ed enti locali del territorio sul problema del tunnel del Tenda. È uno strumento importante per rimediare alla ferita enorme inferta alla Granda dalla tempesta Alex, che ha spazzato via una delle poche strade di collegamento transfrontaliero realmente fruibili che avevamo. Da uomo del turismo mi fa ancora più male vedere l’ulteriore rinvio dell’apertura del tunnel dopo il prossimo inverno, saltando ancora una stagione sciistica quando dall’altro versante delle montagne abbiamo la prima regione turistica d’Europa che è la Costa Azzurra, il primo aeroporto turistico d’Europa che è quello di Nizza, Montecarlo, un mondo straordinario. Ora bisogna risolvere questo problema e portarlo a compimento. Viviamo in un’Italia che è schiacciata da un macigno enorme chiamato burocrazia. L’ho respirata quando ho accompagnato il presidente Cirio in riunione con il ministro Sangiuliano per cercare la procedura più rapida per il completamento dell’autostrada Asti-Cuneo. Abbiamo visto quanto è difficile portare a casa i risultati».
Unica soluzione, riaprire al più presto il nuovo tunnel a doppio senso
«Soluzioni sicuramente suggestive e più funzionali delle attuali, come quella proposta dal Sindaco di Roccavione Germana Avena – persona che ama e crede in questo territorio – che ha parlato di un tunnel a quote basse, non sono praticabili. Con i tempi con cui vengono realizzate le opere pubbliche in provincia di Cuneo ci vorrebbero secoli. Così come non è praticabile una seconda canna, cioè l’allargamento del vecchio tunnel. Si era provato a farlo nel 1993 per creare una piazzola di sosta, ma le spinte accumulate in più di un secolo hanno provocato un rilascio della roccia e determinato una grossa frana. Lo avevano rilevato già allora mio padre, all’epoca geometra capo della Provincia, e il mio relatore di tesi di laurea professor Franco Grasso, che andarono a cercare soluzioni in grado di tamponare il problema. La soluzione più rapida e ragionevole, quindi, oggi è aprire al più presto il nuovo tunnel col doppio senso di marcia».
Cuneo e provincia, in ritardo e tagliata fuori dall’asse fra Imperia e Nizza
«Questa però è una situazione che ci obbliga a riflessioni. Come mai in Francia il mio amico Xavier Pelletier, il “Prefetto della ricostruzione”, un anno fa ha concluso tutti i lavori di ripristino della Valle Roia mentre noi siamo qui a constatare l’ennesimo ritardo nell’apertura del tunnel? Una domanda legittima, come lo sono quelle sulle molte criticità viarie del nostro territorio. Progetti sbandierati per decenni, che ormai suscitano ilarità. Società nate per costruire il nulla, con la provincia che è rimasta soffocata nel suo isolamento.
La colpa è di noi cuneesi. Possiamo contare sul sostegno autorevole dei due nostri ministri Crosetto e Santanchè, ma a livello territoriale il nostro panorama politico non ha mai avuto figure politiche in grado di affrontare le criticità, o se ne avevano la capacità, non se ne sono volute far carico. È un mea culpa pesante. Guardando appena al di là delle montagne troviamo una situazione diametralmente opposta e che ci penalizzerà ancora di più.
Ci sono oggi due uomini forti: il sindaco di Imperia, Claudio Scajola, e il mio amico Christian Estrosi, sindaco di Nizza, presidente di Métropole Nice Côte d’Azur e presidente aggiunto della regione Paca. Hanno politiche diverse dalla nostra. Stanno realizzando opere su opere. Hanno creato un asse a due, pericolosissimo per noi perché, anziché lavorare a quel triangolo Cuneo-Imperia-Nizza cui ho sempre creduto – il triangolo delle Alpi che si tuffano nel mare fondato su vie di scambio secolari –, stanno creando una “L” che unisce Imperia e Nizza e poi piega in verticale verso le stazioni sciistiche di Auron e Isola 2000 nell’entroterra nizzardo. Località che l’inverno scorso hanno fatto il record di presenze, tagliando fuori completamente il comprensorio cuneese al di qua delle Alpi.
La provincia di Cuneo non è considerata a quel tavolo, ed è scontato che venga esclusa dalle scelte. Questo fa pensare ad un’altra debolezza presente nella nostra politica. Soprattutto ora che sono in arrivo enormi quantità di fondi europei, occorre essere a quel tavolo. Ma con autorevolezza, credibilità e soprattutto con capacità di costruire rapporti umani che, alla fine, sono quelli che decidono le partite più delicate e importanti. Il fatto è che noi al tavolo non ci siamo. La partita se la giocano Imperia e Nizza, Scajola ed Estrosi. E la provincia di Cuneo, per l’ennesima volta, sta a guardare perdendo altre occasioni».