Mirabilia a Cuneo: nel Cortile CRC Margherita Landi e Agnese Lanza presentano Peaceful Places

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Tra le novità della giornata nell’ambito dell’evento Mirabilia “The Festival” a Cuneo, domani venerdì 1 settembre ci sarà uno spettacolo di danza della Compagnia Anonima Teatri con l’appuntamento all’Asilo Girasoli, e in più repliche anche il giorno successivo, presenta Isabel – A Cup of Tea, la storia di Isabel una giovane ragazza come tante che vive in una città del Sud America del 2000. Dopo la scomparsa di Raul, che credeva suo padre, inizia un viaggio alla ricerca della sua vera identità e dei suoi veri genitori, un viaggio crudo che la porterà a scoprire le ombre della sua famiglia e il passato del suo Paese. Isabel è una donna, molte donne, è figlia, sorella e madre. È la costante ricerca della normalità e della quotidianità perduta, è la speranza che fatica a soccombere, Isabel è la forza di adattarsi ai cambiamenti. Lo spettacolo è tratto dalla storia vera di Victoria Donda, prima figlia di “desaparecidos” ad essere eletta alla Camera dei deputati argentina.

Altra grande novità della giornata i Teatri Mobili, della Compagnia italiana Girovago e Rondella, che a partire dal primo settembre, per tutti i giorni del festival, con più repliche nella giornata, saranno parcheggiati con i loro 2 autobus in Piazza Foro Boario, invitando il pubblico ad entrare al loro interno per scoprire un mondo teatrale assolutamente sorprendente. Oltre all’immagine anche l’aspetto sonoro, in questo teatro senza parole, ha un’importanza fondamentale.

A partire dalle 16, il ritorno di Bingo con la prima assoluta di Dementalist spettacolo di mentalismo comico con più repliche, fino al termine del Festival: un agente speciale deve risolvere un caso impossibile. I testimoni saranno attendibili? Riuscirà a trovare il bandolo della matassa? Il pubblico è lo spettacolo.

Alle 16.30 nella sede del Cortile CRC Margherita Landi e Agnese Lanza (Vetrina FNAS) presentano lo spettacolo di danza Peaceful Places, l’abbraccio è un gesto che tutti conosciamo e condividiamo da quando siamo nati. Stare in un abbraccio costringe a confrontarci con le nostre vulnerabilità, a volte con la scomodità della vicinanza, ma può anche aprire uno spazio temporale in cui possiamo permetterci il lusso di rallentare e finalmente ascoltare noi stessi. Peaceful Places, grazie alla realtà virtuale, permette a tutti di trasformare il proprio stato emotivo in movimento, allenando la nostra empatia e il corpo ad abbracciare. Persone reali, con veri legami emotivi, guidando il movimento del fruitore condividendone la tenerezza, diventando personaggi archeipici con cui tutti possiamo identificarci.

In Piazza Foro Boario, da venerdì a domenica (dal pomeriggio fino a tarda serata) sarà disponibile gratuitamente, su prenotazione, l’accesso a Escape4Change – Contro la crisi climatica, promossa dall’Associazione di cooperazione e solidarietà internazionale LVIA. L’escape room è un’esperienza di gioco immersiva, ambientata nella regione etiope dell’Afar, tra le più aride dell’Africa. Un grupppo di persone entra nella stanza con l’obbietivo di uscirne entro un certo limite di tempo dopo aver risolto alcuni enigmi che sono anche le tappe di un viaggio nelle quotidianità delle persone che abitano l’Afar. Il messaggio ai giocatori e alle giocatrici, che cooperano in gruppo, è prendere coscienza dell’ingiustizia climatica che affligge le comunità umane più duramente colpite dagli effetti del riscaldamento globale. Ai visitatori sarà possibile visitare l’escape room con la sua ambientazione e i suoi artefatti anche al di fuori degli orari di gioco.

A partire dalle ore 17 due spettacoli di danza con Tecnologia Filosofica che presenta Eco dal Mondo (in replica anche sabato 2) progetto sostenuto da Piemonte dal Vivo. Sullo sfondo dei moti di piazza, tra voci e suoni della piazza, nell’eco della piazza, in scena un Arlecchino, o almeno, quello che ognuno di noi riconosce come il celebre personaggio della commedia dell’arte italica, ma che rivisto e corretto ai giorni nostri, non si presenta al pubblico nella sua versione frizzante e baldanzosa, quanto piuttosto sagoma dimessa e riflessiva. Prendendo spunto dal dipinto “Arlecchino allo specchio” di Pablo Picasso, esploriamo le possibilità fisiche e le posture del personaggio impresse nella tela picassiana, nel tentativo di farlo uscire dalla tela per riflettere sulla condizione di noi umani dinanzi ai crocicchi della vita. A seguire la giovanissima danzatrice olandese Estrella Smith presenta Captured Freedom un lavoro che parla di connessione, il simbolo della catena ne è il punto focale. La catena è un concetto che può essere visto da diverse prospettive: è un collegamento, un tutto formato da piccole parti. Ma è anche un limite e un impedimento. In questo spettacolo ci si chiede: quando la catena collega e quando separa? Una riflessione sulla schiavitù, la costrizione, i legami e le connessioni.

Alle 18 il Circo di Le Vamp (vetrina FNAS) che presenta Pink Punk. Uno spettacolo ironico ed irriverente, un po’ punk e volutamente provocatorio. Le tre artiste in scena giocano con gli stereotipi del mondo femminile, assumendoli, esagerandoli e rovesciandoli a testa in giù.

Alle 18.40 in un’area dedicata di Piazza Galimberti i brasiliani del Collectiv Na’ Esquina presentano la prima nazionale di Volta la parte finale del trittico di Pedro Guerra e Liz Braga sulla Saudade. Attraverso il sollevamento acrobatico, il cerchio e la musica con influenze iraniano-brasiliane, danno forma alla Saudade. Nostalgia, assenza, questa parola che ci attanaglia ma la cui spiegazione precisa ci sfugge: come parlare di assenza in una disciplina artistica che, fin dall’inizio, può esistere solo con la presenza dell’altro?Lo spettacolo è coprodotto dal Mirabilia Festival e inoltre è stato in Residenza Artistica con il progetto PerformingLands a Busca.

Alle 19 sarà invece la Chiesa di San Francesco, all’interno della programmazione di Piemonte dal Vivo, ad accogliere nei suoi spazi la Compagnia EgriBiancoDanza con Mystery Sonata uno spettacolo i cui temi fondanti sono la compresenza di più realtà e dimensioni spaziali (e la loro reciproca influenza), l’eredità spirituale e la sua eco diretta o indiretta. Le domande che il coreografo si pone sono le seguenti: Dov’è l’inizio e la fine delle nostre azioni e cosa rimane agli altri di noi? Quale è la realtà della natura delle cose? La nostra visibile o quella impalpabile, oscura e a noi ignota ma che ci circonda, o entrambe? E soprattutto quale è il rapporto fra le due?

Shedan Theater (vetrina FNAS) con SteamPlant Movement alle 19.30 nella centralissima Via Roma con uno spettacolo urbano itinerante educativo e sensibile al collasso ambientale e alle guerre. Un forte messaggio di riflessione per l’attuazione di un cambiamento dall’interno. Uno sguardo alla follia, al dramma con il raggiungimento concreto di un seme di speranza. Entrano in gioco emozioni forti fra l’attore e il pubblico, i quali non possono fare a meno di aiutarsi l’ un l’altro , per il raggiungimento di una rotta verso una nuova vita.

Importante programmazione nella serata con il teatro: al Toselli con la Prima Nazionale della Compagnia Balcana SARTR – Teatro di Guerra di Sarajevo che presenta Call Me God coprodotto da Mirabilia insieme al TSAM e a La Dramaturgie, un’opera profonda e intensa in cui si affiancano quattro drammaturghi in una scrittura a più voci per affrontare uno dei temi più urgenti dei nostri tempi: il rapporto tra la sicurezza e la libertà degli individui. Il punto di incontro per Gian Maria Cervo, Marius von Mayenburg, Albert Ostermaier, Rafael Spregelburd, autori diversi per origine geografica e culturale, stile e percorso teatrale, sono i Beltway sniper attacks, gli attacchi dei cecchini della circonvallazione, che nell’ottobre 2002 tra Washington D.C., il Maryland e la Virginia causarono dieci vittime. Un fatto di cronaca che ha causato molto scalpore negli Usa, ma deliberatamente scelto per questo lavoro perché poco noto in Europa. Voci diverse per altrettanti approcci, domande inquietanti come le “sabbie mobili” che costituivano il titolo originario (poi modificato) del progetto: oggi serve maggiore controllo in nome della sicurezza oppure le vittime degli attentati sono il prezzo da pagare alla libertà? Controllo, sicurezza, crisi economica, vittimismo occidentale fanno parte di uno stesso fenomeno? L’opera racconta anche dell’imprecisione e del carattere manipolativo del sistema della comunicazione e dei news network nei confronti delle vite dei cittadini globali sia attraverso provocatorie metafore sia attraverso il dettaglio di come i media abbiano prima fuorviato le indagini e poi demonizzato senza attenuanti i responsabili degli attentati.

Alle 22.30 negli spazi del cortile IPSMAT va in scena il Collettivo EFFE con il progetto di teatro/danza, Il mio corpo è (come) un monte un lavoro di accostamento fisico e visivo per contemplare la possibilità di un desiderio razionalmente irrealizzabile: voler essere una montagna.

La potenza del desiderio può togliere forza alle regole della razionalità, le quali non permetterebbero di esaudirlo. Ma affidandosi ad altri livelli di percezione, abbandonando una fruizione logica degli elementi scenici e puntando su un immaginario vivido e stimolato, un essere umano può essere una montagna. Sfruttando la componente ipnotica della performance e dell’installazione visiva e sonora, avvicina lo spettatore ad un diverso stato di percezione, non affidato alla comprensione logica di quanto accade in scena: un percorso di accettazione dell’irrazionale.

Chiusura di serata alle 22.45 nel Cortile della Guida con un altro imperdibile esempio di clownerie teatrale ad altissimo livello, l’imperdibile “VU” della Compagnia francese Sacekripà, (in replica anche sabato 2 e domenica 3) realizzato in collaborazione con Fondazione Piemonte dal Vivo, un’opera originale e visionaria in cui un irresistibile umorismo caustico innesca un clima di totale ilarità fra gli spettatori. Una performance silenziosa che descrive scherzosamente piccole ossessioni quotidiane e con queste costruisce un universo incredibile, che finisce per far “esplodere la pentola”. Qui lo spettacolo ci porta oltre i limiti, in un crescendo magnifico quanto inaspettato, trasformandosi in una irresistibile lezione magistrale di teatro.