Home Attualità L’Associazione Ho Cura ha donato un’auto all’Hospice di Bra

L’Associazione Ho Cura ha donato un’auto all’Hospice di Bra

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Giovedì 31 agosto a Bra presso la Casa della Comunità dell’ASL CN2 è stata consegnata una Panda all’Hospice, dono dell’Associazione Ho Cura; l’auto consentirà ai medici e al personale sanitario di raggiungere gli assistiti al loro domicilio.

L’associazione Ho Cura opera nel settore del volontariato dal 2015 e ha due principali missioni: innanzitutto svolge un’attività di sostegno a favore delle persone malate in fase terminale di malattia oncologica o neurologica e dei loro famigliari, sia in Hospice che al domicilio del paziente; in secondo luogo i volontari dell’associazione cercano tramite incontri e conferenze di diffondere la conoscenza delle cure palliative, un insieme cioè di cure volte a prevenire e ad alleviare le sofferenze del fine vita, ancora oggi troppo poco conosciute e poco applicate.

“Questa auto è stata acquistata grazie al contributo dei nostri soci, ma anche alle donazioni che arrivano dal nostro generoso territorio” ha spiegato Maria Vittoria Oddero, Presidente dell’Associazione.

Il Dott. Roberto BurelloResponsabile SS Hospice ASL CN2 ha espresso la sua gratitudine a nome dello Staff: “È con riconoscenza all’Associazione Ho Cura e a tutti i suoi sostenitori che riceviamo questo dono così prezioso che ci permetterà, come Hospice, di implementare ulteriormente l’assistenza nelle Cure Palliative sul territorio. Questa donazione è segno tangibile di una collaborazione che negli anni si è venuta a consolidare, realizzando una proficua interazione tra servizio pubblico e volontariato permettendoci di  migliorare il sostegno e l’assistenza ai cittadini dell’ASL CN2”

Anche Massimo Veglio, Direttore Generale dell’ASL CN2, ha voluto essere presente, sottolineando “Sono felice di questo contributo perché l’Hospice e tutta la rete delle cure palliative sono una realtà preziosa per la nostra Azienda e davvero consentono il raggiungimento della miglior qualità di vita possibile per i pazienti, per le loro famiglie e per i loro caregiver”.