Sliding doors. La vita stravolta in un attimo. L’incatenarsi delle coincidenze che disegna il destino e ci porta a sorridere per un amore sbocciato, a ringraziare per un incontro prezioso, a sfogliare rimpianti per un un bivio sbagliato. Quante madri dilaniate da morti precoci di figli scorrono giorni a ripercorrerne gli ultimi gemiti: se si fosse fermato a casa un minuto di più, se non avesse cambiato strada, se non avesse rimandato l’altro appuntamento, se il semaforo fosse stato rosso.
Anche i beneficiati dal cielo si macerano nei “se”, altro stato d’animo e identico dilemma, la ricerca di un progetto divino o la rassegnazione a un concatenarsi folle d’eventi: se l’autista non avesse indugiato sull’ultimo sorso di caffè quel camion inchiodato a un passo dal vuoto sarebbe crollato giù come il ponte. Eppoi i perché, consolanti o terribili. Perché quel cambio di biglietto ha strappato giusto lui a un incidente fatale? Perché quel sasso piovuto dai monti ha colpito giusto lei tra infiniti passanti e bastava un misero centimetro per raccontare oggi un’altra storia o nemmeno quella ché nessuno s’era accorto dell’ombra nera fugacemente passata?
I genitori della bambina caduta a Torino dal quinto piano, avrebbero potuto smarrirsi in “se” struggenti: se fossimo stati più attenti, se avessimo aspettato un poco prima di pulire la cucina, se non avessi risposto al cellulare, se avessi abbassato la serranda. Ché saranno le indagini a stabilire se quella bimba sola in terrazzo era colpa d’abituale incuria, ma il mondo insegna che basta un istante di distrazione per piombare nelle tragedie, che esiste una fatalità isolata capace di falciare anche i più meticolosi custodi. Invece papà e mamma possono abbracciare commossi la piccola e ricacciano il pensiero orrendo di un finale tragico se un angelo non fosse passato in via Nizza proprio nell’istante in cui lei precipitava, o se non avesse trovato il coraggio di andare incontro al suo volo, o se non avesse avuto la prontezza di afferrarla. Mattia, giovane impiegato, stava andando a comprare il pane con la compagna, ha sentito urla terrorizzate e visto occhi sconvolti guardare in alto, ha seguito l’eco di inviti disperati e teso istintivamente le braccia seguendo una traiettoria paurosa. Che velocità raggiunge un corpicino cadendo nel vuoto? Mattia non ci ha badato, non ha calcolato l’impatto conseguente, ha solo pensato che poteva diventare scudo, ha cercato d’afferrarla e non c’è riuscito però ha smorzato, protetto, ovattato. E salvato una piccola vita. «Continuava a sporgersi sempre di più e ha scavalcato il cornicione, si è tenuta solo con due braccia e aveva le gambe nel vuoto. Ho iniziato a gridarle di stare ferma e tornare dentro ma non sentiva. Quando l’ho vista cadere mi sono messo sulla traiettoria, ho chiuso gli occhi e ho sperato che andasse tutto per il meglio, l’ho bloccata attutendo il colpo e siamo caduti a terra entrambi. Inizialmente non ho sentito alcun segno di vita poi ha iniziato a piangere e ho tirato un sospiro di sollievo». Se non fosse passato da lì, se fosse rimasto paralizzato dallo choc, se non fosse riuscito a evitare un impatto forte… Tanti se, ancora, ma anche due certezze: le coincidenze ci inseguono e gli angeli esistono, non sempre seduti sulle nuvole. A volte, semplicemente, vanno a comprare il pane e guardando in alto, prima delle nuvole, vedono una bimba appesa a un cornicione.
L’angelo e la bambina
Mattia, giovane impiegato che andava a comprare il pane, ha incrociato il destino di una bimba salita su un cornicione. Quando l’ha vista precipitare ha fatto scudo e l’ha salvata, rispolverando il dilemma antico tra disegni divini e folli coincidenze