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«Per l’elisoccorso serve un ottimo gioco di squadra»

Roberto Vacca, responsabile del servizio regionale: «In una missione tante competenze»

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Roberto Vacca è il re­sponsabile dell’Elisoccorso Pie­monte. «Ho iniziato a lavorare in Elisoccorso come medico anestesista rianimatore nel 2000 – ci spiega – e da 7 anni sono direttore della Struttura Complessa Elisoccor­so di Azienda Zero e vicepresidente della Hems Mountain Association (Società Scientifica accreditata dal Ministero della Salute che rappresenta il mon­do dell’elisoccorso nazionale). Oltre ad essere impegnato co­me medico operativo sugli elicotteri, il mio ruolo consiste nella gestione del Servizio Re­gionale di Elisoccorso come delle quattro basi regionali (Torino, Borgosesia, Cuneo ed Alessandria) del personale operativo (ad oggi 66 medici, 79 infermieri e 42 tecnici del soccorso alpino); il coordinamento delle tre componenti dell’equipe dell’elisoccorso (aeronautica, sanitaria e tecnica del soccorso alpino) attraverso l’applicazione di procedure operative per garantire la sicurezza degli equipaggi in volo e un’assistenza medica ai pa­zienti critici ad elevata complessità clinica con elevati standard di qualità; l’organizzazione delle esercitazioni semestrali necessarie al personale sanitario per mantenere l’abilitazione al servizio; il monitoraggio dell’attività del servizio e l’attività di didattica formativa con gli istruttori regionali per i nuovi inserimenti e per il mantenimento dell’abilitazione per i sanitari già operativi».

Una delegazione bulgara ha studiato nei mesi scorsi il modello dell’Elisoccorso piemontese: quali sono i punti d’eccellenza?
«Azienda Zero ha ospitato due delegazioni dei Mi­ni­steri della Sanità della Grecia (2022) e della Bulgaria (2023) per lo studio del modello organizzativo del Servizio Regionale di Elisoccorso. I punti di eccellenza del modello piemontese sono innanzitutto l’uniformità operativa delle 4 Basi garantita dall’impiego di procedure condivise dalle tre componenti operative e la formazione che vede il personale impegnato in attività addestrative congiunte che favoriscano lo spirito di squadra che contraddistingue un’equipe di elisoccorso perché, se vogliamo riassumere in un’unica affermazione cos’è l’elisoccorso, non può che essere “lavoro di squadra” dove ogni elemento contribuisce, con le proprie competenze professionali, alla buona riuscita della missione».

Quali invece, gli aspetti che andrebbero migliorati?

«Il più importante è un progetto per la realizzazione di elisuperifici ospedaliere H24 certificate che consentano una miglior distribuzione dei pa­zienti tra i vari ospedali».

Recentemente è stato potenziato il servizio dell’elisoccorso notturno, un ulteriore passo avanti?

«Dal 2015 l’elisoccorso in Piemonte vola anche di notte. Non c’erano siti di atterraggio notturno e abbiamo iniziato ad utilizzare i campi sportivi illuminati come il RE 965/2012 ci ha permesso. A dicembre 2014 i punti di atterraggio notturni in Regione erano inesistenti. Oggi sono 222 grazie al lavoro della Commissione Tec­nica Regionale coordinata da Roberto Colombo e alla partecipazione dei sindaci e delle amministrazioni comunali che hanno aderito, direi con grande entusiasmo alla realizzazione di questo progetto che negli anni ha avuto un importante sviluppo. Dall’1 gennaio 2023, come Azienda Zero abbiamo attivato la Fase 2 per l’elisoccorso notturno che consiste nell’operatività notturna con atterraggi previsti su siti non illuminati e non pre-surveyed con l’impiego degli Nvg (visori notturni) per l’invio dell’elisoccorso verso target privi di aree di atterraggio validate e illuminate e dal 1° giugno 2023 la Fase 3 che consente lo sbarco del personale sanitario anche con l’impiego del verricello quando è necessario intervenire in luoghi privi di aree di atterraggio. A tale risultato ci siamo arrivati dopo un periodo di addestramento congiunto con il personale aeronautico e tecnico del Soccorso Alpino vista la delicatezza e la complessità di queste operazioni fatte di notte».

Lei ha detto che servirebbero comunque più basi per l’atterraggio. In Langa, a Ser­ralunga d’Alba, è stata inaugurata un’elisuperficie nell’area dell’azienda agricola Giovanni Rosso, abilitata an­che al volo notturno: quella della collaborazione con i privati può essere una strada da seguire?
«Più punti di atterraggio per l’attività notturna sono presenti e migliore è l’offerta assistenziale che possiamo erogare ai pazienti che risiedano in Pie­monte perché questo consente di avere una “rete” di siti capillare sul territorio regionale. Anche la collaborazione tra pubblico e privato riteniamo che possa rappresentare un punto di forza fondamentale se questa è finalizzata ad offrire una possibilità in più per i nostri pazienti».

Come si svolge un intervento, quali sono i fattori determinanti?

«Un intervento di elisoccorso inizia sempre con una richiesta di soccorso dell’utente al Nu­mero Unico per l’Emergenza 112. Da qui le Centrali Oper­a­tive 118 regionali, dopo aver valutato le necessità sanitarie per il paziente, contattano il Nucleo Gestione Elicotteri del­la Centrale Operativa 118 di To­rino che, attraverso un ap­posito protocollo operativo at­tiva la Base di Elisoccorso più vicina. Tra i fattori determinanti per noi oltre ovviamente alle informazioni sanitarie, vanno considerati quei riferimenti am­bientali visibili dall’alto che permettono di individuare nel minor tempo possibile il target di intervento. In questo risultano importanti tutte quelle informazioni e dettagli che l’utente è in grado di riferire all’infermiere del Nucleo Gestione Elicotteri o al tecnico del Soccorso Alpino (se il target è in luogo montano) della Centrale Operativa 118 di Torino che letteralmente ci “guideranno” nel corso della missione».

Quali sono gli interventi più frequenti?

«Sono sicuramente gli incidenti stradali e gli interventi alpini, ma un ruolo fondamentale dell’elisoccorso è quello del supporto alle ambulanze quando sia necessario centralizzare i pazienti negli ospedali Hub regionali».

Come è strutturata una squadra di intervento?
«La squadra di intervento è costituita di giorno da un pilota, un tecnico di volo, un medico (specialista in anestesia e rianimazione o medicina di ur­genza/emergenza) proveniente dagli ospedali regionali, un infermiere del sistema 118 regionale e da un tecnico del soccorso alpino. Di notte l’equipe è la stessa a cui si aggiunge un copilota come imposto dalle normative aeronautiche vigenti».