Il “Progetto Scaldacuore”, a cui va il sincero ringraziamento dell’ASL CN2 per la continua sensibilità dimostrata, è nato nel 2019 quando, per seri problemi legati alla sua salute, Paola Parazzoli, durante la gravidanza del suo quartogenito, ha trascorso due mesi in ospedale. Riprende in mano la copertina ricevuta in dono dieci anni prima e da lì, con un semplice post sul suo profilo social, chiede aiuto alle sue conoscenze che abbiano voglia, tempo e passione per realizzare indumenti in lana e copertine per i reparti pediatrici e oncologici. La risposta è stata grandissima e oggi, grazie al passaparola, in questo progetto sono coinvolte donne da tutta Italia.
La scorsa settimana la hall principale dell’Ospedale “Michele e Pietro Ferrero” si è trasformata nuovamente in un caldo luogo di incontro tra i medici del nosocomio e le volontarie del Progetto Scaldacuore. Accolte dalla dottoressa Laura Marinaro, Direttore Sanitario dell’ASL CN2, dalla dottoressa Cinzia Ortega, Direttore di Oncologia, e dal dottor Alessandro Vigo, Direttore del Dipartimento Materno Infantile, le volontarie anche questa volta hanno dimostrato tutto il loro affetto realizzando e donando coperte in pile per il day ospital chemioterapico, cappelli in lana e cotone per i pazienti oncologici, borsine porta infusori, scialli e coperte scaldagambe in lana. E, per la pediatria, lenzuolini per culle, copriculla estivi ed invernali, copertine, e babbucce come dono alle neo mamme.
E aggiunge: “Noi malati oncologici, a causa del sistema immunitario più debole e del più alto rischio di contrarre malattie, viviamo sempre un po’ più isolati rispetto a chi sta bene. Spesso ci sentiamo soli, in compagnia della malattia, delle nostre paure e delle difficoltà della vita quotidiana. Queste iniziative di supporto affiancano alle necessarie cure mediche importanti progetti volti ad alleviare il più possibile le sofferenze e le angosce del paziente, nella speranza di fargli recuperare un po’ di serenità e di sorriso. Io sono consapevole di aver ricevuto tanto nella mia vita; ora voglio dare, perché ci sono tante persone che hanno bisogno di conforto. Lo stesso che ho ricevuto e ricevo io. Sono grata al Progetto Scaldacuore e alle realtà che ci ospitano per darmene la possibilità”.