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«La vera bellezza? Vive negli esseri liberi»

A tu per tu con Alessandro Sanna, illustratore di fama internazionale, ospite di Imaginé a Vernante

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Cresce l’attesa per il Fe­stival Imaginé, in programma a Vernante sa­bato 16 a domenica 17 (nel box ulteriori dettagli). A im­preziosire ulteriormente l’appuntamento sarà il talento artistico di Alessandro Sanna, ospite d’onore di questa sesta edizione. Veneto di origine, classe 1975, Sanna è tra gli illustratori più affermati del panorama artistico contemporaneo, autore di numerosi libri illustrati, docente di Illustrazione per l’Edi­to­ria presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, già Children’s Laureate e tre volte Premio Andersen. Nel fine settimana dell’evento, l’artista terrà una masterclass di acquerello, un laboratorio per bambini e sarà protagonista di un talk, ma soprattutto si metterà in mostra con “Nel paesaggio: non c’è nessuna fretta, tutto sta per apparire”, un’esposizione di suoi lavori a cura di Me­la­nia Longo, già presentata nell’anteprima di Imaginé, al festival “Pae­saggi” di Cuneo, a inizio settembre, e adesso visitabile a Vernante, presso il Centro Visita del Parco Alpi Marittime, fino al 5 novembre. In occasione del prestigioso appuntamento, noi di Rivista IDEA lo abbiamo intervistato.

Sanna, come si approccia al Festival?
«Sono molto contento dell’invito. Non faccio molte mostre e per me è sempre difficile stare a mio agio con un’esposizione del mio lavoro, ma in questo caso mi sento tranquillo perché ci saranno delle stampe che ho scelto appositamente come una sintesi di tutto il mio percorso».

Quali?
«Ci sarà una tavola di “A sbagliare le storie”, una storia di Gianni Rodari, un libro datato 2003. Ho poi fatto una scelta attraverso libri più recenti, due in particolare, per ognuno dei quali ci saranno almeno 3-4 stampe. Il primo è “Fiume lento” – un libro di sole immagini che ha fatto il giro del mondo, an­che se, in realtà, pensavo solo di parlare di ciò che vedevo fuori dal­la finestra -, l’altro è “Come questa pietra”, un libro sulla storia delle guerre, basato su un affascinante e misterioso gioco letterario. Ci sarà spazio poi per la raccolta di poesie “La guerra, la pace”, realizzata con Valerio Magrelli, una collaborazione di cui vado molto fiero».

Cosa può insegnare ai giovani un festival come Imaginé?
«Si può far capire che le immagini possono raccontare qualcosa di estraneo, oppure no, di quello che si è e di quella che è la propria vita. Visto che questo è diventato un mon­do di immagini, soprattutto su­perficiali, si deve suggerire ai ra­gazzi che esse possono essere im­portanti tanto quanto le parole e, quindi, non bisogna avere fretta nel­l’approcciarvisi, penso anche alla fotografia. Passare attraverso le immagini, che raccontino una storia o meno, è sempre un motivo di discussione molto “aperto”».

Parlando della sua opera più in ge­nerale, spesso nelle sue illustrazioni ricorrono paesaggi ed elementi naturali. Come nasce questo forte interesse?
«Sono attratto dalle cose che non sono state modificate dall’uomo, quindi dagli elementi naturali di ogni tipo. Sono molto interessato da ciò che vediamo in alto, come il cielo o le luci che sono lontanissime da noi. Mi interessano anche gli alberi o gli animali, che sono in uno stato di libertà rispetto al quale l’uomo è in una situazione di inferiorità. In questi elementi, c’è qualcosa di sacro e che identifico con la vera bellezza, quella intatta».

Parliamo ora delle sue tecniche. Dove sta il segreto?
«Le tecniche sono strumenti con cui assecondare ciò che gli autori hanno in mente di fare. Imparare delle tecniche o scoprire degli strumenti nuovi è sempre stato il trampolino per entrare meglio in qualsiasi contenuto. Un esempio è relativo a uno dei miei primi libri, un omaggio a Van Gogh. Non avevo idee particolari, ma andando in una tipografia vidi una pila di fogli gialli – di quel giallo che si usa nei reparti di Radiografia – e quel colore lì mi fece entrare dentro Van Gogh. Il più delle volte prediligo l’acqua, che – messa sul foglio – non permette di avere un controllo perfetto della costruzione dell’immagine. Questo elemento im­pon­derabile, questa forma di energia che trascende la mia volontà mi intriga molto».

Di solito in quale luogo lavora?
«Il posto migliore è il mio studio, ma facendo anche l’insegnante e avendo dei bambini spesso questo luogo non viene calpestato dalle mie scarpe. Lo studio è un ambiente importante, dove si medita, si legge e si sta al computer prima di passare, una volta che si è corazzati, al tavolo».

Ha realizzato illustrazioni per molti autori di successo. Quan­to è difficile creare l’equilibrio tra parole e immagini?
«È una situazione sempre delicata. L’esperienza mi ha insegnato a diffidare di quello che il libro precedente mi aveva suggerito, occorre sempre rinnovarsi e provare ad alzare l’asticella delle possibilità. Tra gli autori possono esserci ami­ci, persone che stimi o anche persone che non ci sono più. Nell’ultimo caso, il contatto avviene esclusivamente con l’opera, dove c’è tutto e serve solo stare attenti a quello che si sente e soprattutto si vede. Le parole infatti fanno vedere cose, questo almeno è ciò che mi succede ed è lì che si innesca il lavoro».

Sta lavorando a nuovi progetti in questo periodo?
«Sto lavorando a libri destinati al pubblico dei bambini, ma sto anche provando a realizzare un fumetto. È faticoso, visto che lavoro in una maniera non canonica. In genere, infatti, provo a fare gli esecutivi senza realizzare il progetto e avendo in mente solo una vaga idea di dove voglio andare. Questa modalità è rischiosa, ma è quella che più mi viene naturale. Avere i bastoni tra le ruote per me è una delle situazioni migliori in cui lavorare».

Chiudiamo con una curiosità. Il Fe­stival Imaginé la porterà di nuo­vo in provincia di Cuneo: co­sa le suscita questo territorio?
«Sono stato a Cuneo diversi anni fa per “scrittorincittà”, ma ho potuto ammirare i dintorni solo dall’auto. Sono sicuramente mol­to felice di poter tornare da quelle parti».

Due giorni da fiaba tra laboratori, talk e mostre: è la magia del festival della narrazione per figure
Nel weekend del 16 e 17 settembre, la magia di “Imaginé. Piccolo festival della narrazione per figure” illuminerà Vernante. La novità più rilevante della sesta edizione della rassegna è la sua dimensione diffusa nel centro del comune cuneese. Oltre alle tradizionali sedi del Centro Visita Parco Alpi Marittime, del Museo Mussino e del Teatro ex Confraternita, quest’anno il ricco programma – predisposto da “Noau-Officina culturale” e fatto di la­bo­ratori, proiezioni, talk, mostre e non solo (altre informazioni su www.fe­stivalimagine.it) – coinvolgerà anche piazza del­­l’Ala. Le prenotazioni per gli eventi sono aperte sulla piattaforma Eventbrite. Il festival è realizzato con il patrocinio e il contributo del Comune di Vernante, con il contributo di Fondazione Crc e Fondazione Crt, il sostegno dell’Ente Aree Pro­tette Alpi Marittime e della Pro Loco di Vernante.

A cura di Domenico Abbondandolo